Attendibilità della persona offesa; violenza sessuale; concussione; maltrattamenti in famiglia; lesioni personali.
Indice
- 1 Attendibilità delle dichiarazioni della persona offesa
- 2 Valutazione dell’attendibilità delle dichiarazioni rese dalla persona offesa
- 3 Litigiosità tra le parti
- 4 Decisione del giudice
- 5 Lesioni personali
- 6 Sufficienza probatoria delle dichiarazioni della persona offesa
- 7 Le dichiarazioni della persona offesa costituita parte civile
- 8 Versioni contraddittorie della persona offesa
- 9 Credibilità della persona offesa
- 10 Attendibilità oggettiva e soggettiva
- 11 Reati sessuali: la deposizione della vittima minorenne
- 12 Attendibilità intrinseca del racconto
- 13 Piena efficacia testimonianza della persona offesa
- 14 Dichiarazioni rese dalla persona offesa nel processo penale
- 15 Quando c’è la necessità di ulteriori prove oltre la testimonianza della persona offesa?
- 16 Attendibilità della vittima di stalking e violenza sessuale
- 17 Non attendibilità della testimonianza della persona offesa
- 18 Valore probatorio delle dichiarazioni della persona offesa
- 19 Valenza probatoria delle dichiarazioni accusatorie della persona offesa non costituitasi parte civile
- 20 Concussione: dichiarazioni della persona offesa
- 21 Maltrattamenti in famiglia: attendibilità della persona offesa
- 22 Dichiarazioni rese dalla persona offesa: valore probatorio
- 23 Testimonianza della persona offesa: può provare la responsabilità dell’imputato?
- 24 Dichiarazioni rese nelle indagini preliminari
- 25 Valore probatorio delle dichiarazioni della vittima del reato
- 26 Dichiarazioni rese durante le indagini preliminari
- 27 Violenza sessuale: dichiarazioni della persona offesa
- 28 Divieto di porre domande suggestive
- 29 Dichiarazioni della persona offesa, poi resasi irreperibile
- 30 Gravi indizi di colpevolezza
Attendibilità delle dichiarazioni della persona offesa
Integra il reato di maltrattamenti in famiglia la condotta perpetrata per anni dal prevenuto nei confronti del coniuge, alla presenza nonché ai danni anche dei figli, mediante vessazioni fisiche e psicologiche finalizzate a creare un clima di soggiogazione delle vittime. A nulla rilevando ai fini della configurabilità del reato né tantomeno dell’attendibilità della vitta, il fatto che quest’ultima abbia deciso di sporgere querela solo dopo aver patito per molti anni gli abusi del coniuge, ciò nella convinzione che le cose fossero risolvibili e migliorabili.
Tribunale Nola, 18/01/2022, n.2251
Valutazione dell’attendibilità delle dichiarazioni rese dalla persona offesa
Ai fini della valutazione delle dichiarazioni rese dalla persona offesa, quanto più essa costituisca fondamentale, o addirittura unico, teste di accusa, tanto più l’attendibilità della stessa e delle sue dichiarazioni va vagliata con particolare rigore, in relazione alla costanza ed alla coerenza del racconto, alla genesi delle dichiarazioni, ad eventuali motivi di rancore nei confronti dell’imputato, ed a quant’altro utile a saggiarne la credibilità soggettiva ed oggettiva.
Tribunale Pescara, 12/01/2022, n.3087
Litigiosità tra le parti
In tema di genuinità della versione dei fatti offerta dalla persona offesa, questa è minata dall’esistenza di una forte, aspra e nota litigiosità tra le parti che non consente di ritenere del tutto attendibile le dichiarazioni della vittima vieppiù ove in contrasto con le versioni del testi, terzi al rapporto tra le parti. Cosicché, nel caso di specie, non può ritenersi provato oltre ogni ragionevole dubbio che il prevenuto si fosse introdotto nel cortile di proprietà della vittima senza il consenso della stesa.
Tribunale Nola, 11/01/2022, n.2118
Decisione del giudice
Le dichiarazioni della persona offesa ai fini di costituire fondamento della decisione del giudice a fondamento dell’affermazione della responsabilità penale del prevenuto, non necessitano di specifici ed ulteriori riscontri, ma deve essere effettuata una previa verifica penetrante e rigorosa rispetto a quella che viene svolta per le dichiarazioni dei testimoni, ai fini di valutare la credibilità soggettiva e l’attendibilità intrinseca.
