Legge di Bilancio e Decreto fiscale: le proposte dei tributaristi


Manovra: secondo l’Istituto nazionale tributaristi bisogna intervenire sulle compensazioni dei crediti d’imposta e del regime forfettario.
L’Istituto nazionale tributaristi (Int) ha presentato sulla Legge di Bilancio e sul Decreto fiscale varie proposte e osservazioni. In particolare, due sono gli argomenti più importanti ed impattanti su imprese e lavoratori autonomi: si tratta delle compensazioni dei crediti d’imposta e del regime forfettario. E’ quanto si legge in una nota dell’Int. che abbiamo ricevuto dalla nostra agenzia stampa Adnkronos.
Sulla prima problematica, il presidente dell’Int, Riccardo Alemanno “ha ribadito la necessità di sostituire l’attuale visto di conformità con la comunicazione preventiva delle compensazioni oltre i 5.000,00 euro e circa le paventate modifiche al regime forfettario ha evidenziato la necessità di una continuità normativa che non costringa il contribuente a continui cambi di gestione amministrativa della propria attività, il regime agevolato ha già subito troppe modifiche negli anni ed un cambiamento delle attuali regole, introdotte dall’anno corrente, apparirebbe come una sorta di punizione delle partite Iva meno strutturate”.
Per Alemanno sulle compensazioni: “Oltre agli investimenti o a tipologie di attività che per loro natura producono crediti di imposta, gli istituti dello split payment e del reverse charge ( n.d.r. che sarà esteso con la manovra per il 2020), che hanno sicuramente ottenuto effetti positivi nell’ambito della lotta all’evasione dell’Iva, hanno però prodotto problemi di liquidità alle imprese con la creazione di importanti crediti, problemi che potrebbero essere superati se fosse consentita una più elastica gestione dei propri crediti erariali senza rinunciare ai doverosi controlli. Ora per porre un argine al fenomeno delle truffe sulle compensazioni dei crediti, si introducono nuove sanzioni e nuovi parametri volti al controllo di questo istituto, così da limitarne giustamente gli effetti negativi per l’erario”.
Secondo Alemanno “ciò dimostra di fatto il fallimento del visto di conformità (che oltretutto rappresenta un ulteriore costo per le imprese), in luogo del quale si potrebbe prevedere la comunicazione telematica preventiva all’Agenzia delle Entrate del credito che si andrà a compensare. L’Agenzia conoscerebbe in anticipo l’importo del credito, la tipologia dell’attività svolta dal titolare del credito, potrebbe, ante e non post, bloccare l’operazione per richiedere eventuali chiarimenti o svolgere accertamenti. I contribuenti corretti non sarebbero costretti a pagare un certificatore per compensare un loro legittimo credito ed i disonesti avrebbero difficoltà ad inviare loro stessi una comunicazione di compensazione evidentemente anomala”.
Sul fronte delle modifiche al regime forfettario, il presidente dell’Int richiama l’attenzione sulla necessità di stabilità normativa:”Una prima e vera semplificazione si otterrebbe attraverso una tregua normativa e la contemporanea predisposizione di Testi unici per sopperire alla attuale farraginosità della legislazione tributaria eccessivamente frammentata e continuamente modificata nel tempo”.
“Nell’immediato -spiega ancora Alemanno- chiediamo pertanto di rivedere la volontà di apportare ulteriori cambiamenti al regime forfettario attualmente in essere, poiché se cancellare le disposizioni relative a quello che sarebbe entrato in vigore il prossimo anno può al limite essere condivisibile nell’ottica di recupero di risorse e di equità, andare a modificare per l’ennesima volta un regime fiscale, comporterebbe una forma di penalizzazione dei contribuenti che hanno necessità di una continuità normativa per potere fare una programmazione amministrativa della propria attività ed adempiere in modo corretto agli obblighi tributari”.