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Tari: si paga se ci sono troppi rifiuti in strada?

7 Giugno 2018 | Autore:
Tari: si paga se ci sono troppi rifiuti in strada?

Rifiuti: se in strada c’è troppa immondizia la Tari è dovuta integralmente o si ha diritto ad uno sconto?

La Tari, introdotta dalla legge di stabilità del 2014, è la tassa sui rifiuti, il cui pagamento è previsto per chiunque possieda o detenga, a qualsiasi titolo, locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani. La tassa sui rifiuti è sicuramente una delle più odiate dagli italiani, soprattutto perché al pagamento del tributo, non sempre corrisponde la pulizia delle strade che ci si aspetterebbe. Anzi, troppe volte, le strade sono invase dall’immondizia. E allora ci si domanda: i disagi connessi all’emergenza rifiuti, possono dare diritto ad uno sconto sulla Tari?  Se il servizio di raccolta della spazzatura non viene curato adeguatamente o viene del tutto sospeso, si può pagare la tariffa rifiuti in misura ridotta? Se ci sono troppi rifiuti in strada, la Tari deve essere pagata integralmente o si ha diritto ad uno sconto? A tanto risponderemo nel presente articolo.

Emergenza rifiuti: riduzione sulla Tari

A rispondere al quesito se è possibile pagare la tariffa rifiuti in misura ridotta è una recente sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Vibo Valentia [1] che non fa altro che applicare alla lettera la legge [2] la quale prevede espressamente questo legittimo diritto del contribuente: «la Tari è dovuta nella misura massima del 20 per cento della tariffa, in caso di mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, ovvero di effettuazione dello stesso in grave violazione della disciplina di riferimento, nonché di interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi che abbiano determinato una situazione riconosciuta dall’autorità sanitaria di danno o pericolo di danno alle persone o all’ambiente».

Secondo la sentenza emessa dalla Commissione Tributaria Provinciale di Vibo Valentia, se il servizio di raccolta della spazzatura non funziona e, in città, i sacchetti non vengono ritirati, con disagi per tutti i cittadini, è possibile ottenere una riduzione sulla Tari dovuta. In altre parole il contribuente sarebbe tenuto a pagare solo una parte dell’imposta. Per fruire dello sconto sulla tassa rifiuti, è però necessario documentare l’effettivo blocco della gestione del servizio rifiuti, producendo le fotografie dello stato dei luoghi e/o un’attestazione dell’Asl sul degrado igienico sanitario dell’area.

Dello stesso avviso della Commissione Tributaria anche la Corte di Cassazione, la quale qualche mese fa ha sancito un principio fondamentale: la tarsu è dovuta in misura ridotta se c’è emergenza rifiuti. Leggi in proposito Emergenza rifiuti: tarsu integrale è illegittima.

La Cassazione, ha confermato le ragioni di un’azienda di Napoli, un hotel per la precisione, che aveva chiesto una riduzione della tarsu per via dei gravi disservizi nella raccolta dello smaltimento dei rifiuti.  L’azienda napoletana ha sostenuto, trovando conferma nel giudizio della Corte, che a causa dell’emergenza rifiuti si era creata una situazione di grave disservizio per cui la relativa tassa non poteva essere pretesa per intero.

In particolare, è innegabile che i cittadini e le imprese per via dell’emergenza rifiuti, subiscono un disservizio “grave e protratto” nella raccolta dell’immondizia, ma nonostante tale disservizio – peraltro prevedibile da parte delle amministrazioni – si vedono costretti a pagare l’imposta per lo smaltimento dei rifiuti.

Da quanto detto ne consegue che è possibile ottenere una riduzione della Tari al ricorrere di due condizioni:

  • il mancato svolgimento del servizio: ossia nei casi in cui il servizio è totalmente assente;
  • servizio inefficiente, insufficiente, incostante effettuato in grave violazione della disciplina di riferimento.

