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Come devono essere gestiti gli assegni al nucleo familiare

27 Febbraio 2021 | Autore:
Come devono essere gestiti gli assegni al nucleo familiare

Assegni familiari per lavoratori dipendenti: domanda, autorizzazione Inps, calcolo assegno mensile spettante.

Dal 1° aprile 2019, le domande di assegno al nucleo familiare devono essere presentate dai lavoratori dipendenti direttamente all’Inps, tramite la procedura online Anf Dip, e non più al datore di lavoro tramite il modello cartaceo.

A seguito della nuova procedura, l’Inps calcola automaticamente l’importo degli assegni spettanti al richiedente, comunicandolo al datore di lavoro tramite una specifica utility, disponibile dal 1° aprile 2019 nel cassetto previdenziale aziendale. Il datore di lavoro, poi, determina l’importo da corrispondere in concreto al lavoratore, sulla base dell’orario e delle assenze.

Ma come si calcolano gli Anf? Come sapere quali dipendenti hanno diritto agli assegni? I dipendenti devono presentare una domanda al datore di lavoro ogni anno? Quali domande o documenti sono da trasmettere all’Inps?

Facciamo il punto della situazione sugli assegni familiari per lavoratori dipendenti: obblighi dell’azienda, calcolo Anf, quando è necessaria l’autorizzazione Inps, domanda online.

Che cosa sono gli assegni familiari?

Gli assegni al nucleo familiare, o Anf, sono una prestazione, a favore del lavoratore, volta al sostegno economico della famiglia, erogata dall’Inps ma anticipata dall’azienda in busta paga. In certi casi il trattamento è liquidato direttamente dall’Inps, ad esempio per chi percepisce ammortizzatori sociali a carico dell’Istituto.

Chi ha diritto agli assegni familiari?

Hanno diritto agli Anf solo i dipendenti che appartengono a nuclei familiari con una composizione specifica, indicata nelle seguenti tabelle:

  • Tabella 11: riguarda i nuclei con entrambi i genitori e almeno un figlio minore (non sono presenti componenti inabili)
  • Tabella 12: riguarda i nuclei con un solo genitore e almeno un figlio minore (non sono presenti componenti inabili)
  • Tabella 13: riguarda i nuclei con solo minori non inabili;
  • Tabella 14: riguarda i nuclei con entrambi i genitori, senza figli minori e almeno un figlio maggiorenne inabile, oppure con almeno un figlio minore e almeno un componente inabile;
  • Tabella 15: riguarda i nuclei con un solo genitore e almeno un figlio minore (e almeno un componente inabile), oppure senza figli minori e almeno un figlio maggiorenne inabile;
  • Tabella 16: riguarda i nuclei orfanili con almeno un minore e almeno un inabile;
  • Tabella 19: riguarda i nuclei orfanili con solo maggiorenni inabili;
  • Tabella 20 A: riguarda i nuclei con entrambi i coniugi e senza figli ed almeno un fratello, sorella o nipote inabile;
  • Tabella 20 B: riguarda i nuclei monoparentali (richiedente celibe/nubile, separato/a, divorziato/a, vedovo/a, abbandonato/a) senza figli (e almeno un fratello, sorella o nipote inabile);
  • Tabella 21 A: riguarda i nuclei senza figli, con i soli coniugi o con entrambi i coniugi e almeno un fratello, sorella o nipote senza componenti inabili;
  • Tabella 21 B: riguarda i nuclei monoparentali (richiedente celibe/nubile, separato/a, divorziato/a, vedovo/a, abbandonato/a) senza figli e con almeno un fratello, sorella o nipote, senza componenti inabili;
  • Tabella 21 C: riguarda i nuclei senza figli, con i soli coniugi o con entrambi i coniugi e almeno un fratello, sorella o nipote (almeno un coniuge inabile e nessun altro componente inabile);
  • Tabella 21 D: riguarda i nuclei monoparentali (richiedente celibe/nubile, separato/a, divorziato/a, vedovo/a, abbandonato/a) senza figli e con almeno un fratello, sorella o nipote, nei quali solo il richiedente è inabile.

Perché si abbia diritto agli assegni al nucleo familiare, è necessario che almeno il 70% del reddito del nucleo derivi da lavoro subordinato.

Chi fa parte del nucleo familiare?

