Equitalia: in arrivo nuovi pignoramenti di case ma alle aste nessuno compra


Procedure inutili, tempi lunghissimi, un enorme spreco di soldi pubblici: per che cosa?
A che serve mettere all’asta un bene se poi nessuno lo compra?
La crisi è un gatto che si morde la “casa”: i contribuenti non hanno i soldi per pagare le tasse; le case vengono così pignorate dallo Stato; sono messe all’asta dai Tribunali; ma meno del 10% viene venduto. E ciò per le stesse motivazioni che hanno dato il via a tutto il procedimento esecutivo: la crisi economica, inevitabilmente, si riversa sul mercato immobiliare e nessuno compra. Del resto, se ci fossero i soldi, la gente ricomprerebbe le proprie case all’asta (per interposta persona, come spesso si è fatto).
L’inutilità delle procedure esecutive messe in atto da Equitalia è evidente anche allo stesso Stato. Nonostante ciò, Equitalia ha annunciato che entro il 30 giugno verranno attivati ulteriori 367 pignoramenti immobiliari su base nazionale (esclusa la Sicilia). Procedimenti che, per come è evidente, si rivelano solo uno spreco di soldi pubblici: intere aule giudiziarie e stuoli di magistrati impegnati solo in procedure esecutive lunghe (la media è di diversi anni, specie se l’immobile non è appetibile) e inutili. Il beneficio è unicamente dei professionisti (avvocati e notai) delegati alle operazioni di custodia, di vendita e alla difesa delle parti in processo.
E forse, in un periodo come questo, tanta inutilità torna utile anche al cittadino vessato, il cui rischio di perdere la casa, anche dopo l’ipoteca, è ormai minimo.