Con la sentenza in commento, dunque, la Cassazione apre un varco importante nel rapporto tra cittadini ed amministrazione e cambia del tutto la prospettiva adottata sinora. In casi di emergenza sanitaria ed ambientale come quella lamentata dall’hotel, deve ritenersi illegittimo pretendere un pagamento integrale della tassa per lo smaltimento dei rifiuti.

Quanto sin qui scritto, riguarda casi di vera e propria emergenza rifiuti. Vediamo, invece, quali sono le riduzioni Tari previste nel caso in cui il cassonetto dell’immondizia sia troppo lontano o comunque troppo pieno, o ancora nelle ipotesi in cui le strade risultino piene di rifiuti.

Tari: riduzioni per cassonetto troppo lontano o sempre pieno

Se il cassonetto dell’immondizia è distante più di 300 metri a partire dall’imbocco della strada privata, al contribuente spetta una riduzione della Tari. Al riguardo, infatti, i comuni possono prevedere degli sconti che possono arrivare fino al 40% della tassa.

Stesso discorso vale per chi trova il cassonetto della spazzatura sempre pieno e può fare richiesta al Comune di uno sconto sulla Tari. Come infatti nei casi in cui il servizio di raccolta della spazzatura si svolge in modo discontinuo, così da mettere in pericolo la salubrità dell’ambiente circostante, anche nel caso di mancato rispetto delle distanze tra le abitazioni e i cassonetti o di insufficiente capacità di contenimento di questi o di scarsa frequenza della raccolta, la tassa sui rifiuti è dovuta solo nella misura del 40% rispetto alla tariffa ordinaria. La decurtazione del 60% scatta quindi quando i cassonetti non sono sufficienti a raccogliere tutta l’immondizia prodotta nella zona, anche alla luce della presenza di attività commerciali.

Purtroppo, negli ultimi anni, le ipotesi appena descritte sono tutt’altro che rare nelle nostre città, dove si assiste a un vero e proprio collasso del sistema raccolta e gestione dei rifiuti, con accumulo di immondizia ai margini della strada, accanto ai cassonetti o vicino alle abitazioni dei contribuenti provocando il proliferare di insetti, topi, esalazioni di cattivi odori e intollerabilità dell’aria, ecc. e dunque evidenti rischi per la salute pubblica.

Strade piene di rifiuti: la Tari si paga al 50%

Con un recentissima sentenza, la Commissione tributaria provinciale (Ctp) di Roma ha riconosciuto le ragioni di un contribuente che chiedeva il dimezzamento della Tari perché lo smaltimento rifiuti davanti casa sua era «del tutto inidoneo e irregolare». Già dal 2012 il diretto interessato aveva segnalato con telefonate e lettere di diffida accompagnate da fotografie dello stato di degrado sussistente davanti alla sua abitazione. In particolare, il contribuente aveva fatto notare ai soggetti competenti di aver subito «un grave disservizio sia per la mancata raccolta dell’immondizia» sia «per la posizione con cui erano stati collocati i cassonetti nelle immediate vicinanze della propria abitazione e in dettaglio davanti alla propria finestra, creando un’inevitabile situazione di carenza igienico-ambientale». Nel 2017, dunque, il contribuente sceglie la strada del contenzioso e nel presentare ricorso mette tra gli allegati tutte le fotografie scattate per dimostrare qual era la situazione davanti alla sua casa. Nell’impugnare l’invito al pagamento della Tari per il 2015, il diretto interessato chiede che gli venga riconosciuto il dimezzamento del 50% dell’importo dovuto.

Troppi rifiuti in strada: Tari dimezzata

La Commissione tributaria di Roma, con una recentissima sentenza  [3], ha dato ragione al ricorrente e, di fatto, ha riconosciuto il disservizio di cui è stato vittima, consentendo «una riduzione della tariffa dovuta al 50%».


note

[1] Ctp Vibo Valentia sent. n. 931/2/2016.

[2] Art. 1 co. 656 L. 147/2013; art. 37 regolamento Iuc.

[3] Ctp Roma sent. N. 6269/41/2018.


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