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Vendite porta a porta: come tutelarsi?

29 Gennaio 2020 | Autore:
Vendite porta a porta: come tutelarsi?

Quando è affidabile chi vuole proporre a domicilio un prodotto o un servizio? Cosa deve contenere il contratto? Come funzionano recesso e garanzia?

Da parecchio tempo, ormai, i consumatori hanno scoperto la comodità di acquistare un prodotto e farselo portare a casa. Grazie all’e-commerce, infatti, è possibile trovare su Internet qualsiasi articolo, dal capo di abbigliamento al dispositivo elettronico, dal mobile alla spesa del supermercato, e riceverlo a domicilio scomodandosi soltanto per andare a rispondere al citofono. Questo, però, non vuol dire che il «vecchio» mestiere del venditore porta a porta sia sparito, anzi: resta il solo inconveniente di dover rispondere al citofono, non per la consegna di ciò che è stato ordinato ma per aprire a chi viene a proporre un prodotto in offerta. La diffidenza di far entrare in casa uno sconosciuto, però, resta alta, così come la paura di prendere un’enorme cantonata. C’è chi si chiede, di fronte alle vendite porta a porta, come tutelarsi.

Viviamo, purtroppo, in un’epoca in cui bisogna stare attenti a chi bussa alla porta di casa. Non mancano i truffatori o i presunti tecnici di questo o di quello che, in realtà, vogliono solo sfruttare un momento di distrazione per ripulire la casa di soldi e preziosi. Ma non bisogna dimenticare che ci sono ancora tanti lavoratori veramente onesti che fanno la vendita porta a porta con le migliori intenzioni, come chi tira su ogni giorno la serranda del suo negozio per proporre la propria merce. Basti pensare che, negli ultimi tempi, il settore ha avuto un incremento del 2,5% con un volume d’affari che ha sfiorato i 3 miliardi di euro, frutto per la maggior parte delle vendite di articoli durevoli per la casa: pentole, frullatori, robot per cucinare, dispositivi di ossigeno attivo per lavatrici, scope elettriche oppure gelati e surgelati.

Va da sé, comunque, che quella a domicilio è una vendita con determinate peculiarità diverse da quella esercitata in altri modi (nel negozio fisico o via Internet) e che è un diritto del consumatore conoscere queste regole. Ecco come tutelarsi sulle vendite porta a porta.

Vendita porta a porta: come funziona?

La vendita porta a porta o vendita diretta a domicilio è la distribuzione di un prodotto o di un servizio a casa del cliente o, comunque, fuori da un esercizio commerciale, attraverso un incaricato. Di solito, se necessario, viene fatta una dimostrazione del funzionamento del prodotto prima di procedere all’eventuale accordo di acquisto.

Naturalmente, chi bussa alla tua porta è soltanto un intermediario tra te, potenziale cliente, e l’azienda che rappresenta e per cui lavora. Dovrà avere un tesserino di riconoscimento con la firma del rappresentante legale della società e i dati personali e la fotografia formato tessera del venditore. A lui il compito di effettuare l’eventuale dimostrazione del prodotto, di spiegare i termini e le condizioni dell’offerta e di ritirare la proposta d’ordine da girare all’azienda.

Attenzione perché l’intermediario deve dichiarare fin da subito lo scopo della sua visita, cioè che vuole fare una proposta di vendita a domicilio. Non manca, infatti, chi utilizza delle tecniche che, per quanto siano legali, non sono molto ortodosse pur di entrare in casa di un possibile cliente ed arrivare dove lui vuole arrivare.

Ad esempio, c’è chi suona ad un determinato campanello sapendo che risponderà una persona già cliente della sua azienda. Dirà che i suoi referenti hanno programmato una serie di verifiche gratuite sul prodotto acquistato. Una volta fatta la verifica, andrà al «dunque», cioè al vero scopo della sua visita: proporre un nuovo prodotto oppure una versione più moderna di quello acquistato, nella speranza di chiudere un nuovo ordine di acquisto. Sarebbe più corretto dirlo sin dall’inizio per non far perdere del tempo inutile a chi non è interessato in partenza a comprare alcunché.

Vendita porta a porta: cosa non si può fare?

La maggior parte dei prodotti o dei servizi proposti nelle vendite porta a porta sono articoli per la casa: dal set di pentole ai piccoli elettrodomestici, dalla biancheria ai cosmetici, dal robot che ti sostituisce in cucina all’apparecchio che, collegato alla lavatrice, ti evita di comprare dei detersivi.

Ci sono, però, delle cose che non si possono vendere a domicilio. La legge [1] vieta, infatti, le offerte, le sottoscrizioni e la pubblicità a fini commerciali di prodotti e di servizi finanziari ed assicurativi, oltre che i contratti finalizzati alla costruzione, alla vendita e alla locazione di immobili. Se qualcuno arriva a casa tua proponendoti uno di questi prodotti o servizi, fai bene a segnalarlo alle autorità.

Vendita porta a porta: cosa ci deve essere sul contratto?

Affinché un contratto di vendita porta a porta sia legittimo, deve riportare le seguenti informazioni:

  • i dati dell’azienda: nome, indirizzo, numeri di telefono e di fax, indirizzo di posta elettronica, eventuale diverso indirizzo per inviare un reclamo;
  • descrizione e caratteristiche del prodotto offerto;
  • prezzo (imposte comprese) del prodotto offerto;
  • eventuali spese di consegna;
  • termini di pagamento o di eventuale finanziamento;
  • termini di consegna;
  • esistenza del diritto di recesso, modalità per cancellare l’acquisto o sostituire il prodotto ed eventuali costi di restituzione;
  • indicazione della garanzia legale di conformità e di eventuali garanzie aggiuntive;
  • condizioni del servizio post-vendita;
  • informazioni sulla privacy.

Vendita porta a porta: garanzia e recesso

Come per un prodotto acquistato in un normale negozio o via Internet, anche quelli che si comprano tramite una vendita porta a porta hanno una garanzia di 2 anni, solo sui beni durevoli però. Tale garanzia deve essere indicata sul documento allegato al prodotto (ad esempio sul modulo d’ordine) insieme ad eventuali garanzie addizionali.

Andranno obbligatoriamente riportati su quel documento le condizioni del servizio post-vendita, oltre a nome e indirizzo di chi presta la garanzia e le azioni che il consumatore può avviare in caso di conflitto.

È possibile avvalersi anche del diritto di recesso, inviando all’azienda o alla società una raccomandata a/r senza dare alcuna spiegazione. La clausola del recesso deve essere indicata sul modulo d’ordine, sul contratto o sul documento usato per la vendita. Il recesso è valido entro 14 giorni dalla firma per l’acquisto di un servizio o dalla consegna del prodotto comprato.

Se non sono state indicate le informazioni sul diritto di recesso, il termine si allunga di un anno, quindi fino a:

  • 12 mesi e 14 giorni dal giorno di consegna del prodotto;
  • 12 mesi e 14 giorni dalla data firma del contratto di acquisto di un servizio.

note

[1] Legge n. 103/2005.

Autore immagine: 123rf.com


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