Indennità di disoccupazione 2019: requisiti, calcolo importo, decorrenza, date di pagamento.
Hai da poco perso il lavoro involontariamente e hai diritto alla Naspi 2019, l’indennità di disoccupazione per i dipendenti? Devi sapere che, quest’anno, l’importo massimo della Naspi aumenta dell’1,1%, assieme alla soglia utile al calcolo: la perequazione, difatti, ossia l’adeguamento delle prestazioni corrisposte dall’Inps al costo della vita, non ha effetto soltanto sulle pensioni, ma anche su alcuni sussidi a sostegno del reddito, come l’indennità di disoccupazione per i lavoratori dipendenti.
Nel dettaglio, la rivalutazione 2019 dei trattamenti Inps ha determinato l’aumento dell’importo massimo della Naspi e della soglia utile al calcolo: per l’anno 2018 i due valori risultavano rispettivamente pari a 1.314,30 euro ed a 1.208,15 euro. Ora, nel 2019, l’importo massimo della Naspi ammonta a 1.328,76 euro mensili, e la soglia utile al calcolo a 1.221,44 euro.
Ma come si calcola, nel dettaglio, la Naspi? Qual è la decorrenza di questa indennità di disoccupazione? Quali sono le date di pagamento Naspi 2019?
Procediamo per ordine e cerchiamo di fare il punto sull’indennità di disoccupazione 2019: in quali casi si ha diritto, come procedere al calcolo, come aumentano gli importi, con quale cadenza avvengono i pagamenti.
Indice
Chi ha diritto alla Naspi 2019?
Per l’anno 2019, i requisiti della Naspi non cambiano. Ricordiamo che la Naspi è l’indennità di disoccupazione che spetta alla generalità dei lavoratori subordinati. Per aver diritto alla Naspi è necessario soddisfare specifici requisiti, oltre ai requisiti necessari per ottenere lo stato di disoccupazione.
In particolare, ai fini del diritto alla Naspi è necessario soddisfare le seguenti condizioni:
- la perdita involontaria dell’occupazione
- il possesso di almeno 13 settimane di contributi da lavoro dipendente accreditate negli ultimi 4 anni;
- il possesso di almeno 30 giornate di effettivo lavoro nell’anno.
Non sono considerate le settimane di contributi che hanno già dato luogo a un’altra prestazione di disoccupazione.
Chi è considerato disoccupato nel 2019?
Perché un lavoratore ottenga lo stato di disoccupazione, in base alla normativa attuale, occorre che:
- abbia perso l’impiego involontariamente;
- dichiari, in forma telematica, al sistema informativo unitario delle politiche del lavoro, la propria immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa (Did) e alla partecipazione alle misure di politica attiva del lavoro concordate con il centro per l’impiego;
- firmi il patto di servizio.
Ulteriori adempimenti e impegni sono richiesti quando il disoccupato, sussistendo i requisiti, abbia anche diritto al reddito di cittadinanza.
Come si calcola l’importo della Naspi 2019?
Per capire come procedere per determinare l’importo 2019 della disoccupazione Naspi spettante, bisogna innanzitutto comprendere come funziona il calcolo dell’ammontare mensile della Naspi: i passaggi utili a determinare l’indennità sono illustrati in una nota circolare dell’Inps [1].
In particolare, per calcolare l’ammontare dell’indennità Naspi bisogna:
- sommare gli imponibili previdenziali (sono indicati in ogni busta paga, sotto la voce imponibile Inps) degli ultimi 4 anni, comprensivi degli elementi della retribuzione corrisposti con continuità e non corrisposti con continuità (continuativi e non continuativi) e delle mensilità aggiuntive (tredicesima, quattordicesima…);
- dividere il risultato per il numero delle settimane di contributi, indipendentemente dalla verifica del rispetto del minimale contributivo; nel calcolo devono essere considerate tutte le settimane per le quali sono stati versati contributi, indipendentemente dal fatto che esse siano interamente o parzialmente retribuite;
- moltiplicare il risultato per 4,33.
Con riferimento all’anno 2018, se l’importo che si ottiene è pari o inferiore a 1.208,15 euro, ammonta al 75% di questo importo; se è superiore si aggiunge anche il 25% della differenza tra l’imponibile e i 1.208,15 euro. La Naspi non può mai superare, comunque, 1.314,30 euro mensili.
Con riferimento all’anno 2019, considerando la rivalutazione dell’1,1%, se l’importo che si ottiene è pari o inferiore a 1.221,44 euro, l’indennità sarà il 75% di questo importo; se è superiore si aggiunge anche il 25% della differenza tra l’imponibile e i 1.221,44 euro. La Naspi non può mai superare, comunque, 1.328,76 euro mensili. Questi importi sono stati recentemente confermati dall’Inps con un’apposita circolare [2].
