Come verificare dove lavora una persona


Reperire informazioni e accedere alle banche dati per sapere in quale azienda una persona è dipendente e qual è il suo datore di lavoro, quanto guadagna e che tipo di contratto ha.
Non è una questione di curiosità né di volersi impicciare degli affari altrui: verificare dove lavora una persona può essere strumentale alla difesa dei propri diritti in tribunale o al recupero di crediti riconosciuti da un provvedimento del giudice. Ad esempio, un uomo che sta versando gli alimenti all’ex moglie potrebbe voler avere informazioni in merito al suo eventuale rapporto di lavoro e, in tal caso, allo stipendio da questa percepito in modo da ricorrere al giudice e chiedere una revisione dell’assegno di mantenimento. Il creditore può essere spinto dall’esigenza di pignorare un quinto dello stipendio del proprio debitore ma, prima di ciò, deve sapere quale azienda glielo versa. Le stesse autorità (come la finanza) o i pubblici ufficiali (come gli ufficiali giudiziari o i postini) possono essere interessati a conoscere il domicilio lavorativo di una persona per effettuare accertamenti o consegnare atti giudiziari (si pensi alle verifiche sull’assegno di disoccupazione percepito da chi lavora in nero). Ma come verificare dove lavora una persona? A ben vedere ogni rapporto di lavoro – salvo sia irregolare – è pubblico: risulta infatti presso gli uffici della Direzione del Lavoro, dovendo ad essa essere sempre comunicata l’assunzione.
Insomma, l’esistenza di un contratto di lavoro viene “schedata” e, di sicuro, è nota tanto alle autorità amministrative (che controllano l’adempimento delle comunicazioni da parte del datore di lavoro) quanto al fisco (che invece verifica l’esattezza delle dichiarazioni dei redditi compresi quelli di lavoro dipendente).
Il punto però è comprendere chi può accedere a tali archivi e per quali esigenze.
Qui di seguito tenteremo di dare alcune spiegazioni sulla base di quanto previsto dalla legge e dalle ultime sentenze.
Indice
Diritto di accesso agli atti amministrativi
Si chiama FOIA, acronimo che sta per Freee Of Information Act, ossia legge sulla libertà di informazione, ed è la normativa che regola il cosiddetto diritto di accesso del privato agli atti della pubblica amministrazione. La regola generale è che ogni cittadino ha la possibilità di ottenere copia degli atti amministrativi in virtù del principio di trasparenza che la pubblica amministrazione è tenuta a mantenere. Ma, a volte, vi sono ulteriori interessi meritevoli di tutela che necessitano di essere rispettati.
Dunque quando il diritto di accesso non si pone in contrasto con la privacy di un altro privato, ma attiene solo ai procedimenti interni alla pubblica amministrazione, esso non trova limiti: il richiedente può presentare un’istanza senza dover motivare le ragioni che lo muovono. Al contrario, quando in ballo c’è un controinteressato, il richiedente deve dimostrare di avere un valido e giustificato interesse alle suddette informazioni.
Queste regole valgono anche con riferimento ai rapporti di lavoro, ma con le precisazioni che qui di seguito diremo. Premesso che conoscere l’esistenza di un rapporto di lavoro potrebbe anche implicare l’intromissione nelle questioni economiche del lavoratore, la legge richiede un interesse qualificato particolarmente rilevante. Sicché, alla luce di ciò che oggi è possibile fare, ecco in quali ipotesi è consentito chiedere alla pubblica amministrazione dove lavora una persona e in quale modo farlo.
Recupero crediti: conoscere dove lavora una persona per pignorarle lo stipendio
La prima – e forse più tradizionale – esigenza che può spingere qualcuno a sapere dove lavora una persona è l’interesse all’avvio di un pignoramento dello stipendio. Si tratta di una procedura esecutiva meglio nota come pignoramento presso terzi. Vi si ricorre quando si ha un credito da riscuotere, precedentemente riconosciuto da una sentenza o da un decreto ingiuntivo, oppure sancito da una cambiale, un assegno protestato o un contratto di mutuo firmato davanti a un notaio. Non si può pignorare lo stipendio con una semplice fattura o una bolletta non pagata se prima il creditore non si procura un “titolo esecutivo” (ossia un provvedimento di condanna del giudice che può appunto essere una sentenza o un’ingiunzione di pagamento).