Fanno parte del nucleo, oltre al richiedente, i seguenti familiari:

  • il coniuge non legalmente ed effettivamente separato;
  • i figli o equiparati di età inferiore a 18 anni;
  • i figli o equiparati di età compresa tra i 18 e i 21 anni, purché studenti o apprendisti, se il nucleo familiare è composto da più di tre figli (o familiari assimilati) di età inferiore a 26 anni;
  • i figli maggiorenni inabili che si trovano, per difetto fisico o mentale, nella assoluta e permanente impossibilità di lavorare;
  • i fratelli, le sorelle ed i nipoti del richiedente, minori di età o maggiorenni inabili, se orfani di entrambi i genitori e non aventi diritto alla pensione ai superstiti.

A quanto ammontano gli assegni familiari?

L’ammontare degli assegni cambia a seconda della tipologia del nucleo familiare (con o senza disabili, con entrambi i genitori o unico genitore…), del numero dei componenti e del reddito complessivo della famiglia.

Per calcolare l’assegno mensile spettante, l’azienda deve prendere, come riferimento, le tabelle pubblicate annualmente dall’Inps: individuata la tabella di riferimento (come abbiamo visto, dalla 11 alla 21D), è necessario individuare la fascia in cui si colloca il reddito del nucleo familiare, nella colonna che corrisponde al numero dei componenti della famiglia, e verificare qual è l’assegno corrispondente indicato dall’Inps. Quest’operazione è effettuata automaticamente dai principali software paghe.

Per stabilire a quanto ammontano gli Anf, devono essere considerati i seguenti redditi:

  • redditi assoggettabili all’Irpef;
  • redditi di qualsiasi tipologia, redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte superiori a 1.032,91 euro annui.

Sono, invece, esplicitamente esclusi:

  • gli stessi Anf;
  • il Tfr e le anticipazioni;
  • le rendite vitalizie Inail;
  • la parte non tassabile dell’indennità di trasferta;
  • le pensioni di guerra e privilegiate ordinarie corrisposte ai militari di leva per infortunio;
  • l’indennità di accompagnamento e di frequenza, l’indennità ai ciechi parziali ed ai sordi prelinguali.

Chi deve compilare la domanda di assegni familiari?

L’azienda estrapola i dati utili al calcolo degli Anf sulla base dell’importo teoricamente spettante comunicato dall’Inps, tramite cassetto previdenziale.

Come si compila la domanda di assegni familiari?

Il modulo di domanda di assegni familiari che il dipendente deve inviare all’Inps:

  • si chiama SR 16 Anf/Dip, è reperibile e stampabile dal sito dell’Inps, nel caso in cui debba essere inviato tramite patronato;
  • si tratta della procedura Anf/ Dip, se deve essere inviato online all’istituto.

Il modello deve essere compilato dal lavoratore indicando i seguenti elementi:

  • dati anagrafici (codice fiscale, data di nascita, residenza) del lavoratore richiedente;
  • stato civile;
  • eventuale iscrizione negli elenchi dei lavoratori agricoli;
  • dati dei componenti del nucleo familiare e specifica relazione di parentela;
  • ammontare dei redditi del nucleo relativi al periodo in questione (se gli assegni sono richiesti, ad esempio, per il periodo da luglio 2018 a giugno 2019, deve essere indicato il reddito 2017); in particolare vanno indicati:
    • nella prima colonna, tutti i redditi da lavoro dipendente e assimilati, da pensione, da prestazione (disoccupazione, malattia, cassa integrazione etc) ed i redditi percepiti in Italia o all’estero, compresi gli arretrati;
    • nella seconda colonna, i redditi di qualsiasi natura derivanti da lavoro autonomo, da fabbricati, da terreni, al lordo dell’eventuale detrazione dell’abitazione principale (quindi il reddito dell’abitazione principale conta);
    • nella terza colonna, il tipo di modello fiscale su cui è riportato l’importo dei vari redditi dichiarati (CUD- CU o certificazione reddituale, 730, Unico, 770) nel caso in cui il richiedente sia tenuto alla presentazione della dichiarazione dei redditi;
    • nella quarta colonna, il totale complessivo dei redditi (colonna 1 più colonna 2);
  • assenza di altro Anf o di altro trattamento di famiglia nello stesso periodo;
  • eventuali variazioni nei componenti del nucleo.

