Detrazione fiscale 19% a chi paga con bancomat e carta credito


Verso la manovra di fine anno: la riforma dell’Iva e le agevolazioni per i pagamenti elettronici. Debito al 2,2%.
Alla fine, l’asso nella manica del Governo per recuperare gli oltre 7 miliardi dall’evasione non sarà il bonus/malus sull’Iva di cui si era parlato qualche giorno fa. Come avevano chiesto Di Maio e Renzi, prevedere un aumento dell’Iva di 2 punti nei confronti di chi paga in contanti significa affossare i consumi e danneggiare i commercianti. Così l’esecutivo ha guardato oltre oceano per individuare la soluzione più adeguata. E finalmente ha estratto dal cilindro quella che, già da più anni, era stata indicata come la soluzione ideale per contrastare l’evasione Iva e imporre ai commercianti il rilascio di scontrini e fatture: la detrazione fiscale sulla spesa.
Così, nel Def approvato ieri dal Consiglio dei ministri, compare un super bonus del 19% fino a 2.500 euro di spesa in specifici settori ad elevato rischio di evasione fiscale. Questa sembra essere una delle misure con cui il Governo sta pensando di incentivare, dal 1° gennaio 2020, l’utilizzo della moneta elettronica.
Alcuni l’hanno già denominato “il super bonus della Befana” perché arriverà all’Epifania la restituzione di 475 euro per chi paga con bancomat e carta di credito.
In questo modo, l’esperienza positiva già sperimentata sul settore edile, per gli interventi di ristrutturazione domestica, verrà esteso agli altri settori del commercio dove l’evasione è particolarmente elevata. Lo strumento dovrebbe consentire al consumatore di ottenere un rimborso massimo di 475 euro annui pari al 19% di 2.500 euro, limite massimo agevolabile per le spese sostenute con carte di debito o di credito nell’anno precedente. Le spese non sarebbero comunque libere, ma sarebbero limitate ad alcuni settori a più elevato rischio di evasione fiscale.
Questa misura, se verrà confermata, presenta certamente delle caratteristiche idonee ad uno stimolo per incentivare l’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili e una rispettiva diminuzione dell’uso del contante.
Quel che manca, però, è il completamento della disciplina che impone a commercianti e professionisti l’accettazione di pagamenti elettronici (Pos) e l’imposizione di sanzioni certe e immediate. Su questo aspetto, l’attuale disciplina è carente e inattuata.
Con l’approvazione del Def, il rapporto defict-pil si alza al 2,2%. La Commissione Ue chiuderà un occhio anche quest’anno, in cambio di un clima meno battagliero e contestatore nei confronti delle istituzioni comunitarie. Nella Nadef, il Governo si impegna in un «ambizioso obiettivo», quello del disinnesco delle clausole di salvaguardia con l’alleggerimento della pressione fiscale e la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro.
Tuttavia, la lotta agli evasori non basta e, dunque, la previsione della cancellazione di «sussidi dannosi per l’ambiente» e dell’introduzione di «nuove imposte ambientali», porteranno al gettito lo 0,1% del pil. Sono previste, poi, «altre misure fiscali», fra cui la proroga dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione di terreni e partecipazioni, per oltre 0,1 punti percentuali.
La Nadef ricorda, poi, la partenza dell’obbligo dal 1° gennaio 2020 per tutti gli esercenti di dotarsi di registratori di cassa con scontrini fiscali telematici che dialogheranno in tempo reale con l’Agenzia delle Entrate. A questa innovazione è legata l’introduzione della lotteria degli scontrini a cui potranno partecipare i consumatori che acquistano beni o servizi presso gli esercenti che effettuano la trasmissione telematica dei corrispettivi.
A chiudere l’elenco delle coperture saranno i tagli alla spesa e agli sconti fiscali, a partire da quelli dannosi: in tutto, i due capitoli valgono circa 3,5 miliardi, divisi a metà fra spending review e tax expenditures.