Corruzione di minore su WhatsApp perché anche online si può indurre a compiere atti sessuali.
Inviare video hot è reato solo se il destinatario è minorenne. Anzi, solo se ha meno di 14 anni. Difatti, l’età del consenso inizia proprio da 14 anni. Questo significa che può essere condannato l’adulto che invia un video spinto a un bambino. Si configura in particolare il reato di corruzione di minori previsto dal Codice penale [1]. Lo ha chiarito la Cassazione con una recente sentenza [2].
Pornografia minorile vietata a tutti i livelli. Un uomo aveva inviato con WhatsApp i suoi filmati intimi a una ragazzina di circa 13 anni conosciuta su Facebook. Il fatto, però, che i due non si siano mai visti e non abbiano avuto alcun contatto non conta nulla secondo la Cassazione. Infatti, nella nozione di corruzione di minorenne prevista dalla norma incriminatrice rientra qualsiasi comportamento collegabile alle manifestazioni della vita sessuale, dunque anche il mero esibizionismo intenzionale dei video autoerotici dell’uomo. E la contiguità spazio temporale fra vittima e agente non risulta necessaria perché se il primo comma della disposizione parla di atti sessuali «in presenza» del minore, il secondo utilizza la locuzione «far assistere» al compimento e, quindi, non implica come elemento necessario l’unicità del contesto di tempo e di luogo fra l’agente e la persona offesa dal reato.
note
[1] Art. 609 quinques, secondo comma, cod. pen.
[2] Cass. sent. n. 38751/19 del 20.09.2019.