Acquisto auto di lusso usata: scatta in automatico l’indagine fiscale?


Se volessi intestarmi un’auto Ferrari usata immatricolata 10 anni fa avente 360 kw, che cosa succederebbe in caso di un’eventuale indagine fiscale?
L’acquisto di un’auto di lusso, come di qualsiasi altro bene, non legittima di per sé un automatico accertamento fiscale. Determinate spese “destano sospetto” solo allorquando possano risultare incongruenti rispetto al reddito dichiarato dal contribuente. Un tenore di vita non adeguato alla situazione reddituale dichiarata o comunque delle spese eccessive sostenute nello stesso anno, possono far scattare il cosiddetto “redditometro”, attraverso il quale gli uffici fiscali accertano un presunto reddito, superiore a quello dichiarato, e, dunque, maggiori imposte (per esempio, Irpef).
Difatti, la legge prevede che l’Agenzia delle Entrate, può sempre determinare sinteticamente il reddito complessivo del contribuente sulla base delle spese di qualsiasi genere sostenute nel corso del periodo d’imposta. Il contribuente ha sempre diritto di fornire la prova contraria, dimostrando che ha potuto sostenere una determinata spesa grazie a redditi diversi da quelli posseduti nello stesso periodo d’imposta, o con redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta o, comunque, legalmente esclusi dalla formazione della base imponibile.
Da quanto sopra, emerge che l’acquisto in sé di una Ferrari usata può non far scattare alcun accertamento se, per il prezzo pagato e per la situazione reddituale e patrimoniale del lettore, la spesa è congrua e adeguata.
Il controllo sulle auto di lusso o comunque di grossa cilindrata è tipico nelle indagini fiscali da redditometro: tuttavia, nel caso di auto usate, risalenti a molti anni prima, essendo ridotto il valore dell’auto, l’acquisto potrebbe non legittimare un accertamento (a meno che, per esempio, nello stesso anno il contribuente abbia dichiarato un reddito minimo ma abbia acquistato anche altri beni di un certo valore). A tal proposito, per esempio, la CTR Milano ha affermato che “tali beni non sono più significativi per evidenziare il tenore di vita e la capacità di spesa nella misura prevista dai coefficienti redditometrici”.
Peraltro, proprio nel caso delle auto usate, la giurisprudenza ha avuto modo di precisare che il Fisco non può considerarle alla stregua di auto nuove ai fini del redditometro e che, esse possono rappresentare un indice di spesa non rilevante (Cass. ord. n. 23715/2018).
Ad ogni modo, qualora il Fisco dovesse avviare un’indagine fiscale, basterà al lettore fornire la prova del valore dell’auto, del prezzo pagato e della perfetta congruenza con il reddito dichiarato. Se, invece, il suo reddito dichiarato non è tale da giustificare un acquisto simile, il lettore dovrà dimostrare che la spesa è stata sostenuta grazie ad altre fonti di guadagno (per esempio donazione o eredità).
Articolo tratto dalla consulenza resa dall’avv. Maria Monteleone