Indennità di accompagnamento e invalidità civile sono la stessa cosa?


Diritti dell’invalido: quali sono? Accompagnamento: cos’è e a chi spetta? Quali sono le differenze tra indennità di accompagnamento e invalidità?
Lo Stato aiuta quanti, a causa delle patologie di cui purtroppo soffrono, non possono compiere gli atti della vita quotidiana, oppure non riescono ad inserirsi nel mondo lavorativo con le stesse opportunità che hanno, invece, quanti godono di buona salute. Se queste persone venissero lasciate a sé stesse, probabilmente non riuscirebbero a far fronte alle difficoltà cui vanno incontro. Per tali ragioni, la legge prevede degli strumenti che permettono a chi soffre di particolari patologie di poter alleviare la propria condizione: si tratta essenzialmente del riconoscimento dell’indennità di accompagnamento e dell’invalidità civile.
Tra questi due istituti c’è una notevole differenza: mentre il primo (cioè, l’indennità di accompagnamento) consiste solamente nell’elargizione di un beneficio economico, il riconoscimento dello status di invalido civile comporta la concessione di alcune agevolazioni in ambito sanitario e/o lavorativo e, solamente nel caso in cui la percentuale riconosciuta sia rilevante, anche di un sussidio economico. Indennità di accompagnamento e invalidità civile: sono la stessa cosa? Se questo argomento ti interessa, allora prosegui nella lettura.
Indice
Invalidità civile: cos’è?
Per capire se l’indennità di accompagnamento e l’invalidità civile sono la stessa cosa oppure no, devo necessariamente darti una definizione di questi due istituti, cominciando dall’invalidità.
Secondo la legge [1], l’invalidità civile è riconosciuta a chiunque sia affetto da malattie che compromettono la normale capacità lavorativa, se la persona è in età da lavoro (cioè tra i diciotto e i sessantacinque anni e sette mesi), ovvero da renderlo incapace di svolgere le attività tipiche della sua età, qualora non rientrasse nella categoria anzidetta (quindi se minore di diciotto o maggiore di sessantacinque anni).
I cittadini con età superiore ai sessantacinque anni e sette mesi, dunque, possono chiedere il riconoscimento dello stato invalidante quando abbiano difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni della propria età. Allo stesso modo, il minore di diciotto anni dovrà dimostrare di versare in condizioni di difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni della propria età, al fine di avere diritto all’indennità di frequenza.
Quali sono i diritti di chi è invalido?
Alla persona riconosciuta invalida spettano alcune agevolazioni, proporzionate in ragione del grado di invalidità diagnosticato dalla commissione medica competente. Ed infatti, la legge ha predisposto una tabella [2] ove sono inserite tutte le patologie che conferiscono il diritto all’invalidità, specificandone altresì la misura, cioè la percentuale: ad esempio, a chi soffre di epilessia con crisi plurisettimanali (o, comunque, molto frequenti), spetta un’invalidità pari al cento per cento; la stessa patologia, se caratterizzata da crisi più sporadiche, può dare diritto anche soltanto al dieci o al quaranta per cento.
In maniera sintetica, possiamo dire i diritti dell’invalido civile sono i seguenti:
- invalidità pari o superiore al 34% (soglia minima): prestazioni di carattere socio-assistenziale quali, prestazioni protesiche e ortopediche;
- invalidità pari o superiore al 46%: iscrizione al collocamento mirato;
- invalidità pari o superiore al 50%: congedo straordinario per cure (se previsto dal Ccnl);
- invalidità pari o superiore al 67%: esenzione parziale pagamento ticket per visite specialistiche, esami e diagnostica strumentale.
- invalidità pari o superiore al 74%: assegno mensile di assistenza;
- invalidità pari al 100%: pensione d’inabilità.
Indennità di accompagnamento: cos’è?
