Affittare una casa a un cinese (clandestino): reato?


La locazione di un appartamento a un immigrato clandestino non è reato, salvo che il proprietario dell’immobile approfitti della situazione per chiedere un canone esorbitante.
Dare in locazione un appartamento a un immigrato privo del permesso di soggiorno non costituisce reato. Lo ha stabilito la Cassazione in una recente sentenza [1].
Sebbene la legge [2] punisca chi ospiti (o dia in locazione) un immobile a un immigrato clandestino [3], la Suprema Corte ha tuttavia precisato che tale reato scatta solo quando il proprietario dell’appartamento si approfitti della irregolarità dello straniero nel nostro Paese per chiedergli un prezzo di affitto esorbitante: ciò infatti realizza, per il locatore, un ingiusto profitto (che è ciò che la legge vuole evitare).
Lo straniero privo di permesso di soggiorno è generalmente disposto a tutto pur di rimanere in Italia, anche a pagare un canone di locazione più elevato rispetto ai normali valori di mercato. Spesso lo fa versando somme in contanti e all’oscuro di quelli che sono i prezzi praticati nel settore. Il padrone di casa, dal canto suo, senza farsi tante domande sulla provenienza del denaro e sul metodo di pagamento, si trova a volte ad approfittare della situazione, chiedendo affitti di gran lunga superiori a quanto avrebbe chiesto a un cittadino italiano.
Ebbene, in questi casi, si realizza il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. A tal fine, infatti, non è sufficiente che il locatore affitti un appartamento a stranieri irregolari; è necessario, invece, che egli intenda sfruttare l’assenza del permesso di soggiorno a proprio vantaggio, chiedendo un affitto molto più alto rispetto al normale [4].
note
[1] Cass. sent. n. 26457 del 18.06.2013.
[2] T.U. immigrazione, art. 12, c. 5 bis.
[3] Con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e la confisca dell’appartamento.
[4] Anche Cass. sent. n. 46070 del 23.10.2003.