L’indennità diminuisce del 3% al mese a decorrere dal primo giorno del quarto mese di fruizione.
Come si calcola l’importo della Naspi 2019 per i lavoratori part-time?
Per i lavoratori il cui contratto di lavoro aveva un orario ridotto (part-time o tempo parziale), la Naspi deve essere ugualmente calcolata con i passaggi appena esposti: come base, deve essere sempre considerata la retribuzione imponibile media mensile degli ultimi 4 anni (nei quali però risulteranno periodi a retribuzione ridotta, a causa del part-time) e bisogna sempre tener conto della soglia corrispondente alla percentuale del 75% dell’imponibile medio mensile.
Ad esempio, se per un lavoratore part time risulta un imponibile medio mensile, con riferimento agli ultimi 4 anni, pari a mille euro, la Naspi è pari a 750 euro mensili, che spettano in base alla durata calcolata. Se in base alla durata calcolata risultano, oltre ai mesi interi, frazioni di mese, l’importo mensile spettante va diviso per 30 e moltiplicato per il numero di giornate della frazione di mese: ad esempio, se spettano 45 giorni di Naspi, si ha diritto a 750 euro per 30 giorni più 375 euro per gli ulteriori 15 giorni.
Quanto dura la Naspi 2019?
Per quanto riguarda la determinazione della durata della Naspi, nel 2019 non ci sono variazioni rispetto agli anni precedenti: il beneficiario riceve difatti l’indennità per un numero di settimane pari alla metà di quelle coperte da contributi negli ultimi 4 anni, sino a una durata massima di 24 mesi.
Come si verificano le settimane utili Naspi 2019?
In particolare, per quanto riguarda la verifica delle settimane di contributi nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione, ai fini del diritto alla prestazione sono valide tutte le settimane retribuite, purché per esse risulti, anno per anno, complessivamente erogata o dovuta una retribuzione non inferiore ai minimali settimanali.
Per il 2019, il minimale settimanale, cioè il valore della retribuzione minima per l’accredito “intero” dei contributi è pari a 205,20 euro a settimana; in un anno è necessario raggiungere uno stipendio, al lordo dei contributi, di 10.670,40 euro.
La disposizione che considera valide soltanto le settimane in cui si raggiunge il minimale è piuttosto discussa in quanto discrimina, di fatto, i lavoratori a tempo parziale con stipendi non elevati: per il calcolo dell’ammontare della Naspi, infatti, l’imponibile va diviso per tutte le settimane di contribuzione, comprese quelle al di sotto del minimale; per determinare la durata, invece, queste settimane non contano.
Ad ogni modo, la disposizione non si applica ai lavoratori domestici, agli operai agricoli e agli apprendisti.
Ai fini del diritto alla Naspi, contano anche le settimane di contributi dovute ma non versate dal datore di lavoro, in base al principio dell’automaticità delle prestazioni [3].
Ai fini del perfezionamento del requisito richiesto di 13 settimane di contributi nei 4 anni precedenti alla domanda Naspi, si considerano utili:
- i contributi previdenziali, comprensivi della quota disoccupazione (Ds, Aspi, Naspi), versati durante il rapporto di lavoro dipendente;
- i contributi figurativi accreditati per congedo di maternità obbligatorio, se all’inizio dell’astensione risulta già versata o dovuta contribuzione;
- i periodi di congedo parentale indennizzati e goduti in costanza di rapporto di lavoro;
- i periodi di lavoro all’estero in Paesi della UEo convenzionati con l’Italia;
- i periodi di assenza dal lavoro per malattia dei figli fino agli 8 anni di età, nel limite di cinque giorni lavorativi nell’anno solare.
Sono invece considerati neutri (cioè devono essere “saltati”: i periodi del quadriennio di osservazione, cioè i 4 anni precedenti alla domanda Naspi, sono di conseguenza spostati all’indietro, quindi si devono cercare ulteriori periodi a ritroso) i seguenti periodi:
- malattia e infortunio sul lavoro nel caso non vi sia integrazione della retribuzione da parte del datore di lavoro (ovviamente nel rispetto del minimale retributivo);
- cassa integrazione straordinaria e ordinaria con sospensione dell’attività a zero ore (Cig e Cigs a zero ore);
- assenze per permessi e congedi fruiti dal lavoratore che assiste un familiare con handicap in situazione di gravità (Legge 104).
