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Raccolta differenziata rifiuti: perché conviene

16 Maggio 2013 | Autore:
Raccolta differenziata rifiuti: perché conviene

La raccolta differenziata fa risparmiare, ma in pochi sembrano averlo capito; una piccola guida per saperne di più.

La Norvegia è a caccia di spazzatura. Non è uno scherzo. È piuttosto l’effetto di un popolo virtuoso che sa valorizzare la propria terra. I termovalorizzatori dei fiordi producono il 20% dell’energia elettrica del Paese e, poiché i norvegesi riciclano il 90% della spazzatura prodotta, non hanno abbastanza “carburante” per alimentarli. Così sono costretti a importare rifiuti.

L’Italia potrebbe essere un ottimo fornitore. Così, in un colpo solo, il nostro Paese potrebbe alleggerirsi di tonnellate di immondizia di sempre più difficile gestione e guadagnarci anche.

La spazzatura è il nuovo oro. Peccato che da noi lo abbia capito solo la criminalità organizzata.

Dalla parte del cittadino

Perché conviene riciclare? Innanzitutto perché si riduce l’inquinamento.

Molti cittadini, però, non sono smossi da questa considerazione e allora può risultare più efficace una seconda risposta: riciclare conviene perché consente di abbassare le tasse sui rifiuti.

Maggiore è il numero di tonnellate di spazzatura che un Comune conferisce in discarica, maggiore è il prezzo che deve pagare. Ciò secondo due principi molto semplici: più inquini, più paghi; più ricicli, più risparmi.

Un Comune spende molto per disfarsi della spazzatura se non ricicla a sufficienza. Questi costi, naturalmente, ricadono sul cittadino sotto forma di imposte. Dal 1996, infatti, è stata istituita la cosiddetta “ecotassa[1], un tributo speciale che in prima battuta versa il gestore dell’impianto di stoccaggio, ma con obbligo di rivalsa sui soggetti che conferiscono i rifiuti in discarica [2], cioè sui Comuni; questi ultimi, a loro volta, pagheranno l’imposta prelevando il denaro dalle tasche dei contribuenti.

A ciò si aggiunga che i Comuni italiani hanno l’opportunità di consorziarsi con il Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI) e ricevere contributi economici per ogni tonnellata dei diversi materiali raccolti.

La situazione italiana

In Italia si ricicla poco. A fine 2012 tutti i Comuni avrebbero dovuto riciclare, per legge, almeno il 65% dei rifiuti. Ci sono riusciti in pochi. E mentre in alcune zone dell’Austria il vetro viene raccolto addirittura per colore (bianco, verde e marrone), nel belpaese alle volte si fatica ad arrivare al 20% di differenziata.

Le cause

I Comuni spesso non hanno un reale progetto sulla raccolta dei rifiuti e non attuano neppure una adeguata campagna di informazione sui benefici dell’attività di riciclo. In alcune zone si trovano esclusivamente i vecchi cassonetti in cui si getta qualunque cosa.

Il cittadino non è per nulla incentivato a comprare cinque differenti secchi della spazzatura, a differenziare e gettare l’immondizia solo in giorni e orari prestabiliti. Continuerà perciò a mantenere il suo vecchio cestino e l’unica cosa che non ci butterà dentro saranno le vecchie abitudini.

 

Soluzioni

Una buona campagna di informazione è fondamentale. Ma, più di ogni altra cosa, funziona la raccolta porta a porta. È una metodica più facilmente applicabile nei piccoli centri che, non a caso, hanno percentuali di raccolta differenziata molto più alte rispetto alle grandi città.

Le sanzioni pecuniarie (da 25 a 500 euro [3]) erogate dai Comuni non hanno portato grossi risultati. La sanzione può scattare quando si smaltiscono i rifiuti in giorni e orari non consentiti, quando si viene sorpresi a gettare il bustone unico con dentro di tutto un po’, quando si utilizzano i bidoni della differenziata per smaltire materiale non riciclabile, quando si deposita la spazzatura in luoghi non adibiti allo scopo, ecc…

Ma il vero colpo di genio lo ha avuto il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca: i trasgressori non solo sono multati, ma i loro nomi vengono esposti sul sito del Comune. Il pubblico ludibrio, miscelato con la raccolta porta a porta, ha dato frutti incredibili: in cinque anni, il capoluogo campano è passato da un misero 9% di differenziata a superare il 70%!

Virtuosi e meno virtuosi

Ormai da qualche anno, il primo posto nella classifica dei Comuni più ricicloni d’Italia è occupato da Ponte nelle Alpi (Bl), paesino in provincia di Belluno di 8.500 abitanti, che ricicla l’87,7% dei suoi rifiuti. Nessuno ricicla di più.

In generale, i piccoli Comuni battono le grandi città. Tra i centri urbani con più di 500.000 abitanti, la palma d’oro spetta a Torino. Famoso lo slogan della campagna di raccolta rifiuti di due anni fa: ”nel 2011 raccoglieremo anche l’orgoglio”.

Al Sud va la maglia nera, fatta eccezione per il succitato esempio di Salerno, capoluogo più riciclone di tutta l’area centro-meridionale.

 


note

 

[1] L. 549 del 28.12.1995.

[2] Art. 26, l. 549 del 28.12.1995.

[3] Art. 7 bis, d.l. 267 del 18.08.2000.


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