L’indennità di accompagnamento presuppone il riconoscimento dell’invalidità civile, ma non è la stessa cosa: si tratta di istituto autonomo che, seppur strettamente collegato all’invalidità, ha come scopo quello di sostenere economicamente la persona affetta da grave patologia.
Secondo la legge [3], la persona invalida al 100% che sia anche incapace di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore o con necessità di assistenza continua o che non sia in grado di compiere autonomamente gli atti quotidiani della vita, ha diritto anche all’indennità di accompagnamento, a prescindere dai requisiti economici (cioè dal reddito).
Accompagnamento: a chi spetta?
Secondo l’ordinamento giuridico italiano, dunque, l’indennità di accompagnamento spetta ai mutilati ed invalidi civili totalmente inabili per affezioni fisiche o psichiche, quando la commissione medica abbia accertato che questi soggetti si trovino nell’impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore o, non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita, abbisognano di un’assistenza continua. La medesima indennità è concessa agli invalidi civili minori di diciotto anni che si trovano nelle condizioni sopra indicate.
L’indennità di accompagnamento consiste nell’elargizione di una somma mensile che non fa reddito e non è pignorabile: si tratta, infatti, di una misura assistenziale ritenuta intoccabile dallo Stato. Inoltre, la predetta indennità prescinde da ogni requisito economico, cioè dal reddito posseduto dall’inabile, ed è indipendente dall’età.
Indennità di accompagnamento e invalidità: differenze
In pratica, indennità di accompagnamento e invalidità civile differiscono perché:
- l’indennità di accompagnamento consiste esclusivamente in un aiuto economico;
- l’indennità di accompagnamento non è riconosciuta in percentuale: si tratta di un beneficio che è concesso oppure negato completamente;
- l’indennità presuppone il riconoscimento di un’invalidità massima, cioè pari al cento per cento, il che significa essere riconosciuto come totalmente inabile e, pertanto, incapace di lavorare o di attendere ai bisogni della vita quotidiana.
note
[1] Legge n. 118 del 30.03.1971.
[2] Decreto Ministeriale del 05.02.1992.
[3] Legge n. 18 del 11.02.1980.
Immagine: persona su sedia a rotelle di Vchal
Buongiorno, non riesco più ad andarne fuori!!
Soffro di epilessia farmacoresistente ho crisi plurisettimanali e necessito di assistenza, ho il 100% di invalidità con la legge 104 art 3 comma 3 ho fatto l’aggravamento e l’unica cosa che mi hanno dato in più è stata la Disabilita’ Neurologica rifiutandomi ancora l’accompagnamento!! Ho avuto il 3 Aprile la visita neurologica e il neurologo mi scrive ancora che ho bisogno di assistenza 24h . Non ho la possibilità di un avvocato, cosa posso fare??
Sono disperata!! Grazie, Nicoletta.
Gent.ma Sig.ra,
contro il verbale Inps è possibile fare ricorso nel termine di sei mesi. Se non può permettersi un avvocato potrà sempre avvalersi del patrocinio a spese dello Stato: in questo modo un avvocato potrà seguirLa gratuitamente. Legga il seguente articolo per saperne di più:
https://www.laleggepertutti.it/279625_patrocinio-a-spese-dello-stato-il-vademecum-per-listanza
Buongiorno mio padre percepisce l’invalidità di 500 euro c. Ca posso chiedere anche l ‘indennità di accompagnamento? Grazie
Walter puoi trovare maggiori informazioni nei seguenti articoli:
-Indennità di accompagnamento 2019 https://www.laleggepertutti.it/271742_indennita-di-accompagnamento-2019
-Indennità di accompagnamento: ultime sentenze https://www.laleggepertutti.it/279053_indennita-di-accompagnamento-ultime-sentenze
-Indennità di accompagnamento https://www.laleggepertutti.it/271902_indennita-di-accompagnamento
-Indennità di accompagnamento: cosa comporta https://www.laleggepertutti.it/198687_indennita-di-accompagnamento-cosa-comporta