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Statali: arrivano arretrati, ma spetta il maxirisarcimento

2 Marzo 2018 | Autore:
Statali: arrivano arretrati, ma spetta il maxirisarcimento

I dipendenti pubblici possono richiedere allo Stato il risarcimento e l’indennizzo per aver patito per anni il blocco incostituzionale del proprio stipendio

Lo avevamo preannunciato in: Statali: a fine febbraio tutti gli arretrati; ed in effetti gli arretrati – come ci segnalano molti lettori – sono arrivati. Insieme agli arretrati, però, giungono anche le lamentele di chi si è visto accreditare davvero pochi spiccioli se raffrontati ad anni e anni di blocco del proprio stipendio. Alcuni lettori ci hanno segnalato un accredito di 240,45 euro, altri di 275,65 euro e via discorrendo. Molti, dunque, ritengono che dette somme non cancellino assolutamente le ingiustizie derivanti dal mancato rinnovo del contratto subito per anni da migliaia e migliaia di lavoratori. Sul punto, infatti, è bene sapere che i dipendenti pubblici hanno il diritto di richiedere allo Stato il risarcimento e l’indennizzo per aver patito il blocco  incostituzionale dello stipendio. Sul punto leggi anche: Stipendio statali bloccato: via al maxirisarcimento.

Statali: stipendi bloccati dal 2010

I dipendenti pubblici hanno subito per anni il “blocco” del proprio stipendio. A partire dal 2010, infatti, complice la profonda crisi economica, il legislatore ha disposto che i dipendenti pubblici, rientranti nel regime di contrattazione collettiva, subissero un “congelamento” delle retribuzioni. Lo avevamo già preannunciato in Stipendio statali bloccato: come ottenere il rimborso e in Blocco stipendi: spetta risarcimento dal 2010. Da allora le cose sono  lievemente migliorate, in quanto migliaia di dipendenti hanno assistito allo “sblocco” del proprio contratto, dovuto al rinnovo della contrattazione pubblica (leggi sul punto: Firmato il contratto statali: aumenti da 63 a 117 euro mensili e Contratto Scuola firmato: ecco tutti gli aumenti stipendiali). Il tutto però ha lasciato irrisolti i problemi del passato: i lievi aumenti dello stipendio ed cosiddetto bonus “una tantuma titolo di arretrati, infatti, non cancellano assolutamente le ingiustizie derivanti dal mancato rinnovo del contratto subito per anni da migliaia e migliaia di lavoratori.

Blocco stipendi: spetta il risarcimento dal 2010

Lo stipendio dei dipendenti pubblici è rimasto bloccato per oltre otto anni consecutivi. I numeri sono elevatissimi: sono circa 86mila gli impiegati statali e oltre 1 milione e 200mila i dipendenti della scuola e delle Università che hanno visto “congelata” la propria busta paga e che da gennaio 2010 sino ad oggi non hanno avuto nessun adeguamento stipendiale rispetto all’aumento del costo della vita. L’illegittimità di questa situazione, oltre ad essere sotto gli occhi di tutti, è stata dichiarata anche dalla Corte Costituzionale con una sentenza del 2015 [1]. Le ragioni che, nel 2010 [2], portarono il legislatore a bloccare il rinnovo dei contratti dovevano ritenersi contingenti ed urgenti, ma non applicabili discrezionalmente e per un tempo lunghissimo, come invece è stato fatto. Ed infatti, i contratti del pubblico impiego sono rimasti fermi per molti anni ed il cosiddetto “sblocco” della contrattazione è stato realizzato solo di recente. Evidente, dunque, il grave danno economico subito da migliaia di lavoratori.

Blocco della contrattazione pubblica: la Corte Costituzionale

Sulla scorta delle considerazioni anzidette, la Corte Costituzionale, nel 2015, è arrivata a sostenere che i contratti dei pubblici dipendenti non potevano essere bloccati ancora, atteso che la previsione del blocco era frutto di una situazione di bilancio contingente e che trovava peraltro disciplina in una legislazione di urgenza. Per tale ragione, secondo la Corte Costituzionale si sarebbe verificata, con riferimento alla legge del 2010, un’ipotesi di illegittimità costituzionale sopravvenuta. Ciò detto, il blocco della contrattazione ha determinato certamente un danno economico ai dipendenti pubblici, ma il sacrificio economico, per il periodo anteriore alla sentenza costituzionale (risalente al 2015), doveva ritenersi determinato da un’attività lecita (poiché legislativamente determinata) della Pubblica Amministrazione