Per determinare la durata della Naspi, bisogna poi sottrarre le settimane che hanno dato luogo, negli ultimi quattro anni, ad una prestazione di disoccupazione (Naspi, Aspi, Mini Aspi, Dso, etc.). Secondo la normativa [4], infatti, ai fini del calcolo della durata della Naspi non è possibile utilizzare le settimane che abbiano già dato luogo ad un trattamento di disoccupazione, con la conseguenza che queste settimane vanno tolte, riducendo la durata massima potenziale della nuova prestazione.
Dopo quanto arriva la Naspi 2019?
Hai inviato all’Inps la domanda di disoccupazione nei termini (per esserne sicuro, leggi: Come e quando fare la domanda Naspi), sei assolutamente certo di possedere tutti i requisiti, però l’assegno non ti è ancora arrivato, dopo mesi? Purtroppo, non sei il solo a cui è capitato un problema del genere: periodicamente, difatti, soprattutto nei periodi in cui le domande di Naspi sono molto numerose, come alla fine della stagione estiva, la liquidazione delle indennità di disoccupazione avviene in ritardo, ben dopo l’ottavo giorno successivo alla data di cessazione del rapporto di lavoro (è questa la data di decorrenza della Naspi, nella generalità dei casi).
Il ritardo, talvolta, non è dovuto a un sovraccarico delle pratiche, ma anche alla mancanza di documenti necessari alla liquidazione dell’indennità, come il modello SR163contenente i dati per il pagamento della prestazione. Casi particolari possono inoltre riscontrarsi se la cessazione del rapporto di lavoro avviene per motivi disciplinari.
Quando si presenta la domanda di Naspi 2019?
Devi tener presente, come osservato, che l’indennità di disoccupazione decorre a partire dall’ottavo giorno dalla cessazione del rapporto di lavoro; se la domanda di disoccupazione, però, è inviata successivamente, la decorrenza parte dalla data d’invio dell’istanza. Dalla data di termine del rapporto, ci sono in tutto 68 giorni per inviare la domanda (salvo eventuali casi di sospensione della decorrenza, ad esempio alcune ipotesi di malattia, come vedremo tra poco).
Decorrenza Naspi 2019: casi particolari
Abbiamo appena osservato che la Naspi decorre dall’ottavo giorno dalla data di cessazione del rapporto di lavoro, se la domanda è presentata entro 8 giorni, o dal giorno successivo alla domanda, se questa viene presentata dopo 8 giorni dalla cessazione, ma entro i 68 giorni previsti.
Ci sono dei casi, però, in cui la decorrenza della Naspi è differente; in particolare, l’indennità decorre:
- dall’ottavo giorno dopo il termine del periodo di maternità, malattia, infortunio sul lavoro/malattia professionale o preavviso, se si presenta la domanda entro 8 giorni, oppure dal giorno successivo alla domanda se viene presentata dopo l’ottavo giorno ma entro i 68 giorni;
- in caso di licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo, cioè per motivo disciplinare, l’indennità decorre con 30 giorni di ritardo rispetto alla generalità delle ipotesi, quindi decorre:
- dal trentottesimo giorno dalla perdita dell’impiego, se si presenta la domanda entro 38 giorni;
- dal giorno successivo alla domanda, se viene presentata oltre i 38 giorni dopo il licenziamento, ma entro 98 giorni di legge.
Date di pagamento Naspi 2019
L’Inps non ha mai predisposto un calendario di pagamento Naspi, né per il 2019, né per le annualità precedenti, alla pari del calendario di pagamento delle pensioni.
Di solito, l’Inps rende note le date di pagamento della Naspi entro i primi 10 o 15 giorni del mese, ed i pagamenti avvengono entro metà mese (ma è capitato che in alcuni casi siano addirittura slittati al 19 e al 20 del mese). L’istituto non paga l’indennità lo stesso giorno del mese: la data di pagamento varia anche nel caso in cui si tratti del primo e dell’ultimo mese di liquidazione della disoccupazione.
Possono essere pagati con scadenze diverse, inoltre, il bonus Renzi da 80 euro e gli assegni familiari.
In ogni caso, l’indennità Naspi pagata mensilmente si riferisce al mese precedente (può riferirsi, eventualmente, anche a periodi arretrati): ad esempio, la Naspi di febbraio 2019 è pagata nel mese di Marzo 2019.
Tieni anche presente che, in specifiche ipotesi, la Naspi può essere sospesa o ridotta.
note
[1] Inps Circ. n. 94/2015.
[2] Inps circ. n.5/2019
[3] Art.2116 Cod. Civ.
[4] D.lgs. 22/2015.
Immagine: Disoccupato con le tasche vuote, autore Vitaly Raduntsev