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Causale bonifico amico

29 Novembre 2018 | Autore:
Causale bonifico amico

Come giustificare i soldi ricevuti sul conto corrente da un amico per i casi di regalo (donazione), prestito, rimborso spese, ecc.

Un amico ti deve dei soldi e ha deciso di inviarteli tramite bonifico bancario. Il primo problema che ti poni è il fisco: come giustificare il versamento di denaro se un giorno l’Agenzia delle Entrate dovesse chiedere giustificazioni? Di qui il problema di ordine legale: qual è la più corretta causale per il bonifico di un amico? Non è una risposta semplice da dare, non almeno in due parole. Tutto dipende dal motivo per cui il denaro passa da un conto all’altro e, ancor di più, dai documenti di cui siete in possesso, documenti che dovranno avvalorare la dicitura riportata nella causale. Difatti, volendo subito sfatare un luogo comune in cui si cade spesso quando si affronta l’argomento, la causale del bonifico non impedisce alle autorità di accertare che, dietro all’operazione, vi siano differenti ragioni. Se così non fosse, del resto, basterebbe scrivere, a motivazione di ogni bonifico, “rimborso spese” per non pagare mai le tasse. Evidentemente così non è; ed è per questo che, qui di seguito, ti forniremo tutte le istruzioni per comprendere come comportarti per non avere problemi e non rischiare un accertamento.

Ma prima ancora di addentrarci nel tema, rispondi ad alcune domande: perché l’amico sta per farti un bonifico? È un prestito o la restituzione di un prestito? È un regalo per un’occasione come un compleanno o semplicemente un contributo che vuole offrirti in un momento di difficoltà economica? Ti sta restituendo dei soldi che hai speso al posto suo per un biglietto del treno oppure ti sta pagando per un servizio che gli hai reso? Dopo aver dato risposta a questa domanda, chiediti: quali documenti hai per giustificare tale situazione? Si tratta di una semplice scrittura privata o di un atto pubblico? C’è una data in tale documento e a quando risale? Ma soprattutto, la data è “certa”, ossia è stata apposta da un pubblico ufficiale? 

Come comprenderai bene tra poco, è proprio dalla risposta a tali interrogativi che dipende la causale per il bonifico all’amico. Perché a nulla vale indicare come causale «donazione» se poi non hai una scrittura privata registrata che possa giustificare tale motivazione. 

Che valore ha una causale?

Da quanto abbiamo appena detto potrai già intuire un fatto importantissimo: la causale non ha valore legale ma serve più come “promemoria”; essa pertanto vincola solo le parte che esegue il trasferimento di denaro ma non anche le autorità. Queste ultime non sono tenute a dare per certa e incontrovertibile la natura dell’operazione solo dalla causale indicata a margine del bonifico.  

Cerchiamo di fare un esempio concreto su questo aspetto per comprendere che valore ha una causale. Se Mario versa sul conto di Giovanni cinquecento euro e, come causale, indica «regalo di matrimonio», non può successivamente affermare che si è trattato del compenso erogato per una prestazione professionale ricevuta da quest’ultimo. Nello stesso tempo, l’Agenzia delle Entrate può ugualmente chiedere maggiori chiarimenti sulla natura del pagamento, potendo presumere invece che si è trattato di un reddito imponibile (sul punto leggi anche Accertamenti sul conto: ecco perché il fisco ti frega). Così, sempre per rimanere nell’ambito degli esempi, se una persona riceve dei soldi da un’altra a titolo di pagamento per un servizio reso e, non volendo emettere fattura, chiede di indicare come causale «Regalo», ciò non lo proteggerà da eventuali accertamenti fiscali.

Bonifico bancario: bisogna indicare la causale?

In questi termini la causale non è una condizione essenziale per eseguire un bonifico. Così come la sua presenza non esclude la possibilità di un accertamento, la sua assenza non preclude il diritto di poter successivamente dimostrare la correttezza dell’operazione e l’inesistenza di un intento fraudolento o evasivo. Pertanto, se hai dimenticato di far riportare la causale in un bonifico ricevuto, non preoccuparti: se il fisco dovesse chiederti chiarimenti, hai sempre la possibilità di difenderti.

Regalo di un amico: quale causale?

L’Agenzia delle Entrate non pone molta attenzione ai bonifici intervenuti tra familiari conviventi; ciò per l’intuibile ragione che essi si presumono effettuati come naturale adempimento degli obblighi di reciproca assistenza tra consanguinei. È del tutto normale che il padre bonifichi al figlio 500 euro come aiuto per comprare il motorino o 100 euro come paghetta mensile. Così come è normale che la pensione della madre anziana finisca in parte sul conto della figlia che ancora vive con lei e che si prende cura dei genitori. 