Corte appello Taranto, 10/01/2022, n.919
Lesioni personali
L’attendibilità delle dichiarazioni testimoniali rilasciate dalla persona offesa necessitano di un attento vaglio in ordine alla loro credibilità nel caso in cui la p.o. si sia costituita parte civile, vieppiù nel caso in cui i fatti narrati si inseriscano in un quadro di grave conflittualità tra le parti. Tuttavia devono essere ritenute credibili le dichiarazioni in ordine alle lesioni personali subite quando vi siano altri elementi di riscontro, quali i referti medici nel caso di specie, che consentono di ritenere fondata la versione della vittima.
Tribunale Taranto sez. I, 07/12/2021, n.2233
Sufficienza probatoria delle dichiarazioni della persona offesa
Anche in relazione alla testimonianza della persona offesa trova applicazione il principio del libero convincimento del giudice che può ritenere sufficienti tali elementi probanti, anche in caso di assenza di elementi esterni di riscontro, purché le vagli con attenzione, accertandone attentamente la coerenza logica e la credibilità utilizzando elementi ricavabili dagli atti e dallo svolgimento del processo.
Tribunale Napoli sez. III, 26/11/2021, n.10336
Le dichiarazioni della persona offesa costituita parte civile
In tema di valutazione della prova penale, la prova dichiarativa acquisita dalla persona offesa costituita parte civile esige un vaglio particolarmente rigoroso, mediante riscontro intrinseco ed estrinseco del narrato, atteso che, in tal caso, essa vanta una specifica pretesa economica, alla restituzione e al risarcimento del danno, la cui soddisfazione discende dall’accertamento della responsabilità dell’imputato.
Tribunale Torre Annunziata, 23/11/2021, n.2288
Versioni contraddittorie della persona offesa
In un quadro contradditorio e caotico rappresentato dalla persona offesa con varie versioni discordanti dei medesimi fatti, ed alla luce di un confermato litigio con il coniuge che l’ha portata a rifugiarsi presso gli imputati nella medesima sera in cui ha subito lesioni e di una rappresentazione di un’assolutamente immotivata aggressione da parte dei medesimi soggetti che le stavano offrendo sostegno, non può ritenersi con certezza che le lesioni siano state provocate dai soggetti individuati dalla stessa p.o. quali aggressori.
Tribunale Taranto sez. I, 22/11/2021, n.1633
Credibilità della persona offesa
In presenza di un accusatore ritenuto non credibile per alcuni fatti di reato denunciati, tanto più in vicende nelle quali il rapporto tra accusatore ed accusato si inserisce nell’ambito di una pregressa relazione sentimentale tra i due accompagnata da una lunga convivenza familiare, non è possibile ritenere che per altri fatti, commessi a danno dell’accusatore nel medesimo contesto e dalla stessa persona accusata, la credibilità della persona offesa possa ritenersi sufficiente a pronunciare condanna al di là di ogni ragionevole dubbio sulla base di un giudizio di semplice attendibilità intrinseca e di oggettiva credibilità di questo ulteriore distinto narrato, allorquando lo stesso non sia accompagnato da altri indici rivelatori che quella attendibilità possano in qualche modo confermare.
Cassazione penale sez. II, 27/10/2021, n.43665
Attendibilità oggettiva e soggettiva
In tema di valutazione della prova penale, la deposizione della persona offesa, come ogni deposizione, è soggetta ad una valutazione di attendibilità intrinseca ed estrinseca del teste. Ma una volta che il giudice l’abbia motivatamente ritenuta veritiera, essa processualmente costituisce prova diretta del fatto e non mero indizio, senza che abbisogni neppure di riscontri esterni, quando non sussistano situazioni che inducano a dubitare della sua attendibilità. Ne deriva che, nel rispetto delle suddette condizioni, anche la deposizione della persona offesa dal reato, pur se non può essere equiparata a quella del testimone estraneo, può essere anche da sola assunta come fonte di prova della colpevolezza del reo.