Una volta compilata la domanda, il lavoratore deve datarla, sottoscriverla e consegnarla al patronato, o inviarla online all’Inps, che determina l’importo dell’assegno spettante in base alle tabelle vigenti.

Quando deve essere inviata la domanda di assegni familiari?

Gli assegni familiari, per essere riconosciuti, devono essere richiesti esplicitamente dal lavoratore all’Inps: a tal fine, come osservato, è necessario che sia inoltrata una domanda online, tramite la procedura Anf Dip.

Gli assegni devono essere richiesti ogni anno, secondo il loro periodo di validità: ogni periodo parte dal primo luglio, per terminare il 30 giugno dell’anno successivo.

Pertanto, è necessario che il lavoratore consegni la domanda Anf al patronato o la invii all’Inps entro il 30 giugno di ciascun anno.

La domanda di assegni familiari va inviata all’Inps?

Come abbiamo osservato, il lavoratore deve inviare la domanda all’Inps, tramite patronato o direttamente online.

Nel periodo transitorio,periodo compreso fra il 1° aprile 2019 e il 30 giugno 2019, i datori di lavoro potranno erogare gli assegni al nucleo familiare, e procedere al relativo conguaglio, sulla base sia di domande cartacee presentate dal lavoratore al datore di lavoro entro e non oltre il 31 marzo 2019, sia di domande telematiche presentate all’Inps dal 1° aprile 2019.

Domanda di assegni familiari per i beneficiari di cassaintegrazione

I dipendenti che percepiscono i trattamenti di integrazione salariale direttamente dall’Inps devono produrre domanda di assegno per il nucleo familiare (Anf Dip), come gli altri lavoratori. Lo ha chiarito l’Inps, attraverso un recente messaggio [2].

La procedura telematica Anf/ Dip consente di calcolare gli importi giornalieri e mensili teoricamente spettanti al richiedente in base alla tipologia, al numero dei componenti e al reddito complessivo del nucleo familiare, nel periodo di riferimento. Questa procedura va seguita anche quando è l’Inps a liquidare direttamente ai lavoratori i trattamenti di cassaintegrazione. L’importo teoricamente spettante ai lavoratori, calcolato dall’Inps e reso disponibile online sul sito, deve essere riparametrato dal datore di lavoro e indicato nei modelli Sr41 o Sr43, in base alle ore e alle giornate di integrazione salariale richieste. In caso di incoerenza (riscontrabile direttamente dalla procedura telematica), l’Inps può pagare solo la cassaintegrazione, escludendo il pagamento dell’Anf in attesa di chiarimenti.

Domanda di autorizzazione assegni familiari all’Inps

Nel caso in cui il lavoratore si trovi in situazioni particolari (nucleo con coniugi separati o divorziati, genitori conviventi non coniugati, etc.), per inserire determinati familiari nel nucleo è necessaria un’autorizzazione preventiva dell’Inps, Anf 43, che deve essere richiesta presentando il modello di domanda Anf 42.

L’autorizzazione dell’Inps deve essere richiesta, nel dettaglio, per i seguenti soggetti:

  • fratelli, sorelle e nipoti;
  • figli di genitori divorziati o separati legalmente (propri o del coniuge), figli nati fuori del matrimonio riconosciuti dall’altro genitore, oppure figli dell’altro coniuge nati da precedente matrimonio sciolto per divorzio;
  • figli di età compresa tra i 18 e i 21 anni, purché studenti o apprendisti, per i nuclei familiari composti da più di tre figli (o equiparati) di età inferiore a 26 anni;
  • nipoti minori a carico del nonno o della nonna richiedente;
  • familiari residenti all’estero;
  • familiari disabili (in assenza di certificazione sanitaria);
  • minori affidati a strutture pubbliche e collocati in famiglia.

Il modulo Anf42 deve essere compilato anche nel caso in cui il coniuge del richiedente, che non sia legalmente ed effettivamente separato o divorziato, non abbia sottoscritto la dichiarazione di responsabilità all’interno della domanda Anf.

Per includere i figli naturali del richiedente non convivente, riconosciuti da entrambi i genitori, oltre all’Anf43 è necessario allegare l’ulteriore modulo Anf/Fn.

