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Professionisti: come calcolare e pagare gli acconti Inps

19 Febbraio 2019 | Autore:
Professionisti: come calcolare e pagare gli acconti Inps

Come si calcolano e si dichiarano i contributi in acconto da versare alla Gestione separata, quando e come pagarli.

Chi è iscritto alla Gestione separata dell’Inps come libero professionista non è obbligato a versare, ogni anno, dei contributi minimi, o meglio i contributi obbligatori da calcolarsi sul reddito minimale; quest’imposizione vale per gli iscritti alle gestioni Inps Artigiani e Commercianti e ad altre casse di previdenza dei lavoratori autonomi, tenuti per legge a versare degli importi fissi anche con reddito basso o nullo. I professionisti iscritti alla Gestione separata sono invece obbligati al solo versamento dei contributi in proporzione a quanto guadagnato, secondo l’aliquota applicata presso la gestione stessa. Nonostante non ci sia un obbligo di versamento minimo, però, i liberi professionisti iscritti alla Gestione separata sono comunque tenuti a versare dei contributi in acconto, eccetto che per il primo anno d’iscrizione (nel primo anno di attività, non esistendo un reddito imponibile da lavoro autonomo su cui basarsi, non è possibile determinare gli acconti, perché questi si calcolano sulla base del reddito dell’anno precedente). Cerchiamo allora di fare il punto della situazione sui contributi dovuti alla gestione Separata dai professionisti: come calcolare e pagare gli acconti Inps, come dichiarare quanto dovuto, quali dati devono essere riportati nel modello Redditi.

Quali professionisti devono iscriversi alla Gestione separata?

Innanzitutto, bisogna chiarire che sono obbligati ad iscriversi alla Gestione separata i lavoratori autonomi (non imprenditori) ed i liberi professionisti senza cassa, ossia che non possono contare su un fondo previdenziale di categoria (come, ad esempio, la Cassa Forense, per gli avvocati).

Come si calcolano i contributi dei professionisti iscritti alla Gestione separata?

I contributi da versare alla Gestionecseparata sono determinati a consuntivo, cioè sul reddito da lavoro autonomo risultante dal modello Redditi, quadro RE, oppure risultante dal quadro LM, per chi ha optato per il regime dei contribuenti minimi o forfettario, o ancora dal quadro RH per i professionisti che possiedono redditi da partecipazione.

In pratica, i contributi non sono calcolati sul fatturato, ma sul “netto” (per semplificare, sul guadagno, inteso come ricavi meno costi).

Come si determina il reddito imponibile dei professionisti iscritti alla Gestione separata?

Nel dettaglio, per calcolare i contributi dei professionisti iscritti alla Gestione separata Inps (lavoratori autonomi, liberi professionisti), deve essere riportato, alla Sezione II del quadro RR del modello Redditi, l’imponibile previdenziale, determinato come segue:

  • se il professionista è in regime di contabilità semplificata, deve essere riportato l’importo risultante al rigo RE23, o RE 25 se presenti perdite al rigo 24;
  • se il professionista possiede redditi da partecipazione, deve essere riportato l’importo risultante nel rigo RH17 (totale redditi o perdite di partecipazione in associazioni tra artisti o professionisti), oppure RH18, colonna 1 (se si tratta di partecipazione in una società semplice che genera reddito da lavoro autonomo);
  • se il professionista aderisce al regime dei contribuenti minimi, deve essere riportato l’importo del rigo LM6 meno l’importo del rigo LM9;
  • se il professionista aderisce al regime forfettario, deve essere riportato l’importo del rigo LM34 (reddito lordo) indicato nella colonna 2, meno l’importo indicato nel rigo LM37 (perdite pregresse) indicato nella colonna 2.

Dove va indicato il reddito imponibile dei professionisti iscritti alla Gestione separata?

L’imponibile previdenziale, per i professionisti iscritti alla Gestione separata, deve essere indicato al rigo RR5 del quadro RR del modello Redditi, con i seguenti codici:

  • 1, per il reddito da lavoro autonomo;
  • 2, per il reddito degli amministratori locali;
  • 3, per il reddito dei parasubordinati;
  • 4, per il reddito non imponibile fiscalmente sul quale sono dovuti i contributi alla Gestione separata (redditi derivanti da dottorati di ricerca, scuole di specializzazione, assegni di ricerca);
  • 5, per il reddito da lavoro autonomo sul quale sono stati versati i contributi ad altra Cassa previdenziale.

