Locale notturno rumoroso: reato superare i limiti dell’inquinamento acustico


Possibile il sequestro penale dell’impianto che disturba le occupazioni e il riposo delle persone, anche se nel quartiere coesistono altri locali rumorosi.
Stop alla movida sulle pubbliche vie: da oggi si potrà procedere al sequestro degli impianti di diffusione della musica di proprietà dei locali notturni che molestano la quiete di un intero quartiere.
La possibilità di applicare il “penale” per chi, con le casse a “palla”, disturba il riposo notturno degli altri, viene dalla Cassazione [1]. Secondo la Corte, il mancato rispetto dei limiti di emissione del rumore previsti dalla legge [2] può integrare il reato penale denominato “Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone” [3].
Diffusori sotto chiave. Rischia il sequestro penale il gestore del locale per via della musica troppo alta e ciò anche se, nello stesso quartiere, vi sono altri night club a contribuire al rumore generale. Infatti – scrivono i giudici – per applicare la misura del sequestro non è necessario accertare una responsabilità penale, ma basta l’astratta configurabilità del fatto illecito.
Non si può neanche ricomprendere l’attività dei disco-bar tra i mestieri rumorosi, prevedendo per chi li pratica, disturbando il prossimo, la sola ammenda (sanzione di carattere amministrativo e non penale). La Cassazione spiega, infatti, che non possono rientrare tra le semplici violazioni amministrative le condotte rumorose idonee a mettere in pericolo la pubblica tranquillità.
Tocca quindi tenere le porte ben chiuse del locale e far rientrare le cubiste dalla strada. Che i disc-jockey stiano dentro il disco-pub e abbassino il volume.
note
[1] Cass. sent. n. 4466 del 30.01.2014.
[2] Stabiliti dal Dpcm del 1° marzo 1991.
[3] Art. 659, secondo co., cod. pen.
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