In questo articolo, troverai le ultime sentenze su: avviso di accertamento; lesione del diritto di proprietà; esercizio abusivo di una servitù di veduta; perdita di clientela subita dal conduttore; collegamento materiale fra l’immobile del ricorrente e quello interessato dai lavori; diminuzione di valore dell’immobile.
Indice
- 1 Avviso di accertamento: quando è illegittimo?
- 2 Valore reddituale dell’immobile
- 3 Il diritto all’indennità per perdita di avviamento
- 4 Legittimazione del proprietario confinate
- 5 Sanzione paesaggistica e valore venale acquistato dagli immobili per la trasgressione
- 6 Valore di mercato dell’immobile
- 7 Valore di mercato e valore catastale
- 8 Indennità di avviamento nella locazione commerciale: funzione e natura
- 9 Responsabilità amministrativa degli enti dipendente da reato
- 10 Revisione del classamento
Avviso di accertamento: quando è illegittimo?
E’ illegittimo l’avviso di accertamento in rettifica dell’imposta di registro, con il quale l’Agenzia delle Entrate contesta il maggior valore dell’immobile in luogo di quello dichiarato, emesso solo sulla base della valutazione dei valori OMI.
A fronte di specifiche contestazioni del contribuente sull’unico elemento di valutazione comparativo, l’Erario ha l’onere di dimostrare la congruità dei valori utilizzati per la comparazione, argomentando in merito alle specifiche questioni proposte.
Comm. trib. reg. Catania, (Sicilia) sez. XV, 21/05/2019, n.3131
Valore reddituale dell’immobile
La lesione del diritto di proprietà, conseguente all’esercizio abusivo di una servitù di veduta, è di per sé produttiva di un danno, il cui accertamento non richiede, pertanto, una specifica attività probatoria e per il risarcimento del quale il giudice deve procedere ai sensi dell’art. 1226 c.c., adottando eventualmente, quale parametro di liquidazione equitativa, una percentuale del valore reddituale dell’immobile, la cui fruibilità sia stata temporaneamente ridotta.
Cassazione civile sez. VI, 13/05/2019, n.12630
Il diritto all’indennità per perdita di avviamento
L’indennità per la perdita di avviamento ha la funzione di riequilibrare la posizione delle parti, onde compensare, da un lato, la perdita di clientela subita dal conduttore e, dall’altro, di evitare che il locatore possa realizzare un arricchimento senza causa per effetto dell’incremento di valore dell’immobile dovuto all’attività del conduttore; il diritto all’indennità sorge, del resto, per il solo fatto dell’avvenuta cessazione del rapporto locatizio, senza che incomba sul conduttore alcun particolare onere probatorio circa l’eventuale danno subito.
Tribunale Potenza, 26/04/2019, n.373
Legittimazione del proprietario confinate
Ai fini della legittimazione a impugnare un titolo edilizio da parte del proprietario confinante (o di chi si trovi in una posizione analoga), è sufficiente la semplice vicinitas, ossia la dimostrazione di uno stabile collegamento materiale fra l’immobile del ricorrente e quello interessato dai lavori, escludendosi in linea di principio la necessità di dare dimostrazione di un pregiudizio specifico e ulteriore, atteso che tale pregiudizio deve ragionevolmente ritenersi sussistente in re ipsa in quanto consegue necessariamente dalla maggiore tropizzazione (traffico, rumore), dalla minore qualità panoramica, ambientale, paesaggistica e dalla possibile diminuzione di valore dell’immobile.
T.A.R. Catanzaro, (Calabria) sez. I, 01/03/2019, n.417
Sanzione paesaggistica e valore venale acquistato dagli immobili per la trasgressione
In tema di sanzione paesaggistica, il profitto va rapportato all’effettivo vantaggio economico ottenuto dal trasgressore, ovvero va identificato nell’incremento del valore venale che gli immobili acquistano per effetto della trasgressione, incremento che viene determinato come differenza tra il valore attuale e il valore dell’immobile prima dell’esecuzione delle opere abusive. E a questo proposito l’aumento di superficie può certamente venire in considerazione ai fini di un aumento di valore dell’immobile o, comunque, dell’accertamento del profitto.
T.A.R. Genova, (Liguria) sez. I, 22/02/2019, n.139
Valore di mercato dell’immobile
In tema di violazione delle norme sulle distanze, una volta che venga disposta la demolizione delle opere realizzate in violazione delle norme sulle distanze legali, il risarcimento del danno deve essere computato tenendo conto della temporaneità della lesione del bene protetto dalle norme violate e non già avendo riguardo al valore di mercato dell’immobile, diminuito per effetto della detta violazione, essendo il relativo pregiudizio suscettibile di essere eliminato.