Tribunale Potenza, 01/10/2021, n.1008
Reati sessuali: la deposizione della vittima minorenne
In tema di reati sessuali, una volta accertata la capacità di comprendere e riferire i fatti della persona offesa minorenne, la sua deposizione deve essere inquadrata in un più ampio contesto sociale, familiare e ambientale, al fine di escludere l’intervento di fattori inquinanti in grado di inficiarne la credibilità.
Tribunale Ferrara, 01/10/2021, n.915
Attendibilità intrinseca del racconto
Le regole dettate dall’ art. 192, co. 3, c.p.p. non si applicano alle dichiarazioni della persona offesa, le quali possono essere legittimamente poste da sole a fondamento dell’ affermazione di penale responsabilità dell’ imputato, previa verifica, corredata da idonea motivazione, della credibilità soggettiva del dichiarante e dell’attendibilità intrinseca del suo racconto, che peraltro deve in tal caso essere più penetrante e rigorosa rispetto a quella cui vengono sottoposte le dichiarazioni di qualsiasi testimone, trattandosi comunque di soggetto non neutro di fronte alla vicenda penale.
Tribunale Taranto sez. I, 27/09/2021, n.1664
Piena efficacia testimonianza della persona offesa
Pur potendosi riconoscere alla testimonianza della persona offesa piena efficacia probatoria secondo la regola generale espressa dall’ art. 192 co. 1 c.p.p., tale prova deve comunque essere valutata con maggiore cautela, specialmente ove sia costituita parte civile, atteso l’ interesse di cui essa è portatrice, dovendosi dunque sottoporre l’attendibilità delle dichiarazioni della parte lesa a valutazione più rigorosa rispetto al generico vaglio cui vanno sottoposte le dichiarazioni di ogni testimone; ciò , tuttavia, senza che debbano trovare applicazione le regole probatorie dettate dall’ art. 192 co. 3 e 4 c.p.p., che richiedono la presenza di riscontri esterni, ma verificando che non risultino acquisiti elementi specifici incompatibili con quanto raccontato dal teste, comunque operando un vaglio di credibilità e ricorrendo a qualsiasi elemento idoneo a escludere l’ intento calunniatorio del dichiarante.
Tribunale Taranto sez. I, 20/09/2021, n.1255
Dichiarazioni rese dalla persona offesa nel processo penale
Nel processo penale, le dichiarazioni rese dalla persona offesa possono essere poste da sole a fondamento dell’ affermazione della penale responsabilità dell’ imputato, senza che sia indispensabile applicare le regole probatorie di cui all’ art. 192 c.p.p., commi 3 e 4, pur essendo indispensabile una previa verifica positiva della credibilità soggettiva del dichiarante e dell’ attendibilità intrinseca del suo racconto.
Tribunale Bari sez. II, 17/09/2021, n.2382
Quando c’è la necessità di ulteriori prove oltre la testimonianza della persona offesa?
In una situazione di noto e prolungato rapporto conflittuale tra vicini, la testimonianza del condomino vittima di minaccia necessita di un riscontro esterno al fine di fugare qualsivoglia dubbio circa la veridicità dell’ episodio minatorio, stante la presenza dei dissidi tra le parti. pertanto è necessaria la sussistenza di ulteriori elementi di prova atti a corroborare le dichiarazioni della persona offesa.
Tribunale Taranto sez. II, 30/08/2021, n.1116
Attendibilità della vittima di stalking e violenza sessuale
In materia di stalking e violenza sessuale ai danni del coniuge o ex coniuge l’ attendibilità dei racconti della persona offesa non è inficiata dal fatto che la stessa abbia deciso di denunciare i fatti solo un volta raggiunta la consapevolezza di cosa effettivamente costituissero gli atteggiamenti del prevenuto, solo dopo aver intrapreso un percorso di tutela ed affrancamento presso un centro antiviolenza.
Corte appello Taranto, 06/08/2021, n.648
Non attendibilità della testimonianza della persona offesa
Le dichiarazioni rese in sede dibattimentale dalla persona offesa e che siano caratterizzate da enormi lacune sulla violenta aggressione subita e finalizzata alla rapina che si presentino lacunose, stranamente discordanti e prive di coerenza, rendono non attendibile la testimonianza ella persona offesa; e nel caso in cui essa sia l’unico testimone, un siffatta testimonianza non consente di valutare sussistente la penale responsabilità dell’imputato.
