L’aumento dell’IVA e le nostre vacanze: turismo ko? Ogni 4 euro, 1 è evasione


L’aumento dell’IVA, proprio in occasione dei mesi estivi, potrebbe compromettere il già statico settore del turismo italiano: il Governo studia l’ipotesi di un rinvio.
Mancano solo dieci giorni alla scadenza del primo luglio, data entro cui dovrebbe scattare l’aumento dell’Iva al 22%.
Il Governo sta facendo tutto il possibile – sostiene il Ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato – per evitare un ulteriore aumento della pressione fiscale a carico dei consumatori finali (tale è, infatti, il meccanismo dell’imposta sul valore aggiunto che si riversa ineluttabilmente sui consumi).
Tra le soluzioni al vaglio dell’esecutivo, si sta facendo strada – anche perché la meno onerosa per le casse pubbliche – quella di un mini-rinvio di tre mesi che potrebbe arrivare al Consiglio dei Ministri di martedì o mercoledì prossimo, insieme alle misure per favorire l’occupazione giovanile.
Lo slittamento dell’aumento dell’Iva di tre mesi costerebbe allo Stato poco più di un miliardo di euro, ma eviterebbe di appesantire la già statica l’economia del turismo legata ai mesi estivi.
Evitare, infatti, l’aumento – anche di un solo punto percentuale – dell’imposta sul valore aggiunto significa non pregiudicare le spese dei contribuenti in un periodo, invece, in cui molte aziende puntano il tutto per tutto.
Intanto, la Corte dei conti ha stimato in 46 miliardi di euro l’evasione Iva, con una sottrazione di base imponibile di 250 miliardi, pari al 27% del Pil. In sostanza, ogni 4 euro di Iva dovuta all’erario, uno sparisce. La forte evasione è dovuta anche all’eccessiva pressione fiscale che per la magistratura contabile è al 53%.