Prima di avviare l’esecuzione forzata e, nel nostro caso, il pignoramento presso terzi, la legge impone al creditore di notificare al debitore un ultimo avvertimento detto atto di precetto, con cui gli assegna gli “ultimi” 10 giorni per pagare.
Ebbene, la legge consente al creditore, dopo la notifica del precetto, di sapere dove lavora il debitore al fine di pignorargli il quinto dello stipendio. Lo può fare presentando un’apposita istanza al presidente del tribunale. In essa richiederà di poter accedere alla cosiddetta Anagrafe tributaria, che è un data base dell’Agenzia delle Entrate in cui sono censiti tutti i redditi dei contribuenti italiani, quindi anche quelli derivanti da rapporto di lavoro dipendente. In questo modo è possibile sapere dove lavora il debitore.
Processi di separazione e divorzio: dove lavora l’ex coniuge?
Similmente ai rapporti tra creditore e debitore anche i rapporti tra ex coniugi presentano conflittualità tali da rendere necessario per l’uno conoscere dove lavora e quanto guadagna l’altro. Questo perché, come noto, è proprio dal reddito che dipende l’entità dell’assegno di mantenimento ed ogni sua variazione può comportare, anche dopo l’iniziale sentenza, una rettifica di tale importo.
Di recente la giurisprudenza si è dibattuta su una questione piuttosto interessante: per conoscere la dichiarazione dei redditi del coniuge (o già ex coniuge) è necessario prima instaurare la causa davanti al giudice e chiedere che sia quest’ultimo a intimare all’Agenzia delle Entrate l’esibizione delle carte o può già farlo da sé, motivando ovviamente tale richiesta con le questioni di diritto matrimoniale? La risposta data da numerosi giudici ha sposato quest’ultima soluzione: leggi Posso avere la dichiarazione dei redditi del coniuge dal fisco?
In buona sostanza, il marito o la moglie può rivolgersi direttamente all’ufficio delle imposte e, motivando la propria richiesta con le esigenze rivolte alla tutela in una causa di separazione, divorzio o di revisione dell’assegno di mantenimento, sapere dove lavora l’ex coniuge (o “futuro” ex) e soprattutto quanto percepisce di stipendio. Non ha quindi necessità di una previa autorizzazione giudiziale.
Come verificare dove lavora una persona con internet
Fuori da queste due ipotesi non esistono altri sistemi – attualmente sdoganati dalla giurisprudenza – per verificare dove lavora una persona. Salvo ammettere la possibilità che sussistano degli interessi talmente rilevanti, e tutelati dalla Costituzione, da poter comprimere il contrapposto diritto alla privacy.
Questo però non toglie che ci possono essere dei sistemi alternativi per effettuare le indagini. Ecco quali sono.
Esistono agenzie investigative private che fanno ricerche per sapere dove vive e dove lavora una persona. Ne puoi trovare già molte su internet. La loro attività si sostanzia nell’effettuare pedinamenti, quando non vi siano altri documenti pubblici da cui comprendere in quale azienda il soggetto in questione presta servizio. Naturalmente si tratta di incarichi a pagamento. Sarà bene che contratti in anticipo il compenso per non trovarti dinanzi a brutte sorprese.
Il pedinamento, in sé, non è ritenuto illecito a meno che non venga fatto insistentemente e con modalità tali da creare allarme nella “vittima”.
Al di là di ciò, puoi anche verificare tramite social network. Su Facebook, ad esempio, gli utenti lasciano molte tracce in merito alla propria vita personale. Spesso su Instagram vengono postate foto dal proprio posto di lavoro o con i colleghi di ufficio.
Naturalmente puoi estendere la stessa ricerca su Google, digitando il nome e cognome della persona sulle cui tracce ti sei messo per raccogliere i dati da questi lasciati in rete.
Sicuramente il posto migliore su internet dove versare dove una persona lavora è LinkedIn che contiene tutte le informazioni sul curriculum delle persone. Di solito, infatti, sulla piattaforma social vengono indicate tutte le esperienze lavorative passate e presenti degli iscritti. Se la persona di cui ti stai occupato ha creato un proprio account potrai certamente conoscerne “vita, morte e miracoli”. Difatti, nulla viene tralasciato su LinkedIn proprio al fine di mettersi sul mercato del lavoro e non farsi sfuggire occasioni interessanti.
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Autore immagine: lavoratori professionisti di Flamingo Images