Discorso diverso avviene tra parenti non conviventi o, peggio ancora, non legati da alcun vincolo di parentela. È proprio il caso di due amici. Per il fisco – che non può accertare se il rapporto di amicizia è effettivo o strumentale – risulta sospetto che un soggetto versi dei soldi sul conto di un altro senza prima aver stipulato un contratto o sottoscritto un documento. Insomma, è come dire che la generosità non trova spazio per la nostra legge se non viene supportata da prove concrete. Questo significa che dietro ogni bonifico si presume esservi una retribuzione o un pagamento per un servizio reso o un bene venduto. Ogni bonifico, quindi, se non giustificato, si considera reddito. 

Ciò porta delle conseguenze importanti e delicate: se un amico vuol regalarti dei soldi dovete prima “mettere per iscritto” tale intenzione, formalizzarla in un documento, un vero e proprio atto di donazione. In tale atto andrà riportata la somma che si versa, la ragione («scopo di liberalità») e la data del versamento. Ecco un esempio:

«Con il presente atto, Mario dichiara di donare a Giovanni la somma di euro… a puro scopo di liberalità. Tale somma sarà versata sul conto corrente di Giovanni in data… con la seguente causale “Donazione”. Giovanni dichiara di accettare con animo grato la suddetta donazione [data, firma]».

Per evitare che le parti costruiscano a posteriori una scrittura del genere, solo dopo aver ricevuto un accertamento fiscale, è necessario che il documento sia datato e che la data sia “certa”. La data è certa quando certificata da un pubblico ufficiale. Ciò può succedere in diversi modi:

  • tramite spedizione del documento. Si può decidere di spedire l’atto di donazione tramite raccomandata senza busta dal donante al donatario; in tal caso farà fede la data del timbro postale che, in quanto apposta da un pubblico ufficiale (tale è il postino) farà pubblica fede;
  • tramite invio per posta elettronica certificata. L’attestazione del gestore dell’account della Pec ha lo stesso valore del timbro postale;
  • tramite registrazione della scrittura all’Agenzia delle Entrate. In questo caso però bisognerà pagare l’imposta di registro.

Quale causale?

Una volta eseguite tale formalità, la causale del bonifico per regalo all’amico potrà consistere in una delle seguenti diciture: Regalia, Regalo, Donazione, Liberalità, Sostegno economico, ecc.

Proprio a riguardo del “sostegno economico”, ogni contributo spese per un momento di difficoltà economica si considera comunque una donazione e, quindi, richiede le stesse forme di cui abbiamo appena parlato.

Regalo di un amico di importo elevato: quale causale?

Attenzione a un altro importante aspetto. Saprai che la donazione di non modico valore necessita dell’atto pubblico notarile. Il che significa che se un amico ti sta donando un importo relativamente importante per le sue possibilità, dovrete andare dal notaio e firmare un contratto, corrispondendo anche le imposte pari all’8% della cifra da bonificare. Se però la donazione avviene per uno specifico fine, come ad esempio aiutare il donatario ad acquistare un’auto o un immobile, a detta della Cassazione non è necessario l’atto pubblico di donazione e non si pagano le imposte. 

Qui però è necessario adempiere a due obblighi: il primo è quello di indicare, nel successivo atto di acquisto, la provenienza dei soldi (ad esempio, se acquisti una casa, il rogito dovrà specificare che una parte o l’intera somma è stata ricevuta sul conto per donazione da…); il secondo è quello di indicare nella causale lo scopo della donazione indiretta. 

Quale causale?

Ad esempio ecco alcune causali: Contributo per acquisto auto; Prezzo di acquisto prima casa; ecc. 

Regalo di un amico per ricorrenza: quale causale?

Se la donazione avviene per una ricorrenza speciale come un compleanno, un matrimonio, una laurea, un anniversario, la cresima, il battesimo di un figlio non è necessario firmare il contratto ma è opportuno effettuare il versamento in concomitanza con la data dell’occasione, in modo da non apparire simulato. 

Quale causale?

La causale poi dovrà indicare la ricorrenza per la quale avviene la donazione. Ecco alcuni esempi: Regalo compleanno, Regalo matrimonio, Regalo laurea, Regalo anniversario di nozze, ecc.

Prestito a un amico: quale causale?

Se il bonifico che hai ricevuto è volto a concederti un prestito, tu e il tuo amico dovrete, anche in questo caso, stipulare un contratto. Tale contratto viene detto «mutuo» (esatto! proprio come quello che ti dà la banca, solo che in questo caso avviene tra privati). 

