Dopo la pronuncia della Wto, i dazi rischiano di colpire le eccellenze Made in Italy. Federalimentare: danni fino a 2 mld.
Dal 18 ottobre, scatteranno nuovi dazi per 7,5 miliardi di dollari, al cambio quasi 7 miliardi di euro, che colpiranno i prodotti importati in America dall’Europa. Ne abbiamo parlato in Arrivano i green bond: nuovi titoli di Stato per finanziare il verde.
Un taglio potenziale di mancato export in Usa che va dai 650 milioni (considerando dazi per il 30%) fino ai 2 miliardi e oltre. Un export praticamente dimezzato (in caso di dazi al 100%). È questa la forchetta entro la quale si muovono i dazi che rischiano di colpire le eccellenze Made in Italy dopo la pronuncia della Wto, secondo le rilevazioni Federalimentare, riportate dalla nostra agenzia stampa Adnkronos.
Tra i più colpiti, alcuni settori che hanno fatto conoscere l’industria alimentare nel mondo come quello vinicolo, il lattiero caseario e quello della pasta. Il presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio, ha commentato così la situazione: “Sono numeri importanti, che preoccupano le nostre imprese ma che non devono indurci a inutili allarmismi. Se gli Usa rappresentano il nostro primo mercato extraeuropeo e il secondo dopo la Germania a livello mondo, non è certo per i costi bassi dei nostri prodotti ma è perché comprare Made in Italy significa consumare prodotti d’eccellenza creati con un know how unico. Un costo più alto graverà certamente sul nostro export, ma non così tanto quanto si paventa”.
“Ciò non significa – ha proseguito Vacondio – che non sia necessario procedere con alcune misure: se gli Usa decideranno di fare la “guerra daziaria” sulle nostre eccellenze, occorrerà – quando tecnicamente possibile – agire di conseguenza e per questo chiediamo alla politica, italiana ed europea, di rispondere a questi dazi con altrettanti dazi su prodotti statunitensi, da quelli di largo consumo commercializzati da potenti multinazionali ai fast food”.
“La notizia della Wto – ha aggiunto il presidente di Federalimentare – ci dà un’ulteriore conferma di quanto già Federalimentare ribadisce da tempo e cioè che ènecessario aprirci su mercati emergenti dove il Made in Italy ha grande possibilità di espansione attraverso accordi bilaterali, come sono quelli del Ceta e del Mercosur”.
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, intervenendo all’Assemblea generale di Assolombarda, al Teatro alla Scala di Milano, ha dichiarato: “Far ripartire la crescita richiede un doppio sforzo: contrastare la congiuntura avversa, soprattutto a causa delle tensioni commerciali, e risolvere i problemi di lungo periodo dell’economia italiana. La guerra dei dazi sta mettendo a dura prova l’intero comparto del manifatturiero europeo. Da ultimo, il pronunciamento Wto che legittima gli Stati Uniti, apre a una prospettiva che rischia di far male al nostro settore manufatturiero a agroalimentare: faremo di tutto per limitare i danni, anche all’interno della Ue”.
“A ciò – prosegue il premier – si aggiunge una crisi strutturale dell’automotive che costituisce una minaccia per ampi settori della nostra industria, soprattutto al Nord”.