. Per un approfondimento, si consiglia la lettura di: Redditi, come si calcolano i contributi, Quadro RR.

Quali sono le aliquote contributive della Gestione separata per i professionisti?

Le aliquote in vigore nel 2018 e nel 2019 per i lavoratori autonomi e i professionisti iscritti presso la gestione Separata sono:

  • 25,72%, per i lavoratori autonomi/liberi professionisti non iscritti ad altre forme previdenziali;
  • 24%, per i pensionati o gli iscritti ad altre forme previdenziali (ad esempio in quanto lavoratori dipendenti).

Per conoscere tutte le aliquote applicate agli iscritti alla Gestione separata, si veda: Contributi 2019 gestione separata.

Attenzione, però: per quanto riguarda il calcolo dei contributi nel modello redditi 2019, non dimentichiamoci che dobbiamo prendere come riferimento le aliquote applicate nel 2018. Per i professionisti, pensionati e non, le aliquote dal 2018 al 2019 non sono cambiate. Per saperne di più: Contributi 2018 gestione Separata: nuovi importi

Come si calcolano i contributi in acconto e a saldo per gli iscritti alla Gestione separata?

Il saldo dei contributi da versare alla Gestione separata è calcolato applicando all’ammontare del reddito, come appare nei quadri RE, RH o LM, l’aliquota contributiva applicata.

Se ad esempio Mario, libero professionista non iscritto ad altre gestioni, ha conseguito un reddito di 30mila euro, deve pagare, a saldo, il 25,72%, cioè 7.716 euro; se invece è Giorgio ad avere lo stesso reddito, libero professionista ma pensionato, deve pagare solo il 24%, cioè 7.200 euro.

Il primo acconto, da versare entro la stessa scadenza del saldo (ossia la medesima scadenza prevista per il saldo ed il primo acconto Irpef), è pari al 40% dei contributi dovuti nell’anno, e così il secondo acconto, da versare entro la stessa scadenza del secondo acconto Irpef (solitamente il 30 novembre), per un totale di acconti pari all’80% del saldo.

Il primo acconto può essere rateizzato, o differito con una maggiorazione dello 0,40% mensile.

Come si pagano i contributi in acconto e a saldo per gli iscritti alla Gestione separata?

I contributi da corrispondere alla gestione Separata, come determinati nel quadro RR del modello Redditi, devono essere versati dai professionisti tramite modello F24, compilando la sezione Inps, con le seguenti causali:

  • PXX per i liberi professionisti non titolari di pensione e non iscritti ad altra gestione;
  • P10 per i professionisti pensionati o iscritti ad un altro fondo di previdenza obbligatoria, soggetti all’aliquota ridotta;
  • PXXR per i liberi professionisti non titolari di pensione e non iscritti ad altra gestione, in caso di versamento in ritardo;
  • P10R per i professionisti pensionati o iscritti ad un altro fondo di previdenza obbligatoria, soggetti all’aliquota ridotta, in caso di versamento in ritardo;
  • DPPI per gli interessi.

I collaboratori devono calcolare i contributi nella dichiarazione dei redditi?

A differenza dei professionisti, i parasubordinati iscritti alla gestione Separata (co.co.co., amministratori…) non devono determinare da sé, in dichiarazione dei redditi, i contributi previdenziali, poiché la contribuzione è versata dal committente, alla corresponsione di ciascun compenso, compresa la quota a carico del lavoratore.

I lavoratori occasionali devono calcolare i contributi nella dichiarazione dei redditi?

Ancora diversa è la questione dei contributi versati alla gestione Separata per i prestatori di lavoro occasionale accessorio, cioè per chi ha lavorato con i voucher, col libretto famiglia o col contratto di prestazione occasionale: la contribuzione, difatti, è liquidata automaticamente all’atto del pagamento, in quanto già compresa nei compensi.



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