Inps: nuovo contributo dello 0,35% su dipendenti privati e pubblici


Previdenza: Tridico, contributo 0,35% anche ai privati, da estendere anche a tutti i dipendenti della Pubblica Amministrazione.
Un nuovo balzello per sostenere la previdenza italiana, oggi come mai a rischio di un ulteriore buco a causa dell’invecchiamento della popolazione e delle conseguenze dei nuovi pensionamenti anticipati.
Questa volta la proposta arriva direttamente da Tridico, attuale presidente dell’Inps, ragion per cui desterà ancora più allarme e preoccupazione. Il contributo dello 0,35%, che viene versato dalla quasi totalità dei dipendenti pubblici, una platea di oltre 3, 3 milioni (3.337.000) e che va ad alimentare il fondo per gli interventi assistenziali e sociali ma anche la formazione, dovrebbe essere esteso ai lavoratori del settore privato, altre 20 milioni di persone. La proposta del presidente dell’Inps Pasquale Tridico giunge proprio oggi, comunicata alla nostra redazione dall’agenzia stampa Adnkronos, intervenendo all’evento “Formare l’eccellenza Inps e Sna per lo sviluppo e l’innovazione digitale della Pa”.
«Dovremmo estendere il contributo dello 0,35% anche ai lavoratori privati ma sarà eventualmente la politica a decidere» ha detto il Presidente Inps.
Per ora è solo un’ipotesi di studio, “futuribile, ma ritengo che potrebbe essere molto interessante” ha aggiunto a margine del convegno al quale hanno partecipato anche il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo e il ministro per la Pa Fabiana Dadone.
Il contributo dello 0,35%, è legato al rapporto di lavoro nel pubblico impiego e riguarda il welfare integrativo, non va quindi a impattare sulle casse dell’Inps. Comunque secondo Tridico, dovrebbe essere esteso a tutti i dipendenti pubblici, una platea di circa 80 mila persone, tra le quali i dipendenti Inps, Inail, Istat e altri enti.
Tridico dovrebbe preoccuparsi (e molto) di quell’esercito di ignoranti che ha alle proprie dipendenze (impiegati dell’INPS) formato dalla feccia della mobilità tra amministrazioni pubbliche. Nella mia città (Spoleto) tutti, dico TUTTI, ci chiediamo che resta aperto a fare l’ufficio se gli impiegati non sanno mai rispondere alle domande degli utenti?
Confermo che anche a Sondrio esiste l’identica situazione di Spoleto descritta dal Sig.Bussoni, con l’aggravante che anche i dirigenti anno gli stessi limiti degli impiegati.