Stipendio statali bloccato: risarcimento e indennizzo

Per questo motivo, all’indomani della sentenza della Corte Costituzionale, si è iniziato a parlare sia di indennizzo che di risarcimento del danno (il primo dovuto in caso di danno prodotto da attività lecita; il secondo dovuto in caso di danno derivante da fatti illeciti) distinguendo a tale fine:

  • il periodo dal gennaio 2010 al giugno 2015: in relazione al quale al dipendente spetterebbe l’indennizzo;
  • il periodo da luglio 2015 ad oggi: in relazione al quale al dipendente spetta un vero e proprio risarcimento del danno.

Stipendio statali: a quanto ammonta il maxirisarcimento?

Come anticipato, nonostante i lievi aumenti stipendiali derivanti dal rinnovo della contrattazione pubblica, resta comunque il problema relativo al danno subito dai lavoratori pubblici negli anni passati: come detto, infatti, gli stipendi sono rimasti fermi per oltre 8 anni consecutivi.

In proposito, si sono mossi diversi sindacati di categoria e studi legali, avviando ciascuno la propria battaglia legale. Ciò che generalmente viene richiesto è:

  • un equo indennizzo, a compensazione del sacrificio imposto ai lavoratori per effetto del mancato adeguamento del trattamento economico-stipendiale, per il periodo compreso tra il 1° gennaio 2010 e il 30 luglio 2015, anche a titolo di arricchimento senza causa dell’amministrazione. L’equo indennizzo richiesto è pari, in media, a 100 euro al mese per ogni dipendente che abbia subito il “blocco” del proprio contratto di lavoro;
  • il risarcimento del danno per il periodo successivo e cioè a partire da settembre 2015 sino all’effettivo rinnovo contrattuale. Il risarcimento richiesto è pari, in media, a 200 euro al meseper ogni dipendente che abbia subito il “blocco” del proprio contratto di lavoro.

Altre associazioni, invece, in un’interpretazione più restrittiva della sentenza costituzionale hanno optato per la richiesta di sblocco dell’indennità di vacanza contrattuale e contestuale recupero degli arretrati da settembre 2015 sino all’effettivo rinnovo contrattuale.

Vi invitiamo, per ulteriori informazioni, a rivolgervi ai nostri esperti.


note

[1] Corte Costituzionale, sent. n. 178 del 24.06.2015.

[2] L. n. 448/1998.


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9 Commenti

  1. Dipendente della GdiF. Cosa mi spetterebbe essendo andato in pensione il 30 giugno 2013 periodo in cui vi era il blocco?

  2. Ad oggi 11/03/2018 non tutti i dipendenti pubblici hanno ottenuto il rimborso degli arretrati e lo scatto di anzianità rinviato di 3 anni. Mi meraviglia che vengono citati i sindacati ma non la categoria. L’unica cosa che abbiamo ottenuto gli 80 € così detti di Renzi.!!!

  3. Sono andata in pensione a settembre 2015 ho avuto sia il blocco scatti di anzianità x 2 anni che il blocco dello stipendio ma di arretrati non ho mai avuto niente

  4. Sono andato in pensione ad aprile 2015…. Non spetta pure a m’è l’indennizzo??? Sono un ex ispettore di polizia

  5. Sono in pensionee dal 1 gennaio 2014 sono un ex dipendente del Ministero della Difesa impiegata civile, mi spetta l’idennizzo?

  6. Buongiorno. Sono stata collocata a riposo a decorrere dal 20/12/2015. Ritengo pertanto, essendo uscita con 42 anni e 3 mesi di servizio, che il risarcimento relativo al blocco degli stipendi mi spetti di diritto essendo ancora operativa già dal 2010. Sono ex dipendente del MIUR e non ho mai visto un soldo in più in busta paga. Tuttavia vorrei sapere cosa, in concreto, dobbiamo fare. Chiedere un indennizzo allo Stato…mi sta bene, ma come e a chi rivolgerci? intendete un ricorso collettivo oppure individuale? Ma la spesa vale l’impresa? So per esperienza, purtroppo, che i ricorsi avverso lo Stato raramente giungono a buon fine. Occorrerebbe rendere “operativa” la sentenza costituzionale…

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