Leggi le ultime sentenze su: pericolosità generica; evasione fiscale sistematica; reato di evasione fiscale afferente più annualità; trasferimento di denaro.
Indice
- 1 Appropriazione indebita aziendale ed evasione fiscale
- 2 Permesso di soggiorno: può essere negato se lo straniero è un evasore fiscale?
- 3 Confisca di prevenzione: può fondarsi sui proventi da evasione fiscale?
- 4 Deduzione dal reddito di elementi passivi non documentati
- 5 Rideterminazione della pena
- 6 Legale rappresentante di una società d’importazione: risponde di evasione fiscale?
- 7 Misure di prevenzione patrimoniali
- 8 Reato di evasione fiscale e ricorso
- 9 Provvedimento di confisca di beni
- 10 Confisca per il reato di evasione fiscale
- 11 Evasione fiscale: la condotta del venditore
- 12 Assenza dell’elemento dichiarativo
- 13 Responsabilità penale
Appropriazione indebita aziendale ed evasione fiscale
In tema di c.d. pericolosità generica, la realizzazione di condotte di appropriazione indebita aziendale e di evasione fiscale sistematica, di rilievo penale, e la conseguente reimmissione nel circuito economico di capitali di provenienza non lecita rappresentano elementi rilevanti al fine dell’inquadramento del soggetto proposto nella categoria di cui all’art. 1, comma 1, lett.b), d.lg. 6 settembre 2011, n. 159, sul punto non inciso dall’intervento della sentenza della Corte costituzionale n. 24 del 2019.
Cassazione penale sez. II, 19/02/2019, n.13566
Permesso di soggiorno: può essere negato se lo straniero è un evasore fiscale?
L’evasione fiscale non può essere una ragione neanche indiretta di diniego del rinnovo del permesso di soggiorno, in quanto il legislatore non ha previsto che la evasione fiscale sia causa ostativa, in sé stessa considerata, sicché una eventuale situazione di evasione in capo all’immigrato, regolarmente accertata, deve essere oggetto di provvedimenti tipici, adottati dagli organi competenti dell’amministrazione fiscale e dagli enti previdenziali, diretti al contrasto all’evasione mediante sia il recupero del credito sia la sanzione dell’inosservanza fiscale e tributaria; ne consegue che, in conseguenza dalla evasione fiscale (qui tutta ancora comunque da provare), la Questura non può dedurre, in via automatica e senza alcuna attenta verifica documentale, anche l’inesistenza del reddito risultante da documentazione, la cui autenticità non sia contestata nelle debite sedi e nelle debite forme dalle autorità fiscali.
Consiglio di Stato sez. III, 21/03/2019, n.1862
Confisca di prevenzione: può fondarsi sui proventi da evasione fiscale?
In materia di confisca a fini di prevenzione, non possono considerarsi i proventi da evasione fiscale nel giudizio di proporzione tra i beni posseduti dall’imputato e le attività economiche da lui svolte.
Cassazione penale sez. VI, 09/05/2019, n.22892
Deduzione dal reddito di elementi passivi non documentati
La deduzione dal reddito di elementi passivi non documentati integra il reato di evasione fiscale che è un reato di condotta anche se il disvalore espresso è di danno. (Nel caso di specie, una ditta individuale aveva indebitamente dedotto dal reddito elementi passivi non documentati pari ad Euro 516844, 71).
Tribunale Terni, 29/05/2018, n.595
Rideterminazione della pena
In un caso di evasione fiscale afferente più annualità, la prescrizione di alcune di esse comporta la rideterminazione della pena, anche quella principale, che può essere quantificata nel minimo di legge attesa la non eccessiva rilevanza delle somme evase.
Corte appello Milano sez. II, 09/12/2016, n.6929
Legale rappresentante di una società d’importazione: risponde di evasione fiscale?
