Quali sono e quanto sono diffusi e conosciuti dai cittadini italiani i nuovi servizi delle farmacie? E come vengono fruiti? Un’indagine lo rivela.
Test per glicemia, colesterolo e trigliceridi, controlli in tempo reale sui principali parametri del sangue, come l’emoglobina, test sulle urine, per la gravidanza, ma anche misurazione della pressione arteriosa, ed ancora spirometria e controllo dell’attività cardiaca.
Sono questi i servizi principali che il nuovo modello di farmacia dei servizi inaugurata con tre Decreti del ministero della Salute già dal 2010 offre o dovrebbe offrire alla popolazione. Ma non tutti ne sono ancora consapevoli, anche se la maggioranza si sta sempre più orientando verso queste nuove possibilità e ne fruisce.
Da un’indagine condotta da Federfarma e Cittadinanzattiva, i cui risultati sono stati diffusi dall’agenzia stampa Adnkronos Salute, emerge che i tre quarti dei cittadini italiani hanno una propria farmacia di fiducia ed è quasi altrettanta (73%) la percentuale di coloro che sono informati sul fatto che da qualche anno le farmacie possono erogare nuovi servizi per i cittadini.
I due terzi del campione intervistato – al rapporto hanno contribuito 1915 farmacie e 1265 persone di tutte le Regioni d’Italia – risulta anche che quasi i due terzi del campione, il 65%, fa riferimento al farmacista per la propria salute e lo percepisce come un professionista dispensatore di consigli importanti e non un addetto alla vendita di farmaci e presidi sanitari.
A detta delle persone che hanno preso parte alla survey, nel 41% dei casi il farmacista conosce il medico di famiglia o l’eventuale specialista che ha in cura la persona, sa quali farmaci la persona prende abitualmente (42%), è prodigo di consigli in merito ai dosaggi o alle modalità di assunzione quando consegna i farmaci (42%).
Meno frequentemente, invece, (ci si attesta al 32% dei casi), il farmacista conosce le patologie della persona che a lui si rivolge e si permette di consegnare opuscoli o altre informazioni che ritiene di utilità per la persona che entra in farmacia.
Tra i servizi più praticati ed utilizzati, risulta imponente la partecipazione delle farmacie a campagne per la diagnosi precoce: ben l’84% vi ha preso parte negli ultimi 24 mesi. Inoltre, il 70% delle farmacie coinvolte nell’indagine ha aderito a campagne di prevenzione istituzionale (screening organizzati da Asl/Regione) relative al tumore al colon-retto. E un 27% ha aderito anche ad altri screening istituzionali in particolare su diabete e ipertensione. In misura minore, asma, tumore al seno, patologie cardiovascolari e Bpco.
Ci sono, però, ancora molte barriere, emerse dallo studio e che ancora ostacolano il pieno passaggio dal classico modello della farmacia “di fiducia” a nuovo modello di farmacia “dei servizi”. I principali ostacoli vengono individuati nel limitato coinvolgimento delle farmacie in campagne di prevenzione e screening promosse dalle istituzioni (27%); lo scarso coinvolgimento delle farmacie (solo il 20%) nel processo di attuazione del Fascicolo sanitario elettronico, ed in una una insufficiente condivisione (per il supporto all’aderenza terapeutica) dei dati telematici tra i sistemi informatici della farmacia e quelli di ministero della Salute/Aifa (34%).
C’è poi il problema del mancato collegamento tra farmacie e medici: il Rapporto evidenzia che solo il 12% delle farmacie risulta interconnesso con i medici di medicina generale, cioè i medici di famiglia che sono coloro che prescrivono abitualmente il maggior numero di medicinali ai propri pazienti.
“L’essere destinataria di tanta fiducia – dice Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva – è un ottimo presupposto per poter arrivare compiutamente a quella farmacia dei servizi verso cui, con il tanto atteso accordo in seno alla Conferenza Stato-Regioni, si è finalmente tracciata la strada per passare da sperimentazioni regionali e locali ad una messa a regime su base nazionale. Inoltre, la farmacia rappresenta un importante presidio di salute nelle aree interne del Paese, un importante strumento da utilizzare nelle strategie e azioni contro le disuguaglianze nella salute”.
Intanto, anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, ritiene che “il ruolo delle farmacie è decisivo. Rappresentano un presidio territoriale da sostenere e rafforzare. In questo senso, il progetto della farmacia dei servizi va nella direzione giusta e può aiutare a costruire un rapporto più virtuoso con i nostri territori”. Lo scrive in un messaggio inviato oggi alla presentazione del Rapporto.