Contestazione al lavoratore: licenziamento illegittimo se la data è errata


Anche un errore trascurabile, come l’indicazione erronea della data della contestazione, rende nullo il provvedimento disciplinare del datore di lavoro.
Il datore di lavoro che intenda contestare al lavoratore un determinato comportamento illegittimo, deve farlo indicando con estrema precisione la data dell’episodio. Se, infatti, commette un errore nell’indicazione di tale data, ogni eventuale successivo provvedimento – compreso il licenziamento – è illegittimo.
Secondo la Cassazione [1], l’errore, da parte dell’imprenditore, nell’indicazione del momento in cui è avvenuto l’episodio in contestazione, pregiudica il diritto alla difesa dell’incolpato.
È infatti onere del datore di lavoro, che esercita il potere disciplinare, di fornire, nella contestazione dell’addebito, l’indicazione degli elementi del fatto in modo preciso, in modo da consentire al lavoratore un’idonea e piena difesa.
Anche un errore trascurabile sulla data, frutto di un semplice refuso, assume un valore decisivo perché impedisce il diritto alla prova spettante all’incolpato, ossia il diritto a provare di non essere stato sui luoghi dell’illecito.
note
[1] Cass. sent. n. 15006 del 14.06.2013.