Fabbricato rurale C/6: si può usare per coltivare piante da vendere?


Ho ereditato un piccolo terreno con una stalla della categoria catastale C/6. Siccome la stalla non è usata, mia moglie vorrebbe coltivare piante per voi venderle. Con un fabbricato rurale C/6 siamo in ordine per quanto riguarda la legge per la coltivazione di piante che vanno messe in vendita? Se no, cosa possiamo fare per poter partire con quel progetto?
La categoria C/6 riguarda i classici box auto o, comunque, autorimesse per autoveicoli,imbarcazioni (ai tempi anche per cavalli e altri animali da trasporto).
Ovviamente, all’interno della categoria non rientra l’ambito di coltivazione di piante per la messa in vendita che, al più, va inquadrata nella differente categoria D, riguardante le sezioni speciali istituite ai fini produttivi o terziari.
In particolare, l’attività che vorrebbe iniziare la moglie del lettore potrebbe rientrare tra le destinazioni d’uso relative alla categoria D/10: “fabbricati per funzioni produttive connesse alle attività agricole”.
Questa categoria, con ogni probabilità, inquadrerebbe più nel dettaglio un esercizio dell’attività agricola per la quale il fabbricato rurale funge da costruzione strumentale.
Quello che occorre fare per cambiare categoria catastale è ottenere un cambio di destinazione d’uso dell’immobile, attraverso un’istanza da inviare al comune in cui è sito l’immobile, corredata da un progetto del tecnico di fiducia del lettore.
Infatti, prima di presentare tale domanda, occorrerà che un tecnico rediga un progetto dove dimostri che il fabbricato rurale oggetto della richiesta abbia tutti i requisiti richiesti dalla categoria D/10 e, pertanto, non ci sia una normativa che contrasti tale richiesta di cambiamento.
Ovviamente, una volta che il fabbricato rurale viene trasformato nella categoria D/10, né il lettore né sua moglie potranno utilizzarlo per altri scopi, quale dormirci ad esempio, a meno che non risulti iscritto tra gli imprenditori agricoli e, in particolare, risulti la persona addetta alla coltivazione delle piante in questione.
Alla luce di tutto quanto sopra esposto, la soluzione migliore sarebbe procedere con questa domanda amministrativa anche se molti (ma questa rimane una scelta del lettore e di sua moglie, e un loro rischio)decidono (per risparmiare tempo e denaro) di procedere alla coltivazione anche con categorie catastali non inquadrate nella specie di riferimento.
Solitamente tale scelta viene fatta con riguardo al fatto che il fabbricato in questione è posto in una zona poco trafficata e sottratta agli occhi di vicini molestatori: il vero rischio, infatti, è che un qualsiasi soggetto possa presentare un esposto, consapevole del fatto che il fabbricato rurale non sia a norma con la destinazione d’uso di riferimento.
Ovviamente, il soggetto in questione dovrebbe avere un conto in sospeso con il lettore e sua moglie per fargli tale sgarbo anche se molti (esperienza professionale) procedono con questi esposti solo per il piacere di farlo, per importunare le persone.
In questo caso, il lettore e sua moglie potrebbero incorrere in una sanzione amministrativa e, quindi, in una sanzione economica.
Si ribadisce, però, che la scelta di quale soluzione intraprendere spetta solo al lettore e a sua moglie, alla luce di tutti gli aspetti da considerare nella fattispecie in concreto (economico, amministrativo, sociale,geologico).
Articolo tratto dalla consulenza resa dall’avv. Salvatore Cirilla
Direi che l’art.1 della costituzione può essere tranquillamente abrogato. Per chi vuole lavorare, paletti dappertutto.