Tribunale Siena, 13/12/2018, n.1448
Valore di mercato e valore catastale
In tema di estimo catastale, qualora il nuovo classamento sia stato adottato ai sensi dell’art. 1, comma 335, della l. n. 311 del 2004 nell’ambito di una revisione parziale dei parametri catastali della microzona nella quale l’immobile è situato, giustificata dal significativo scostamento del rapporto tra il valore di mercato ed il valore catastale rispetto all’analogo rapporto sussistente nell’insieme delle microzone comunali, il provvedimento di riclassamento, dovendo porre il contribuente in grado di conoscere le concrete ragioni che lo giustificano – come evidenziato anche dalla sentenza della Corte Cost. n. 249 del 2017 – deve indicare i motivi per i quali i valori considerati abbiano determinato il suddetto scostamento, facendo riferimento agli atti da cui ha tratto impulso l’accertamento, costituiti dalla richiesta del Comune e dalla determinazione del direttore dell’Agenzia del territorio, nonché ai dati essenziali del procedimento estimativo delineati da tali fonti normative integrative che abbiano inciso sul classamento.
Cassazione civile sez. VI, 10/12/2018, n.31829
Indennità di avviamento nella locazione commerciale: funzione e natura
Il bene tutelato dalle disposizioni degli articoli 34 e 35, L. n. 392/1978 è costituito dall’avviamento creato dal conduttore per mezzo dello svolgimento della propria attività commerciale all’interno nell’immobile locato.
La disposizione trova fondamento nell’esigenza di ripristinare, a seguito della cessazione della locazione, l’equilibrio economico e sociale turbato per effetto della suddetta causa, e la prevista indennità si giustifica nei confronti del conduttore quale compenso per la perdita dell’avviamento che egli, con la sua operosità, ha creato nel locale locato, così da evitare, nei confronti del locatore, l’arricchimento che, senza causa propria, egli consegue per l’incremento di valore che l’immobile ha ricevuto per l’attività svoltavi dal conduttore.
Essendo queste le finalità di tale indennità, è facile comprendere come il legislatore ha inteso collegare questa indennità alla sussistenza di un effettivo avviamento che possa, almeno astrattamente, subire pregiudizio a seguito della cessazione della locazione e del trasferimento del conduttore. Da ciò discende che l’avviamento ex art. 34 L. n. 392/1978 ha natura di obbligazione legale tanto da essere corrisposta dai proprietari-locatori di immobili commerciali ai conduttori sia nell’an che nel quantum.
Conseguentemente, l’indennità prevista ex art. 34 non ha un’origine negoziale tra le parti né deriva da un nesso sinallagmatico, perché i presupposti indennitari liquidati sono specificati dalla norma previsti ex art. 34 e determinati dal giudice.
Corte appello Venezia sez. IV, 24/10/2018, n.2917
Responsabilità amministrativa degli enti dipendente da reato
In tema di responsabilità amministrativa degli enti dipendente da reato, in caso di prescrizione del reato presupposto commesso dall’amministratore, il giudice deve procedere all’accertamento autonomo della responsabilità amministrativa della persona giuridica nel cui interesse e nel cui vantaggio l’illecito è stato commesso, senza prescindere però da una verifica quantomeno incidentale della sussistenza del fatto reato.
Di conseguenza, il giudice non può ordinare la confisca delle quote sociali e dei beni della società, senza determinare se vi sia stato un vantaggio per la compagine sociale. Ad affermarlo è la Cassazione che accoglie così il ricorso di una Srl condannata a pagare una sanzione di 60 mila euro e nei confronti della quale era stata confermata la confisca delle quote sociali e del capannone industriale.
Per la Corte nella fattispecie mancava la determinazione dell’illecito vantaggio dell’ente, che potrebbe non coincidere con il profitto ricavato dalla persona fisica, e l’indicazione del valore dell’immobile sottoposto a confisca, mai citato nelle sentenze di merito.
Cassazione penale sez. II, 19/10/2018, n.52470
Revisione del classamento
In tema di estimo catastale, qualora il nuovo classamento sia stato adottato ai sensi dell’art. 1, comma 335, della l. n. 311 del 2004, nell’ambito di una revisione parziale dei parametri della microzona nella quale l’immobile è situato, giustificata dal significativo scostamento del rapporto tra il valore di mercato ed il valore catastale rispetto all’analogo rapporto sussistente nell’insieme delle microzone comunali, non può ritenersi congruamente motivato il provvedimento di riclassamento che faccia esclusivamente riferimento al suddetti parametri di legge ed ai provvedimenti amministrativi a fondamento del riclassamento, allorché da questi ultimi non siano evincibili gli elementi (come la qualità urbana del contesto nel quale l’immobile è inserito, la qualità ambientale della zona di mercato in cui l’unità è situata, le caratteristiche edilizie del fabbricato) che, in concreto, hanno inciso sul diverso classamento, esigendosi che detto obbligo motivazionale sia assolto in maniera rigorosa in modo che il contribuente sia posto in condizione di conoscere le concrete ragioni che giustificano il provvedimento, avente carattere “diffuso”.
Cassazione civile sez. VI, 26/09/2018, n.23129