Staminali: ecco il decreto che autorizza la prosecuzione della cura Stamina


Il Governo ha deciso di concedere “eccezionalmente” la prosecuzione dei trattamenti mediante cellule staminali solo ai pazienti già sotto terapia perché, secondo il Ministro della Salute, “le cure avviate non si possono interrompere”.
Finalmente la piccola Sofia e tutti gli altri bimbi affetti da gravi malattie in cura con il metodo delle staminali (il c.d. metodo Stamina) potranno continuare la loro terapia, senza dover ricorrere ad alcun giudice che li autorizzi.
Il provvedimento segue la polemica sul caso della piccola Sofia di Firenze e delle cellule staminali prodotte secondo il metodo della Fondazione Stamina.
Sofia, affetta da leucodistrofia metacromatica, una malattia neurodegenerativa che porta a paralisi e cecità, aveva cominciato la terapia che la “Stamina Foundation” somministrava gratuitamente presso gli Ospedali Civili di Brescia. Il “metodo Vannoni” [1], però, non era stato autorizzato dal Ministero della Salute perché giudicato non in conformità alle previsioni di legge e sviluppato in un laboratorio non autorizzato. Anche l’autorità giudiziaria aveva espresso il diniego alle cure e solo grazie all’intervento d’urgenza del Tribunale di Livorno si era riusciti, nei giorni scorsi, a far somministrare un’ulteriore e salvifica iniezione alla bimba malata [2].
Le critiche al metodo “Vannoni” derivano dal fatto che non esisterebbero prove sulla sua efficacia. La fondazione viene inoltre accusata di poca trasparenza e di non voler pubblicare i risultati delle ricerche.
Altri però ritengono che la cura a base di cellule staminali messa a punto dalla Stamina Foundation sia, al momento, una delle poche in grado di produrre miglioramenti apprezzabili per alcuni tipi di malattie.
Nei giorni scorsi, però, il Ministero della Salute è intervenuto con un decreto che autorizza la prosecuzione delle terapie per coloro che le abbiano già iniziate e, nel frattempo, stabilisce regole più stringenti per la somministrazione delle stesse [3].
Secondo il Ministro, l’autorizzazione “si basa sul principio etico per cui un trattamento sanitario già avviato, che non abbia dato gravi effetti collaterali, non deve essere interrotto”.
Grazie al decreto, quindi, le numerose famiglie che si erano rivolte all’autorità giudiziaria per ottenere l’autorizzazione a queste cure non avranno più bisogno di varcare la soglia del Tribunale.
Il nodo però resta aperto per chi, pur volendo accedervi, non le abbia ancora iniziate. A tal proposito il Ministro ha annunciato che nelle prossime settimane sarà proposto un altro decreto che dovrebbe risolvere definitivamente la vicenda.
di BIAGIO FRANCESCO RIZZO
note
[1] Dal nome del presidente della Stamina Foundation, la Onlus che si occupa di ricerche sulle cellule staminali.
[2] Ecco la cronistoria giudiziaria: Il giudice di Firenze, lo scorso novembre, aveva consentito una prima infusione di staminali che aveva apportato dei soddisfacenti miglioramenti sulla bimba. Poi però, la Corte d’Appello aveva deciso di negare la cura e la seconda infusione non era stata somministrata, con un susseguente peggioramento delle condizioni della piccola. Qualche giorno fa il giudice di Livorno, aveva accolto il ricorso ex art. 700 c.p.c. presentato dai genitori della piccola.
[3] Le nuove norme prevedono: preparazione delle terapie in laboratori autorizzati e specializzati (i c.d. cell factory per quanto riguarda le staminali); responsabilità per i medici e per le strutture riguardo all’esito dei trattamenti; trasparenza su tecniche e risultati.
Il riassunto dei fatti:
http://medbunker.blogspot.it/2013/03/terapia-con-staminali-riassumendo.html?m=1
http://medbunker.blogspot.it/2013/03/cure-con-staminali-litalia-dei-pifferai.html?m=1