Modifiche ai contanti, alla flat tax e alle sanzioni ai commercianti per il mancato uso del Pos.
Tregua nel Governo: il Consiglio dei ministri di ieri sera, iniziato alle 21, ha messo i puntini su una serie di questioni che avevano diviso la maggioranza. La Legge di Bilancio e il decreto fiscale ne vengono in parte stravolti.
Viene, innanzitutto, stralciata la norma sulla web tax dal decreto fiscale per essere, invece, inserita nella Legge di Bilancio. Cambia anche la disciplina transitoria sul tetto ai contanti che sarebbe dovuta partire il 1° gennaio, con l’abbassamento del limite da 3mila a 2mila euro, e che invece debutterà a partire dal 1° luglio. Dopodiché, a decorrere dal 1° gennaio 2020, scenderà fino a mille euro.
Sempre dal 1° luglio 2020, si potranno applicare le sanzioni ai commercianti che non si doteranno di Pos, con una rimodulazione degli importi: l’obiettivo è di ridurre, se non eliminare del tutto, la penalizzazione del 4% in attesa che si chiuda un accordo con banche e operatori per tagliare le commissioni sugli acquisti con le “card”. Distanze molto ridotte, invece, sulla definizione del pacchetto di misure sul carcere agli evasori, trasformando magari le nuove integrazioni in un emendamento blindato da presentare in Parlamento durante la sessione di bilancio.
C’è poi il capitolo più delicato: la flat tax, strenuamente difesa dal M5S. Non verrà più abbandonato il regime forfettario del 15% per le partite fino a 65mila euro, né sarà introdotta la fatturazione elettronica per chi vi aderirà. La flat tax non opererà solo per i redditi tra 65mila e 100mila euro. Resterà, invece, confermata la reintroduzione del tetto di 30mila euro di reddito oltre il quale non si potranno cumulare proventi da partita Iva beneficiando della flat tax. Evitando, per esempio, che lavoratori dipendenti con alti guadagni possano pagare solo il 15% su eventuali introiti da collaborazioni.
Altri capitoli più spinosi sono stati solo rinviati. Tra questi, c’è l’aumento della cedolare secca al 12,5% per gli affitti a canone concordato che qualcuno vorrebbe lasciare al 10%. C’è poi la cancellazione dell’aumento delle imposte ipotecarie e catastali per la compravendita della prima casa. Infine, c’è la plastic tax, particolarmente avversata dall’imprenditoria.