La domanda di autorizzazione va sempre presentata all’Inps. La domanda di autorizzazione all’istituto può essere presentata tramite sito web, contact center o patronato: devono essere allegati alla richiesta i documenti che attestano la situazione di fatto del richiedente.

Assegni familiari arretrati

Se il lavoratore ha diritto agli assegni al nucleo familiare arretrati, deve seguire la stessa procedura e:

  • compilare il modello SR 16 Anf/Dip, consegnandolo al patronato;
  • compilare il modulo online e inviarlo all’Inps.

Deve indicare, però, i redditi riferiti all’anno precedente rispetto a quello del periodo di spettanza (ad esempio, se spettano gli arretrati per il periodo da luglio 2017 a giugno 2018, indicherà i redditi dell’anno 2016).

Il datore di lavoro a cui vanno richiesti gli assegni è quello presso il quale si è prestato servizio nel periodo di spettanza degli Anf, anche se l’attività è cessata: solo in caso di accertata impossibilità, per la ditta, di anticipare gli assegni, o di assegni spettanti sulle prestazioni erogate dall’istituto, gli stessi dovranno essere richiesti direttamente all’Inps (seguendo la stessa procedura illustrata nel precedente paragrafo).

In nessun caso è possibile richiedere gli assegni arretrati, relativi a periodi lavorati in un’altra impresa, al nuovo datore di lavoro [1]. Gli Anf arretrati si prescrivono in 5 anni.

Come si recuperano gli assegni familiari corrisposti?

Gli assegni familiari, come abbiamo osservato, sono corrisposti dall’azienda, salvo particolari casi di liquidazione diretta da parte dell’Inps. Il datore di lavoro deve conguagliare gli importi anticipati con i contributi previdenziali dovuti all’Inps ed esporre il conguaglio nella dichiarazione mensile Uniemens.

Assegni familiari: esempio compilazione Uniemens

Ecco un esempio di denuncia individuale nel modello Uniemens, in cui sono evidenziati gli assegni familiari corrisposti.

Nella denuncia individuale, alla voce Dati retributivi, deve essere riportato l’importo dell’Anf mensile spettante:

<DatiRetributivi>

<TipoLavoratore>0</TipoLavoratore>

<Imponibile>1408</Imponibile>

<Contributo>557,85</Contributo>

<Maternita/>

<GestioneANF>

<ANFACredito>

<AssegniCorrenti>33,47</AssegniCorrenti>

</ANFACredito>

</GestioneANF>

Chiuso l’elemento Dati retributivi, si deve riportare il numero della tabella, dei componenti e la classe (corrispondente all’ammontare dell’assegno, determinata secondo il reddito):

<ANF>

<TabANF>11</TabANF>

<NumANF>3</NumANF>

<ClasseANF>319</ClasseANF>

</ANF>

Infine, nella denuncia aziendale, andrà riportato l’importo degli Anf fruiti da tutti i dipendenti, assieme ad ulteriori eventuali crediti

<DenunciaAziendale>

<TrattQuotaLav>S</TrattQuotaLav>

<NumLavoratori>7</NumLavoratori>

<ForzaAziendale>5</ForzaAziendale>

<AziendaTFR/>

<DatiQuadraturaRetrContr>

<NumDenIndiv>7</NumDenIndiv>

<TotaleADebito>1501</TotaleADebito>

<TotaleACredito>37</TotaleACredito>

Assegni familiari 2019

L’Inps ha pubblicato i nuovi importi degli ANF, gli assegni per il nucleo familiare, per il periodo che va dal 1° luglio 2019 al 30 giugno 2020: gli assegni sono stati rivalutati in base alla variazione percentuale dell’indice dei prezzi al consumo calcolata dall’Istat tra l’anno 2017 e l’anno 2018, che è risultata pari a +1,1%. Inoltre, l’istituto ha spiegato le nuove modalità per richiedere gli assegni, e le modalità di consultazione per i datori di lavoro. Per approfondire: Aumento assegni familiari 2019.


note

[1] Ord. Naz. CDL Risp. Interpello Prot.006676.

[2] Messaggio Inps 833/2021.


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1 Commento

  1. Quindi nel caso di convivenza (senza contratto sul patrimonio) con un figlio, se uno dei due genitori intende(autorizzato dall’altro) richiedere l’anf, deve presentare richiesta di inserire nel nucleo il proprio figlio?

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