Arriva Tari 2: la nuova imposta sui rifiuti


Nuovo metodo tariffario nazionale e più trasparenza. A ottobre saranno definiti i criteri da applicare a partire dal 2020. Più tempo ai piccoli Comuni.
La Tari, la tassa sui rifiuti, sta cambiando e così profondamente che si può parlare di una Tari 2. Entro il 2019, arriva il nuovo metodo tariffario: sarà nazionale e non più predeterminato dai Comuni come avviene ora. Le redini del cambiamento sono in mano all’Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti ed ambiente, che ha stabilito i criteri cui i Comuni dovranno adeguarsi per applicare agli utenti questa nuova imposta nel biennio 2020-2021.
I Comuni, infatti, entro l’anno dovranno emettere i provvedimenti relativi alla Tari per i propri cittadini ed avranno a disposizione una nuova metodologia tariffaria Arera, che sarà pronta entro ottobre ed indicherà come farlo. Così i Comuni potranno definire i propri piani finanziari e approvare le nuove tariffe.
Proprio ieri, c’è stato un incontro a Roma in cui Arera ha spiegato come funzionerà il nuovo sistema. La riunione ha coinvolto 650 rappresentanti degli enti locali, dei consorzi, delle aziende di raccolta e di smaltimento, delle industrie di trattamento e delle associazioni di categoria.
Il tavolo di confronto sarà aperto fino al 16 settembre, ma intanto la Confcommercio e la Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) hanno già lanciato l’allarme: la Tari aumenta e il costo diventa insopportabile per gli operatori economici, come i negozi ed i ristoranti.
La nuova imposta sui rifiuti che l’Arera sta predisponendo sarà molto diversa da quella attuale. La Tari 2, infatti, sarà ridisegnata con nuovi criteri di applicazione, orientati alla trasparenza ed al miglioramento della qualità dei servizi.
L’obiettivo di fondo è quello di realizzare un metodo tariffario basato su criteri uniformi, per evitare le attuali disomogeneità a livello territoriale, ma tenendo conto delle diversità delle condizioni di ciascuna area. Le tariffe future non potranno essere aumentate se non nei casi di aggiunta di servizi o fasi al ciclo di trattamento oppure di interventi gestionali migliorativi dei processi di raccolta e smaltimento.
Saranno premiati quei Comuni che risulteranno in grado di gestire integralmente il ciclo dei rifiuti nel proprio ambito locale, in coerenza con le Direttive europee sull’economia circolare. Per i Comuni fino a 5 mila abitanti, è prevista un’introduzione più graduale delle nuove normative e un anno di tempo in più per adeguarsi al nuovo sistema tariffario che così partirà dal 2021.
Il perimetro dei servizi compresi nella Tari sarà più circoscritto rispetto all’attuale: comprenderà solo quelli di spazzamento e lavaggio strade, raccolta e trasporto, trattamento recupero e smaltimento, riscossione e rapporto con gli utenti.
Rimarranno, perciò, fuori dalle tariffe regolamentate dall’Arera molte attività collaterali, come la derattizzazione, la raccolta e lo smaltimento dell’amianto, la gestione del verde pubblico, la manutenzione delle fontane, la disinfestazione delle zanzare e lo spazzamento della neve.
Sono previsti anche obblighi di trasparenza dei documenti di riscossione della tassa, che dovranno essere chiari e completi di tutte le informazioni utili a far capire l’applicazione della tariffa ed il calcolo degli importi addebitati. I Comuni dovranno predisporre e pubblicare online la Carta della qualità con la descrizione dei servizi e comunicare ai cittadini con largo anticipo qualsiasi variazione di rilievo nelle condizioni di erogazione dei servizi.