Niente più aumenti sulle sigarette: spetta alla Sanità finanziare la ricerca contro il cancro
Un centesimo in più a sigaretta per morire di meno e cercare nuovi fondi per i farmaci innovativi anti-cancro. Era questa la “manovra” prevista, che puntava ad introdurre un aumento delle tasse sulle sigarette per reperire i fondi da destinare alla ricerca contro i tumori (leggi sul punto: Sigarette: nuovi aumenti per non morire). Il Governo, però, ha appena fatto dietrofront: niente più aumenti sulle sigarette, spetta alla Sanità finanziare la ricerca contro il cancro e rinvenire le risorse per le cure oncologiche. Ciò in quanto – complici le elezioni che si avvicinano – la maggioranza ed il Governo hanno deciso di bloccare sul nascere tutti i correttivi alla Legge di Bilancio che introducono un aumento delle tasse. Tra queste anche l’imposta sui prodotti del tabacco. I fumatori, quindi, ringraziano; mentre le casse del Servizio Sanitario Nazionale piangono.
Sigarette e tumori: cosa prevedeva la manovra
Noi italiani paghiamo davvero troppe tasse. Ce n’è solo una, però, che se aumentasse ci farebbe guadagnare di più, almeno in termini di salute: l’imposta sui prodotti del tabacco. Proprio per questo era stato previsto un aumento del costo per le sigarette. L’aumento, però, non avrebbe “rimpinguato” le casse dell’erario; al contrario, era stato previsto per finanziare la ricerca contro i tumori e per trovare nuove risorse per i farmaci innovativi anti-cancro. Era questa l’idea del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che supportata dall’Aiom (l’Associazione Italiana di Oncologia Medica) aveva avanzato la proposta di aumento delle accise sul fumo. Si prevedeva, in particolare, l’aumento di un centesimo sul prezzo di ogni singola sigaretta venduta, per recuperare più di 700 milioni di euro ogni anno da destinare alla ricerca oncologica e garantire l’accesso di tutti i pazienti ai cosiddetti farmaci innovativi. Si trattava, secondo quanto riferito dal Ministro della Salute, di una «battaglia di civiltà» oltre che «una strada già percorsa con successo da altri Paesi come l’Australia, la Norvegia e l’Irlanda».
Gli oncologi avevano accolto con plauso l’idea del Ministro della Salute, sintetizzabile come segue: chi vuole continuare a fumare e di conseguenza ad ammalarsi, faccia pure. Il prezzo da pagare, però, non solo sarà sempre più alto (sia in termini economici, che di salute), ma servirà soprattutto a far stare meglio gli altri. Il che avrebbe rappresentato non solo un ulteriore smacco per le tasche dei fumatori, ma anche una “sfida psicologica” nei loro confronti. Ed infatti, se aumentare il prezzo delle sigarette funziona (pagare di più è comunque un deterrente potente contro il tabagismo), innescare nella mente di un fumatore che facendo del male a se stesso potrebbero guarire gli altri è molto più geniale.
Spese della ricerca a carico della Sanità
L’idea di aumentare il costo delle sigarette, tuttavia, è stata bocciata. O meglio, non si escludono rincari, ma questi – se previsti – non serviranno al nobile scopo sopra descritto, che resta di esclusivo appannaggio del Servizio Sanitario Nazionale. Purtroppo, però, quando si parla di investimenti, finanziamenti e spese la coperta è sempre troppo corta e sul punto si rammenta che la sanità italiana non sta attraversano proprio un bel momento, leggi al riguardo: Sanità al collasso: a dicembre sciopero nazionale.
note
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Questa è una vergogna che, nessun Governo dal dopoguerra in poi, ci ha messo mano. Chiunque è libero di “suicidarsi” come vuole, ma, se il suo comportamento gli dovesse provocare delle malattie, spesso di tipo tumorale, il Governo NON dovrebbe in nessun modo aiutare con cure, esenzioni o altro, chi si provocò tali patologie. Questi Governi hanno fatto qualsiasi cosa per ridurre, a parole, le spese, perchè non hanno pensato anche a questo?