Ti starai chiedendo: perché mai tutta questa “burocrazia”? Semplice: se il tuo amico dovesse percepire gli interessi sulla restituzione del prestito, tali somme andrebbero dichiarate all’Agenzia delle Entrate, costituendo reddito. Inoltre, la redazione del contratto salvaguarderà te da un possibile accertamento: come detto in precedenza, il fisco può presumere che, dietro il versamento del denaro, si nasconda in realtà un reddito e, quindi, chiederti di versare le tasse. 

Quindi, se non volete rischiare entrambi un accertamento, è bene che il mutuo sia regolamentato per iscritto e, nel contratto, bisognerà riportare se si tratta di un mutuo fruttifero (appunto con interessi) o infruttifero (appunto senza interessi e, quindi, a titolo gratuito). Anche qui dovrete dare alla scrittura una data certa.  

Lo stesso discorso se, dietro al bonifico, si nasconde la restituzione di un prestito che hai fatto al tuo amico (sia che si tratti dell’intero capitale che delle singole rate).

Quale causale?

Quanto alla causale, questa potrà essere così riportata: Prestito fruttifero/infruttifero come da scrittura del…; Mutuo del…; Restituzione 1a rata mutuo del ….

Rimborso spese da un amico: quale causale?

Nel caso in cui tu abbia sostenuto delle spese per conto di un amico (ad esempio l’acquisto di un biglietto del treno) e lui voglia rimborsarti i soldi, sappi che per piccole cifre difficilmente il fisco si metterà in movimento. Se i soldi dovessero però essere consistenti ti converrà conservare traccia della spesa eseguita.

Quale causale?

In questo caso la causale dovrà indicare la spesa eseguita e rimborsata, nonché la data in cui essa è stata sostenuta. Ad esempio Rimborso prezzo biglietto treno del… per la tratta…; Rimborso prenotazione hotel del….



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47 Commenti

  1. E’ un articolo senza molto senso, anche se corretto da un punto di vista teorico. Il Fisco ha ben altri problemi piuttosto che inseguire movimenti di poche migliaia di euro fra privati. mi piacerebbe che chi ha scritto l’articolo citasse casi (non sporadici) che abbiano generato riprese fiscali o conteziosi su questi argomenti.

  2. Tutte queste chiacchiere e discussioni non prive di fondamento servono essenzialmente ad impaurire la gente a spendere e gli investitori ad investire, chiunque per non incappare in potenziali controlli, preferisce evitare di investire o far girare denaro … incappando nella giustizia fiscale, finirebbe con il perdere moltissimo tempo e soldi … quindi meglio evitare qualsiasi problema, inizia ad essere il pensiero comune … povera italia !!!

  3. Senza tutte queste ipotesi è più semplice fare un prelievo inferiore a 5000 euro (possibile senza nessuna inquisizione) e fare quello che si vuole!

  4. ho venduto l’auto ed il compratore mi ha dato i soldi in contanti, 5mila euro. Li posso versare senza problemi?

    1. no ……… per evitare noie mandameli a me che non ho un euro !!!!! al fisco gli rispondo io proponendo di andare ogni giorno a casa del Direttore generale a mangiare (solo un primo e frutta) con la famiglia.

  5. Buongiorno, io non mi farei tanti problemi …. Naturalmente dovrei essere “pulito”, non dovrei avere niente da nascondere…..Bene! Facciamo un esempio. Io vinco un milione di euro e come Legge dice pago alla fonte il 12% allo Stato e dovrò pagare come TASSE solo la rendita che mi andrà sui redditi …. 1.000.000 – 12% = 880.000 euro che mi rendono su un conto corrente ordinario il 2% (!) l’anno diventerebbero 998.000 euro. Io avrei l’obbligo di denunciare i 18.000 mila euro di differenza e sommarli ai miei redditi di lavoro. Basta, non c’è da fare altro …. Se decidessi di REGALARE ai miei figli, ai miei fratelli o a chi cavolo mi pare a me una parte del mio patrrimonio vinto … non devo assolutamente motivare nessuna scusa, nessuna comunicazione. Prendo e verso nel conto corrente interessato la cifra che ritengo dover REGALARE e sua volta, sarà il beneficiario a dover sommare tale cifra al suo reddito e pagare le tasse dovute come se fosse stata una vincita.Non mi pare tanto difficile. diventa complicato se i soldi del patrimonio non fossero “puliti” ….

  6. Ricordo che oggi anche la prostituzione è tassata (art. 36 comma 34bis Legge 248/2006 e Sentenza Corte Costituzionale n. 141/2019).

  7. Luciano
    10/ 1o/ 2022
    voglio donare una discreta somma ai miei figli e nipoti
    sono i risparmi di una vita

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