Il medico è obbligato a seguire le linee guida?


Quali sono le responsabilità del medico rispetto al paziente e quanto possono incidere, su di esse, le linee guida.
Ti sei recato in clinica per un’operazione che ti avevano detto essere semplice ma, all’improvviso, hai scoperto che non è andata come avrebbe dovuto? Sei stato costretto a trattenerti presso la struttura ed il medico ti ha dovuto sottoporre ad una nuova operazione chirurgica per cercare di rimediare al suo errore? Ti chiedi se il medico abbia delle responsabilità per ciò che ti sta accadendo? Per la prima operazione non riuscita, per le conseguenze traumatiche del secondo intervento, per i danni psicologici che ti ha causato? La risposta varia in base ad una serie di circostanze. La prima cosa da verificare è se la lesione (certamente gravissima) che hai riportato possa essere addebitata ad una condotta negligente, imprudente o imperita del medico e se, in quest’ultimo caso, egli abbia seguito (o meno) le linee guida condivise dalla comunità scientifica. In pratica, ciò che bisogna comprendere è: il medico è obbligato a seguire le linee guida? E se le segue e l’operazione va male potrà essere esonerato da qualsiasi responsabilità? Iniziamo, innanzitutto, con il puntualizzare che, secondo l’istituto di medicina statunitense, le linee guida (ovvero quelle regole sufficientemente condivise da una parte autorevole della comunità scientifica in un determinato tempo) sono raccomandazioni di comportamento clinico (elaborate mediante un processo di revisione sistematica della letteratura e delle opinioni di esperti) con lo scopo di aiutare i medici ed i pazienti a decidere le modalità assistenziali più appropriate in specifiche situazioni cliniche. In altre parole, le linee guida sono quelle che individuano, per ogni singolo caso concreto, quali siano le alternative di trattamento possibili e quali le possibili conseguenze. Le linee guida devono essere aggiornate con regolarità (circa ogni due anni), per restare al passo con i tempi e non risultare obsolete, e (soprattutto) devono essere flessibili, ovvero in grado di adattarsi alle situazioni specifiche che si verificano. Ma il vero quesito al quale rispondere per chiarire quali siano le responsabilità di un medico è: il medico è obbligato a seguire le linee guida? Andiamo con ordine e cerchiamo di chiarire prima quali sono le linee guida e, poi, quanto incidono sulla responsabilità penale di un medico.
Indice
Cosa sono le linee guida?
Le linee guida (come si deduce dal termine stesso) sono delle indicazioni (ovvero dei parametri di riferimento) di cui i medici devono tenere conto nello svolgimento della loro attività professionale. Si tratta di raccomandazioni cliniche formulate sulla base di quanto è scritto nella letteratura e delle opinioni di medici esperti, al fine di guidare ogni medico nella esecuzione di una operazione delicata, così come nella prescrizione di una cura. Le linee guida, infatti, sono la risultante di numerose prove che, oltre ad essere realizzate su diverse tipologie di soggetti, in diversi contesti geografici e clinici, valutano anche i possibili costi delle cure che suggeriscono ed i correttivi che, di volta in volta, possono rendersi necessari in funzione dei differenti sistemi di valori e delle preferenze dei pazienti. Le linee guida (proprio in quanto ‘guida’) devono essere flessibili, nel senso di essere in grado di adattarsi a tutte le situazioni specifiche (condizioni cliniche del paziente e vincoli posti dall’organizzazione). Il medico, infatti, non può certo essere vincolato nella sua decisione clinica ad una strada già tracciata, in quanto deve (al contrario) poter esercitare il suo giudizio caso per caso e deve poter coinvolgere il malato nelle decisioni da assumere: spesso le opzioni terapeutiche sono varie e la scelta tra esse si basa (oltre che sulle indicazioni fornite dalle linee guida) anche sulle preferenze del malato. Proprio per tale ragione, è importante che le linee guida siano flessibili e molto ancorate alla realtà circostante: il gruppo di lavoro che le elabora, infatti, durante la loro stesura, deve porre una particolare attenzione alla (concreta) situazione socio sanitaria, personale e tecnica nella quale si opera. Il quesito, però, resta lo stesso: il medico è obbligato a seguire le linee guida?
L’obbligo di informazione: in cosa consiste?
Il medico deve operare (e prescrivere cure) avendo, come stella polare, le linee guida condivise dalla comunità scientifica; ciò, però, senza mai dimenticare la necessità di valutare la situazione clinica del proprio paziente caso per caso e, soprattutto, le sue decisioni (necessariamente espresse nel consenso informato). Uno degli obblighi principali di un medico è quello di informare adeguatamente il proprio paziente dei trattamenti terapeutici a cui dovrà essere sottoposto e delle conseguenze che ne seguiranno; soltanto a seguito della dovuta informazione, il paziente potrà (o meno) prestare il proprio consenso e sottoporsi (oppure no) alle cure e agli esami previsti. Il senso della normativa è quello di consentire al paziente, debitamente informato (e, dunque, consapevole delle conseguenze che seguiranno alle diverse scelte cliniche da adottare), di decidere autonomamente per sé (ovvero di autodeterminarsi). La violazione dell’obbligo informativo determina una condotta omissiva da parte del medico a prescindere dall’esecuzione corretta o meno del trattamento. Questo significa che se il medico (rifacendosi alle linee guida) non ti fornirà le dovute informazioni circa i possibili trattamenti da effettuare e le possibili conseguenze di essi, sarà responsabile per il mancato adempimento del suo obbligo informativo, anche se l’operazione andrà bene. L’obbligo informativo comporta che il medico non possa limitarsi a farti firmare un generico documento prestampato ma debba metterti a conoscenza della natura del trattamento, delle modalità di esplicazione, della portata, dei suoi possibili risultati e delle eventuali implicazioni negative che possano determinarsi. Che accade, però, se non segue pedissequamente le linee guida?
Le linee guida: il medico è obbligato a seguirle?
Le linee guida sono certamente un parametro di valutazione che aiuta il medico nel caso in cui un’operazione non abbia successo o una cura arrechi un danno al paziente. Senza dubbio, infatti, una condotta conforme alle linee guida sarà più diligente di una difforme che si presumerà essere negligente o imprudente: questo, però, non crea alcun automatismo per il quale chi non segue le linee guida sia automaticamente imprudente o negligente (e, di conseguenza, responsabile). Questo è quanto ha chiarito la Corte di Cassazione [1], affermando che il medico non è obbligato a seguire le linee guida per la cura e l’intervento dei pazienti in quanto le sue scelte devono restare discrezionali e tali da consentirgli di valutare le situazioni cliniche caso per caso, decidendo (qualora lo ritenesse più opportuno) di disattendere le indicazioni fornire dalle linee guida.
note
[1] Cass.,Ord. n. 30998/2018.
Articolo molto interessante, però servirebbero le indicazioni su dove reperire tutte le linee guida, almeno possiamo studiarle con attenIone, no?……
È vero, ne scriverò presto un altro più particolareggiato, anche perché la materia è ampia ed i casi concreti sono numerosi e spesso diversi tra loro.