Per stipendi percepiti, gli uomini battono le donne sia nel lavoro pubblico che nel settore privato. Le donne sono penalizzate anche dal part time.
Gli uomini sono mediamente retribuiti di più delle donne in Italia: il loro stipendio è più alto e questo avviene sia nel mondo del lavoro privato che in quello pubblico. La conferma arriva dalla dagli aggiornamenti degli osservatori statistici Inps riferiti al 2018, diffusi oggi da Adnkronos.
Il divario maggiore tra i due generi, maschile e femminile, si rileva tra i dipendenti privati – una platea di
15,7 milioni di lavoratori – dove gli uomini percepiscono stipendi medi più alti del 44,3% rispetto alle colleghe, mentre la differenza è minore, ma sempre notevole, nel settore pubblico, che abbraccia in totale 3,58 milioni di lavoratori, dove i maschi prendono il + 31,8% in più delle femmine
Inoltre le retribuzioni medie annue risultano più basse nell’universo dei dipendenti privati rispetto ai pubblici. In
particolare, nel privato lo stipendio annuo medio è pari a 21.530 euro, ma i valori risultano molto differenziati sia per età sia per genere: aumentano soprattutto al crescere dell’età, almeno fino alla classe dai 55 ai 59 anni.
La differenza tra uomini e donne rimane, comunque, sempre a favore del genere maschile: 24.759 euro contro 17.156 euro per le femmine. Quindi in entrambi i casi, lavoro pubblico o privato, guadagnano di più.
Nel pubblico impiego, la retribuzione media annua è di 32.968 euro, in crescita del 3,1% rispetto all’anno precedente, per effetto dei rinnovi dei contratti (2016-2018). Anche qui aumenta al crescere dell’età ed è costantemente più alta per il genere maschile 38.400 euro contro 29.120 euro per le femmine.
Questa differenza retributiva si spiega anche con il lavoro part time, che è più diffuso tra le donne. Infatti – si legge nel documento Inps – «il numero di lavoratrici che nel 2018 hanno avuto almeno un rapporto di lavoro part time è pari a 3.414.791, contro 1.993.261 maschi. Nel 2018 circa il 22% dei lavoratori maschi ha avuto almeno un rapporto di lavoro a tempo parziale mentre tra le femmine la quota di lavoratrici che ha avuto almeno un part time nell’anno è pari a circa il 51%».