Tribunale Vicenza, 16/06/2021, n.341
Valore probatorio delle dichiarazioni della persona offesa
La deposizione della persona offesa può, anche da sola, essere posta a fondamento di una sentenza di condanna, per il valore equiparato a quello di una testimonianza che il legislatore attribuisce alla stessa. In particolare, le dichiarazioni della persona offesa, a differenza di quelle rese da uno dei soggetti previsti dall’art. 192, commi 3 e 4, c.p.p., non necessitano d’alcun riscontro esterno. La persona offesa, però, è pur sempre portatrice di un interesse antagonistico a quello dell’imputato o degli imputati, per questo è richiesto che la sua testimonianza sia sottoposta ad un vaglio particolarmente rigoroso in ordine alla sua credibilità soggettiva e oggettiva.
Tribunale Vicenza, 01/06/2021, n.261
Valenza probatoria delle dichiarazioni accusatorie della persona offesa non costituitasi parte civile
Ove la persona offesa non si sia costituita parte civile, le sue dichiarazioni devono ritenersi a maggior ragione da sole sufficienti a fondare l’affermazione di responsabilità penale dell’imputato, purché siano valutate con il particolare rigore richiesto dall’orientamento dominante in sede di legittimità e sempre che dall’esame critico delle risultanze processuali, che il giudice di merito deve pur sempre compiere ai fini della verifica della credibilità personale della persona offesa e dell’attendibilità intrinseca delle sue dichiarazioni, non emergano risultanze processuali in grado di smentirle, cioè di inficiarne il contenuto rappresentativo (cassata, nella specie, la decisione del Giudice di Pace che aveva assolto un imputato dall’accusa di lesioni personali ai danni del suo socio; secondo il giudice del merito, la persona offesa non era credibile e le sue dichiarazioni non erano dotate di adeguati riscontri estrinseci).
Cassazione penale sez. V, 09/04/2021, n.27892
Concussione: dichiarazioni della persona offesa
In tema di prova dichiarativa, sono utilizzabili le dichiarazioni rese in qualità di testimone dalla persona offesa del reato di concussione che sia stata a sua volta denunciata dall’imputato per calunnia, in quanto l’incompatibilità non sussiste nel caso in cui i reati reciprocamente commessi si collochino in contesti spaziali e temporali diversi.
Cassazione penale sez. VI, 22/01/2019, n.6938
Maltrattamenti in famiglia: attendibilità della persona offesa
L’ attendibilità della persona offesa per la quale è necessario un riscontro più rigoroso se è portatrice di interessi, nel reato di maltrattamenti in famiglia, per il quale in genere il riscontro non può essere fatto attraverso altre testimonianze perché consumato in genere nell’intimità della vita domestica, è necessario valorizzare elementi idonei a confortare la credibilità del narrato.
(Nel caso di specie,le dichiarazioni delle persone offese del reato di maltrattamenti in famiglia erano intrinsecamente attendibili, analitiche e prive di contraddizioni, nè erano emersi, durante il dibattimento, elementi che consentivano di dubitare della credibilità delle stesse).
Tribunale Torre Annunziata, 18/12/2018, n.2803
Dichiarazioni rese dalla persona offesa: valore probatorio
Ai fini della prova del reato dedotto in giudizio, le dichiarazioni rese dalla persona offesa del reato non rappresentano dati utili dai quali poter inferire che la condotta in danno di questa siano attribuibili specificamente all’imputata.
Corte appello Perugia, 01/10/2018, n.937
Testimonianza della persona offesa: può provare la responsabilità dell’imputato?
In tema di prova nel processo penale, la testimonianza della persona offesa, ove ritenuta intrinsecamente attendibile, costituisce una vera e propria fonte di prova, purché la relativa valutazione sia sorretta da un’adeguata motivazione, che dia conto dei criteri adottati e dei risultati acquisiti. Le dichiarazioni della vittima saranno ancor più credibili ove siano confortate da elementi di riscontro, tali da escludere circostanze incompatibili con la condotta contestata.
