Pontida: cosa sta dicendo Salvini


La cronaca dal raduno della Lega. Decine di migliaia attorno al capo del Carroccio, tra insulti a Mattarella e ai cronisti e appelli al voto.
La giornata di Matteo Salvini a Pontida è iniziata poco prima delle 10:30. Un saluto ai ragazzi del servizio d’ordine, poi dritto verso la zona stampa per incontrare i cronisti, alcuni dei quali erano stati bersaglio degli insulti dei leghisti. A dire il vero, parole poco ortodosse sono state rivolte non solo ai giornalisti, ma anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, apostrofato di “mafioso”. “Toni sbagliati”, ha censurato più tardi Salvini.
Il capo del Carroccio esordisce parlando delle elezioni regionali dell’Umbria, previste per il 27 ottobre, con un attacco all’ex alleato di Governo: “Di Maio è disperato e chiede aiuto al Pd per non scomparire”, dice Salvini. “Lascio a lui la disperazione”.
Un passaggio sulla legge elettorale, che Salvini vorrebbe modificare attraverso un referendum per giungere ad una soluzione con il solo sistema maggioritario: “Basta partitini del 3%”, ha spiegato. “Bisogna mettere in sicurezza il Paese. Forza Italia e Fratelli d’Italia sono d’accordo”.
Non è mancata una frecciata su Roma: “Una città conciata così per colpa del duo Raggi-Zingaretti”, ha sentenziato Salvini riferendosi alla sindaca della Capitale e al Governatore del Lazio.
Il capo della Lega ha svelato anche la sua intenzione di convocare un secondo referendum, oltre a quello sulla legge elettorale. Riguarda il decreto sicurezza-bis, che l’attuale Governo vorrebbe modificare: se verrà, ha annunciato Salvini, verrà chiesto al popolo di pronunciarsi in merito. “Raccoglieremo 5 milioni di firme”, ha promesso.
Folla, intanto, impazzita al passaggio di Salvini tra i militanti. Lo hanno abbracciato, attirato verso di loro. Qualcuno, addirittura, si è vantato dicendo “l’ho toccato”. Tra i cori più gettonati, si è sentito “c’è solo un capitano”.
Dopo pranzo, il comizio. Due frasi di ringraziamento alla folla, poi è sceso dal palco per ricordare davanti all’albero della vita piantato a Pontida i leghisti defunti. Quindi, giù con gli attacchi al “traditori del popolo chiusi nei Palazzi che hanno svenduto l’Italia in cambio delle poltrone”. Davanti ad una foto di Giuseppe Conte e Angela Merkel proiettata sui maxischermi, Salvini sentenzia: “Ecco la foto di chi ha svenduto il futiro del suo popolo”.
Il capo della Lega ha insistito sul referendum per cambiare la legge elettorale e garantire “che chi prende un voto in più governa. Basta inciucci”. E un grido, che riecheggia quello già sentito tanti anni fa: “Vincere!”
Non sono mancati gli attacchi al Movimento 5 Stelle: “Mi dispiace che chi voleva fare la rivoluzione vada col cappello in mano a chiedere al Pd qualche poltrona”.
Su Carola Rackete, la comandante della Sea Watch 3: “Mi ha denunciato, non vedo l’ora di guardarla in faccia al processo a testa alta. Gli schiavisti, i razzisti ed i colonialisti oggi stanno solo a sinistra e sfruttano l’Africa. Quando dico prima gli italiani – ha proseguito Salvini – mi riferisco anche ai fratelli e alle sorelle arrivati dall’altra parte del mondo che pagano le tasse e che sono regolari. Se invece vuoi coprire tua moglie e tua figlia col burqa, torna nel tuo Paese”.