Rallenta l’economia e non supera le incertezze: questi i principali rilievi espressi dalla Corte dei Conti sulla manovra finanziaria presentata dal Governo.
Adesso anche la Corte dei Conti critica la manovra finanziaria presentata dal Governo: oggi, nel corso dell’audizione in commissione Bilancio della Camera e del Senato, riunite per l’esame del disegno di legge di Bilancio 2020, sono stati espressi pesanti rilievi. Ecco quali, secondo il resoconto della seduta parlamentare della nostra agenzia stampa Adnkronos.
«Il frequente rinvio a provvedimenti ulteriori per la definizione effettiva delle misure contenute nelle manovre non contribuisce a superare le incertezze». Incertezze che, finora, hanno «contribuito al generale rallentamento della nostra economia».
Il rinvio a ulteriori provvedimenti, prosegue la magistratura contabile, «riduce l’efficacia degli interventi, a causa dell’allungamento dei tempi necessari per la loro attuazione». Occorre una riforma, poiché «Dalla natura e dalla qualità delle misure proposte dipenderà la possibilità di incidere sulle aspettative di famiglie e imprese», sottolinea la Corte dei Conti.
Per eliminare questi inconvenienti «un severo percorso di contenimento e riqualificazione della spesa rimane indispensabile». Secondo la magistratura contabile occorre, in particolare, «operare un’attenta selezione delle attività da continuare a finanziare e di quelle da abbandonare; e ciò per rendere compatibile liberare risorse per una riduzione dell’onere fiscale e mantenere i conti pubblici su un percorso di riduzione del debito».
Tutto ciò non è semplice da realizzare e la Corte dei Conti ne prende atto: la prospettiva attuale «rende difficile trovare il giusto dosaggio tra equilibrio di bilancio e sostegno all’economia». Se sul piano finanziario le reazioni più recenti dei mercati «inducono ad un prudente ottimismo, lo stesso non vale per le condizioni della nostra economia, sempre in coda alla graduatoria europea», osserva la magistratura contabile.
Il punto chiave sarà la lotta all’evasione fiscale che, secondo la Corte, potrebbe aumentare le possibilità di successo «estendendo l’obbligo di pagamento tracciato ad altri fenomeni economici che non danno luogo direttamente a detrazioni fiscali, quali il pagamento dei canoni di locazione immobiliare o la corresponsione degli emolumenti ai collaboratori familiari, settori questi ove notoriamente si registra una diffusa evasione fiscale».