Il legale rappresentante di una società d’importazione non può rispondere del reato di evasione fiscale se non vi è la prova certa che egli abbia avuto contezza della virtualità del deposito fiscale ai fini Iva, che per legge è considerato effettivo solo se vi siano locali idonei ed autorizzati per tale deposito dall’autorità competente.
Ufficio Indagini preliminari Napoli, 03/01/2014, n.1227
Misure di prevenzione patrimoniali
In tema di misure di prevenzione patrimoniali, considerato che le disposizioni sulla confisca mirano a sottrarre alla disponibilità dell’indiziato di appartenenza a sodalizi di tipo mafioso tutti i beni che siano frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego, senza distinguere se tali attività siano o meno di tipo mafioso, è legittimo il provvedimento di confisca di beni del prevenuto che ne giustifichi il possesso dichiarando di averli acquistati con i proventi del reato di evasione fiscale.
Cassazione penale sez. I, 17/05/2013, n.39204
Reato di evasione fiscale e ricorso
L’assoluzione ormai definita sulle contestazioni presupposto impedisce l’ammissibilità del ricorso avverso la contestazione principale, che costituisce reato-fine (nella specie, la Procura aveva impugnato il non luogo a procedere per il reato di evasione fiscale – artt. 2 e 3 d.lg. n. 74/2000 – senza impugnare l’assoluzione per l’ipotesi di reato di emissione di fatturazioni inesistenti – art. 8, d.lg. cit. -, che ne costituiva presupposto e che era stata contestata ad imputati terzi).
Cassazione penale sez. III, 06/03/2013, n.12300
Provvedimento di confisca di beni
In tema di misure di prevenzione patrimoniali, considerato che le disposizioni sulla confisca mirano a sottrarre alla disponibilità dell’indiziato di appartenenza a sodalizi di tipo mafioso tutti i beni che siano frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego, senza distinguere se tali attività siano o meno di tipo mafioso, è legittimo il provvedimento di confisca di beni del prevenuto che ne giustifichi il possesso dichiarando di averli acquistati con i proventi del reato di evasione fiscale.
Cassazione penale sez. II, 27/03/2012, n.27037
Confisca per il reato di evasione fiscale
L’immobile cointestato con la moglie e inserito nel fondo patrimoniale non può essere sottoposto a sequestro preventivo ai fini della confisca per il reato di evasione fiscale se non viene adeguatamente motivato il profilo della disponibilità del bene in capo all’indagato.
Cassazione penale sez. III, 03/02/2011, n.18527
Evasione fiscale: la condotta del venditore
Integra il reato di evasione fiscale la condotta del venditore che emette una fattura prima della stipula del preliminare di vendita, senza alcun trasferimento di denaro e senza corrispondenza con le scadenze di pagamento previste dall’atto.
Tribunale Genova sez. II, 04/03/2008, n.1056
Assenza dell’elemento dichiarativo
Il reato di evasione fiscale commesso in assenza dell’elemento dichiarativo, inquadrato nelle fattispecie previste dal d.lg. n. 74 del 2000, non può configurare il delitto di truffa ai danni dello Stato di cui all’art. 640 c.p. in quanto al comportamento tenuto dal contribuente non può essere attribuito alcun rilievo sotto il profilo del diritto penale tributario ed atteso che, comunque, le due fattispecie poggiano su differenti elementi costitutivi.
Cassazione penale sez. II, 17/11/2003, n.47701
Responsabilità penale
Il nuovo sistema penale tributario, così come delineato dal d.lg. n. 74 del 2000, limita la responsabilità penale ai soli comportamenti effettivamente lesivi degli interessi dell’erario, rinunciando alla criminalizzazione delle condotte meramente preparatorie e prodromiche al reato di evasione fiscale.
L’omessa annotazione di corrispettivi nelle scritture contabili obbligatorie non ha, quindi, più autonoma rilevanza penale, dal momento che il nucleo dell’incriminazione si è spostato su atti o fatti che comportino un’offesa effettiva tale da meritare la sanzione penale.
Cassazione penale sez. III, 08/06/2000, n.2284