118 sarà più sicuro grazie all’installazione delle telecamere. È suggerita l’attivazione solo in caso di necessità per rispetto privacy.
Prosegue a passo spedito la procedura di installazione di telecamere a bordo dei mezzi, che serviranno da deterrente e aiuteranno le forze dell’ordine nell’identificare e punire chi si macchia di reati tanto gravi. Arrivano le prime telecamere sulle ambulanze all’Asl Napoli 1 Centro. Ad annunciarlo è il direttore generale della stessa Asl, Ciro Verdoliva commentando l’ultimo episodio ai danni di operatori sanitari che ha visto l’esplosione di un fuoco di artificio lanciato da ignoti sotto l’ambulanza sulla quale viaggiavano.
“L’installazione delle videocamere” sulle ambulanze “rappresenta un enorme passo in avanti per la sicurezza e la conseguente tranquillità degli operatori del Set 118, condizioni assolutamente fondamentali per l’estrema delicatezza dell’operatività tempo dipendente del soccorso che si svolge sia a bordo dei mezzi di soccorso e più ancora sugli scenari, in ambiente aperto o chiuso, delle varie emergenze, quindi a distanza anche considerevole rispetto ai mezzi. Suggeriamo, però, al ministro che la dotazione di videocamere da installare a bordo dei mezzi di soccorso, ma anche da posizionare sulla divisa degli operatori del Set 118, da attivare unicamente in caso di necessità, al fine di assicurare, in condizioni normali, la tutela della privacy, venga presa in considerazione e resa obbligatoria non solo a Napoli o in Campania, ma anche a livello nazionale”. Lo scrive il presidente nazionale della Sis118, Mario Balzanelli, in una nota che la nostra redazione ha appena ricevuto dall’Adnkronos.
“Ringrazio sentitamente il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese – spiega – per aver deciso di dotare i mezzi di soccorso del Sistema 118 di Napoli di videocamere al fine di esercitare una chiara azione deterrente nei confronti delle aggressioni poste in essere dall’utenza contro gli equipaggi oltre che di consentire, con maggiore velocità, l’identificazione dei responsabili delle stesse ai fini di giustizia. Si tratta di una decisione storica, autorevole, di importanza determinante che raccoglie un plauso unanime e la più profonda gratitudine di tutti gli operatori del Sistema 118 nazionale, medici, infermieri ed autisti-soccorritori, i quali grazie a questa decisione raccolgono, per la prima volta, evidenze e premesse essenziali per sentirsi più sicuri e tutelati da parte dello Stato”.
“Le aggressioni agli equipaggi e ai mezzi del Sistema 118 – evidenzia Balzanelli – si registrano, infatti, in tutta Italia: il 3 ottobre, a Rossano Calabro, subito dopo aver constatato il decesso di una donna in arresto cardiaco improvviso furono sequestrati in casa due equipaggi del 118 dai parenti furibondi perché la prima ambulanza era giunta priva di medico ed infermiere. A Taranto, la notte del 13 novembre, è stata incendiata un’ambulanza della Croce Rossa Italiana”.
“A Pontedera, il 10 dicembre – continua – una infermiera del 118 è stata aggredita durante un intervento richiesto in conseguenza di una lite familiare. A Crevalcore (Bologna) un autista -soccorritore del Set 118 è stato aggredito e picchiato a sangue da un paziente con disturbi psichiatrici. A Sassari, il 2 gennaio è stata bruciata un’ambulanza del Set 118. A Milano, il 3 gennaio, un soccorritore è stato preso a calci e a pugni da un uomo in stato di ebbrezza, che ha continuato, subito dopo, a prendere a calci e a pugni l’ambulanza. Possiamo documentare come le aggressioni al Sistema 118 non si verificano solo a Napoli ma rappresentano, purtroppo, un problema di carattere nazionale”.
“Il tema delle aggressioni – prosegue – non deve però fuorviare rispetto alle cause delle stesse, perché nella maggior parte dei casi i due principali vettori scatenanti l’ira degli astanti, che poi conduce, nel giro di istanti, ad aggredire, sono i ritardi nelle tempistiche di arrivo su codice rosso e la mancanza di personale medico e infermieristico a bordo del mezzo di soccorso, binomio in grado di assicurare nelle situazioni di elevata gravità clinica il livello ottimale di integrazione delle competenze finalizzate ad assicurare al paziente diagnosi e terapia potenzialmente salvavita e le maggiori possibilità statistiche di salvezza”.
“Aumentare il numero di quanti saranno riconosciuti immediatamente colpevoli di aggressione a pubblico ufficiale e/o a incaricato di pubblico servizio non ridurrà il numero delle stesse, così come l’introduzione della pena di morte in alcuni Paesi non ha affatto ridotto il numero degli atti violenti e degli omicidi in quei Paesi stessi. Occorre, sostanzialmente, riformare il Sistema, potenziandolo in tutte le sue componenti. Di qui un nuovo più accorato appello, rivolto con fiducia, al Governo e al ministro della Salute Roberto Speranza“.