In rivolta tutti i rappresentanti dei consumatori e dei commercianti contro la proposta shock di tassare i prelievi al bancomat e allo sportello.
Si alza la protesta contro la proposta di mettere una tassa sui contanti volta a incentivare l’uso degli strumenti elettronici di pagamento come carte di credito e bancomat. La polemica è montata ieri, dopo la pubblicazione di uno studio di Confindustria secondo cui ci sarebbero due modi per contrastare la forte evasione Iva e, nello stesso tempo, mettere l’Italia al pari degli altri Paesi nell’utilizzo degli strumenti di pagamento tracciabili (leggi Lotta ai contanti: la proposta di tassare i prelievi al bancomat): garantire da un lato un credito di imposta del 2% al cliente che effettua i pagamenti mediante transazioni elettroniche (incentivo all’uso della moneta elettronica); dall’altro introdurre una commissione in percentuale dei prelievi da Atm o sportello eccedenti una certa soglia mensile (disincentivo all’uso del contante).
Già ieri sera, la Confesercenti aveva fatto sentire la sua voce. Oggi, è il turno di Confcommercio: «L’impulso alla diffusione di sistemi elettronici di pagamento sicuri e tracciabili va certamente perseguita. Per questo bisogna agire anzitutto sul versante della riduzione dei costi che l’utilizzo di tali strumenti comporta a carico di consumatori ed imprese».
«In particolare – spiega Confcommercio in una nota – risulterebbe utile un credito di imposta a favore degli esercenti per le commissioni pagate per l’accettazione di carte di debito e di credito. Una tassa in più, soprattutto in un momento di perdurante stagnazione dei consumi, non ci sembra francamente una buona idea».
Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori ha replicato: «Condividiamo la finalità di Confindustria, lotta all’evasione e incentivo all’uso della moneta elettronica, ma una tassa sui prelievi mensili sopra 1.500 euro si tradurrebbe in una stangata inaccettabile a carico delle famiglie italiane di cui facciamo francamente a meno».
«Condivisibile, invece, la proposta di incentivare l’uso di moneta elettronica garantendo un credito di imposta del 2% al cliente che effettua i pagamenti con carte di pagamento o bonifici bancari», conclude Dona.
Anche la Meloni si è unita al coro: «Dopo la patrimoniale e la tassa sulle merendine ora arriva pure la tassa sui prelievi al bancomat: un regalo piú grande alle banche che lucrano sulle commissioni di ogni transazione elettronica non si poteva fare! Del Pd lo sapevamo, ma ora anche il M5S getta via la maschera e si dimostra un partito prono ai poteri finanziari. Contrasteremo con ogni mezzo in Parlamento queste tasse liberticide e faremo di tutto per mandare a casa gli sciuscià delle banche!».
Come da copione, nessuna meraviglia. Governo voluto dall’europa e dalle banche, come sempre, tanto siamo ricchi, tutti al mare, tutti i locali sono pieni, tutti in vacanza, cos’ì dice il PD. Mi piacerebbe che qualcuno dei cervelloni che governa tra “” mi facesse capire cos’è rimasto dell’Italia “anche se ho capito che sono rimasti solo debiti”.