Cassazione penale sez. V, 17/12/2018, n.16351
Dichiarazioni rese nelle indagini preliminari
Nell’ipotesi di inosservanza delle regole contenute negli artt. 63 e 64 cod. proc. pen., le dichiarazioni rese dall’indagato nei confronti di persone sottoposte ad indagini anche per altre ipotesi di reato di cui il dichiarante sia persona offesa, sono utilizzabili nel caso di assenza di qualunque interferenza tra le fattispecie di reato, poiché in siffatta ipotesi il dichiarante assume la veste di “testimone comune” anche all’interno di un procedimento nel quale è sottoposto ad indagine.
(Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto utilizzabili le dichiarazioni rese da una donna, indagata per il reato di cui all’art. 73, d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, in relazione ai diversi reati di cui agli artt. 600 e 601 cod. pen. rispetto ai quali era persona offesa).
Cassazione penale sez. V, 29/11/2018, n.575
Valore probatorio delle dichiarazioni della vittima del reato
In tema di valutazione delle dichiarazioni testimoniali della persona offesa è necessario un’approfondita indagine circa l’attendibilità delle propalazioni rese. (Nel caso di specie, le dichiarazioni rese dalle due persone offese erano discordanti e contraddittorie).
Tribunale Napoli sez. I, 26/11/2018, n.11481
Dichiarazioni rese durante le indagini preliminari
In tema di riparazione per l’ingiusta detenzione, l’autonomia del relativo giudizio rispetto a quello di cognizione fa sì che il giudice della riparazione, per apprezzare la sussistenza dei fattori ostativi del dolo o della colpa grave, possa utilizzare anche le dichiarazioni rese nel corso delle indagini preliminari da soggetti che, poi, in dibattimento si sono sottratti all’esame o hanno ritrattato, sulla base di una valutazione specifica della genuinità di queste ultime condotte.
(Nella fattispecie, la Corte ha ritenuto immune da censure l’ordinanza di rigetto della richiesta di riparazione per ingiusta detenzione, fondata sulle dichiarazioni della persona offesa, supportate, nella fase delle indagini preliminari, da altre dichiarazioni testimoniali poi fatte oggetto di ritrattazione ritenuta non genuina dal giudice della riparazione).
Cassazione penale sez. IV, 21/11/2018, n.3239
Violenza sessuale: dichiarazioni della persona offesa
In tema di violenza sessuale, le dichiarazioni della persona offesa possono essere legittimamente poste da sole a fondamento dell’affermazione di penale responsabilità dell’imputato, sicchè non operano le regole dettate dall’art. 192, commi 3 e 4, cod. proc. pen., che richiedono la presenza di riscontri esterni che confermino l’attendibilità delle parole medesime; tutto ciò, però, impone la verifica, corredata da idonea motivazione, della credibilità soggettiva del dichiarante e dell’attendibilità intrinseca del suo racconto, che peraltro deve in tal caso essere più penetrante e rigorosa rispetto a quella cui vengono sottoposte le dichiarazioni di qualsiasi testimone.
Cassazione penale sez. III, 14/11/2018, n.56117
Divieto di porre domande suggestive
Il divieto di porre domande suggestive di cui all’art. 499 c.p.p. non si applica alle dichiarazioni rese nel corso delle indagini preliminari dalla persona informata sui fatti, in quanto la norma riguarda il dibattimento e non le indagini preliminari. (Fattispecie relativa alle sommarie informazioni rese dalla persona offesa dal reato).
Cassazione penale sez. III, 06/11/2018, n.11450
Dichiarazioni della persona offesa, poi resasi irreperibile
Le sole dichiarazioni della persona offesa, acquisite ex art. 512 c.p.p., poi resasi irreperibile, se non sono confortate da ulteriori elementi, non possono condurre, ex art. 526, comma 1 bis, a declaratoria giudiziale di responsabilità dell’imputato.
Corte appello Perugia, 16/10/2018, n.990
Gravi indizi di colpevolezza
In tema di misure cautelari personali, le dichiarazioni accusatorie della persona offesa possono integrare i gravi indizi di colpevolezza richiesti per l’applicazione della misura, senza necessità di acquisire riscontri oggettivi esterni al fine della valutazione di attendibilità estrinseca.
Cassazione penale sez. I, 21/09/2018, n.44633