I risultati di un’indagine per misurare la fiducia nella crescita economica italiana, dalle aspettative sugli aumenti di stipendio all’andamento delle imprese.
Per misurare la fiducia nella tanto annunciata ripresa economica è stata svolta un’indagine indipendente a cura del Randstad Workmonitor. Il sondaggio non è limitato all’Italia, ma ha riguardato 34 Paesi del mondo su un campione di 405 lavoratori di età compresa fra 18 e 67 anni per ogni nazione, che lavorano almeno 24 ore alla settimana e percepiscono un compenso economico per questa attività. Dunque le risposte sono state fornite esclusivamente dai lavoratori e non da altre categorie, come studenti, casalinghe o pensionati.
L’esito del sondaggio ci viene riportato ora dalla nostra agenzia stampa Adnkronos, e i risultati sono alquanto sconfortanti: solo il 44% crede nel miglioramento del nostro Paese, e nella classifica generale siamo terz’ultimi nel mondo. Così i lavoratori italiani accolgono il 2020 con scarsa fiducia nel miglioramento della situazione economica e finanziaria del Paese. Poco più di quattro dipendenti su dieci credono in una crescita economica nei prossimi dodici mesi (44%), in calo del 4% rispetto al 2018 e ben 13 punti sotto alla media globale, pari al 57%. L’Italia si colloca al terz’ultimo posto su 34 paesi per livello di fiducia nelle condizioni economiche nazionali, insieme al Belgio e davanti soltanto a Spagna (41%) e Giappone (26%).
Resiste invece la fiducia nei risultati delle imprese, con il 67% dei lavoratori ottimista sulle performance del proprio datore di lavoro, ma risulta comunque in calo rispetto al 75% di due anni fa e distante tre punti dalla media mondiale (70%). Cresce invece l’ottimismo sulle condizioni economiche individuali, con il 50% dei dipendenti che si aspetta di ricevere un bonus nel corso dell’anno (+5% sul 2018) e il 41% che spera in un aumento di stipendio (+2%).
Proprio oggi anche il Centro Studi di Confindustria ha diffuso, sempre attraverso l’agenzia Adnkronos, i dati sull’andamento dell’economia italiana, che registra una crescita ” appena sopra lo zero, con più occupazione, consumi in debole aumento e tassi sovrani stabili. Per la crescita mancano gli investimenti, che non ripartono, e il credito, che è in calo”, commenta in una nota il Csc, sottolineando che “si conferma anche nel quarto trimestre 2019 il persistere di una sostanziale stagnazione. L’export cresce a fatica, con i mercati extra-Ue cruciali, ma aumentano i rischi -continua la nota. L’instabilità in Iran e Libia potrebbe causare uno shock petrolifero. Scambi mondiali deboli, così come l’Eurozona, ma la crescita Usa è solida, migliora la Cina e reggono i mercati finanziari“.
Tornando al sondaggio sulla fiducia espressa dai lavoratori, ”Gli auspici per il 2020 – commenta Marco Ceresa, amministratore delegato di Randstad Italia – sono meno positivi rispetto a due anni fa, ma non tutti i risultati dell’indagine sono negativi. La fiducia nelle imprese resta elevata, mentre cresce nei lavoratori l’aspettativa di un miglioramento delle proprie condizioni personali”.