Assegno sociale: coniuge pensionato


Il cittadino senza pensione ha diritto all’assegno sociale se il coniuge beneficia di un trattamento pensionistico?
Non hai diritto alla pensione, perché i contributi accreditati nell’arco della vita lavorativa non sono sufficienti nemmeno per il trattamento di vecchiaia. Avendo in ogni caso compiuto l’età richiesta per la pensione di vecchiaia ordinaria, pari a 67 anni (requisito valido sino al 31 dicembre 2022), ritieni di aver diritto all’assegno sociale, non percependo alcun reddito.
Tuttavia, sei sposata e tuo marito è pensionato. L’assegno sociale spetta ugualmente, se il marito, la moglie o il partner dell’unione civile risulta percepire un trattamento di pensione? Cerchiamo di fare il punto sull’assegno sociale: coniuge pensionato, analizzando nel dettaglio che cosa prevede la normativa.
A questo proposito, devi sapere che l’assegno sociale è generalmente incompatibile con i trattamenti di pensione diretta, come la pensione anticipata o di vecchiaia. Risulta, però, parzialmente cumulabile con la pensione calcolata con il sistema integralmente contributivo. Quest’incompatibilità, ad ogni modo, vale per il solo diretto interessato, e non per il coniuge del percettore dell’assegno, che può anche essere pensionato.
La legge prevede, comunque, dei limiti massimi di reddito per il diritto all’assegno sociale, limiti che devono essere verificati non solo in capo all’interessato, ma anche al coniuge. Ma procediamo con ordine.
Indice
Chi è sposato, tra i redditi rilevanti per il diritto all’assegno sociale, non deve comportare soltanto i propri, ma anche quelli del coniuge. La soglia di reddito, però, risulta più elevata, non più pari a 5.977,79 euro annui ma pari a 11.955,58 euro annui.
In sostanza, vale il limite di reddito più elevato, ma si devono sommare i redditi propri a quelli del coniuge, e non soltanto i redditi derivanti da trattamenti pensionistici.
Che cosa succede se il coniuge è pensionato?
Se il coniuge dell’interessato è pensionato, il reddito di pensione percepito va a diminuire l’importo dell’assegno sociale: il sussidio, cioè, non corrisponde più alla misura intera, pari a 459,83 euro mensili, ma viene ridotto sulla base del reddito della coppia, che in questo caso è il reddito di pensione del coniuge. Se la pensione lorda (attenzione: non va considerata la pensione netta corrisposta!) supera 11.955,58 euro all’anno, l’assegno sociale non spetta più.
Quali redditi si contano?
Attenzione: il coniuge, oltre alla pensione, potrebbe peraltro avere altri redditi, come ad esempio una seconda casa. È necessario contare tutti i redditi imponibili ai fini Irpef tra quelli che rilevano ai fini della soglia per il diritto all’assegno sociale, compresi i redditi esenti, come le rendite dell’Inail e le pensioni erogate agli invalidi civili.
Non devono essere contati, invece, il Tfr ed i trattamenti con la stessa finalità (ad esempio, l’indennità di buonuscita, di anzianità, l’indennità premio di servizio), la rendita dell’abitazione principale, gli arretrati da lavoro dipendente soggetti a tassazione separata, le indennità di accompagnamento per invalidi civili, ciechi civili, l’indennità di comunicazione per i sordi, gli assegni per l’assistenza personale e continuativa erogati dall’Inps ai pensionati per inabilità, gli assegni riconosciuti dall’Inail per l’assistenza personale continuativa, ed alcune tipologie di vitalizi per gli ex combattenti.
La riduzione dell’assegno sociale si calcola in modo che il sussidio, sommato al reddito del pensionato o della coppia, non determini il superamento dell’importo soglia annuo (che cambia, come abbiamo visto, per i beneficiari coniugati e non coniugati).
In pratica, per determinare a quanto ammonta l’assegno sociale ogni mese, si deve sottrarre il reddito annuo (proprio, o della coppia, per gli sposati) dalla soglia limite, e dividere per 13.
Puoi vedere un esempio di calcolo qui: riduzione assegno sociale 2020.
Il reddito del coniuge, ad ogni modo, conta solo se questi non è legalmente ed effettivamente separato, oppure divorziato. La separazione di fatto non è rilevante.
In merito, le autorità competenti operano severi controlli, per scongiurare il fenomeno delle finte separazioni, ultimamente dilagante non solo ai fini della percezione dell’assegno sociale, ma anche del Reddito e della Pensione di cittadinanza, nonché di ulteriori vantaggi, come l’esonero dal pagamento dell’Imu sulla prima casa.
A differenza di quanto accade in rapporto al Reddito ed alla Pensione di cittadinanza, sussidi per i quali rileva il reddito dell’intero nucleo familiare, ai fini dell’assegno sociale rileva il solo reddito del coniuge: non sono contati i redditi dei figli, anche se a carico o conviventi.