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Posso non rispondere alle domande della polizia?

23 Gennaio 2020 | Autore:
Posso non rispondere alle domande della polizia?

Interrogatorio polizia: come funziona? Sono obbligato a rispondere alle domande delle autorità? Quando rifiutarsi di rispondere è reato?

Un mattino senti bussare alla porta; apri e ti trovi davanti due agenti della polizia, i quali cominciano a porti delle domande su alcune indagini che stanno compiendo per via di un furto in abitazione commesso nelle vicinanze. Sorpreso e un po’ confuso, memore di film e telefilm americani, decidi di avvalerti della facoltà di non rispondere; ma è possibile ciò? In altre parole: posso non rispondere alle domande della polizia?

Facciamo un altro esempio. Mentre sei alla guida della tua auto, la polizia stradale ti ferma e, dopo aver controllato i documenti, comincia a farti delle domande un po’ scomode, tipo se fai uso di sostanze stupefacenti, o cose del genere. In un’ipotesi del genere, sei costretto a rispondere alle domande della polizia? È quello che cercheremo di comprendere con questo articolo. Se hai cinque minuti di tempo e l’argomento ti interessa, prosegui nella lettura: vedremo insieme se si può non rispondere alla polizia.

Polizia: quando può fare domande?

Secondo la legge, la polizia può fare domande essenzialmente per due ragioni: se sospetta che tu abbia commesso un reato; se ritiene che tu possa dare informazioni utili per il compimento delle indagini in corso.

Le due ipotesi sono molto diverse: nel primo caso, la polizia decidi di sentirti in qualità di indagato; nel secondo, invece, le domande ti vengono poste in qualità di persona informata sui fatti, cioè di persona che, nell’ambito del procedimento penale, potrebbe testimoniare perché ha assistito al crimine per cui si procede.

Indagato: deve rispondere alle domande della polizia?

Se la polizia ti convoca per sentirti in qualità di persona indagata, è tuo preciso diritto non rispondere ad alcuna domanda. Ma non solo: l’interrogatorio dell’indagato deve necessariamente svolgersi in presenza del tuo avvocato difensore.

Se sei sottoposto ad indagini, dunque, la polizia non può costringerti a rispondere. L’unico obbligo che hai è quello di identificarti: se non fornisci le tue generalità rischi di incorrere nei reati di falsa dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla propria identità [1] e di rifiuto d’indicazioni sulla propria identità personale [2].

Interrogatorio: come funziona?

L’interrogatorio della persona indagata ha delle regole precise da seguire. Innanzitutto, la polizia non può porre delle domande senza prima avvisare che ci sono delle indagini in corso: in poche parole, l’indagato deve essere informato di tale sua qualità.

La persona indagata ha altresì diritto ad essere assistita da un difensore: se non ne nomina uno di fiducia, gliene verrà assegnato uno d’ufficio. Senza l’avvocato, l’interrogatorio è radicalmente nullo e, perciò, inutilizzabile.

Secondo la legge [3], durante l’interrogatorio dell’indagato non possono essere utilizzati, neppure con il consenso della persona interrogata, metodi o tecniche idonei a influire sulla libertà di autodeterminazione o ad alterare la capacità di ricordare e di valutare i fatti.

In buona sostanza, la polizia non può suggestionare l’interrogato, né minacciarlo o promettergli benefici: in altre parole, la polizia non può influire sulle risposte né, più in generale, sulla libertà della persona interrogata.

Prima che abbia inizio l’interrogatorio, la persona deve essere avvertita che:

  • le sue dichiarazioni potranno essere utilizzate contro di lui;
  • salvo l’obbligo di fornire le proprie generalità, ha facoltà di non rispondere ad alcuna domanda, ma comunque il procedimento seguirà il suo corso;
  • se renderà dichiarazioni su fatti che concernono la responsabilità di altri, assumerà, in ordine a tali fatti, l’ufficio di testimone.

Sommarie informazioni: si può non rispondere alla polizia?

Come anticipato in apertura, la polizia può anche decidere di ascoltare una persona ritenendo che possa fornire spunti utili per le indagini. Pensa ad esempio al furto in abitazione: il vicino di casa potrebbe essere ascoltato per sapere se ha sentito che nell’appartamento accanto si stava compiendo un delitto.

Quando la polizia fa domande a una persona che non è indagata ma che, al contrario, potrebbe aver assistito al crimine, allora non sussistono più tutti i limiti che abbiamo visto sopra.

Posso non rispondere alle domande della polizia? Se sei sentito in qualità di persona informata sui fatti, no: sei obbligato a rispondere alle domande della polizia. In altre parole, non puoi rifiutarti di rispondere, usando come scudo il diritto al silenzio.

Se menti alla polizia oppure non rispondi, rischi di incorrere nel reato di favoreggiamento personale, in quanto il tuo silenzio può sviare le indagini e favorire colui che ha commesso un reato [4]. Se poi menti o ti rifiuti di rispondere alle domande che ti vengono poste direttamente dal p.m., allora commetti il reato di false informazioni al pubblico ministero [5].

Dunque, se vieni sentito in qualità di persona informata sui fatti, non puoi non rispondere alla polizia, a meno che ovviamente tu non sia in grado di poter fornire una risposta perché non sei a conoscenza dei fatti di cui ti si chiedono notizie.

Ricorda, infine, che non hai diritto al difensore: solamente la persona formalmente indagata deve nominare il proprio avvocato affinché lo assista.

Quando posso non rispondere alla polizia?

In sintesi, puoi non rispondere alla polizia quando sei indagato, cioè quando vieni sentito in qualità di persona sospettata di aver commesso un crimine. Se, invece, vieni sentito perché persona informata sui fatti, allora devi rispondere alle domande della polizia.

C’è poi un’ulteriore ipotesi in cui puoi non rispondere alle domande della polizia: se, mentre sei sentito dalla polizia in quanto possibile testimone, dovessero emergere dalle tue dichiarazioni profili di una tua possibile responsabilità penale, allora la polizia deve interrompere le domande e invitarti a nominare un difensore di fiducia.

In altre parole, se la tua qualità di indagato dovesse emergere durante una semplice escussione come persona informata dei fatti, allora si estenderanno le garanzie previste per l’interrogatorio dell’indagato, con conseguente facoltà di non rispondere ad alcuna domanda. Facciamo un esempio.

Tizio, a seguito di una violenta colluttazione, ha abbandonato per strada Caio, ferito gravemente e in stato di incoscienza. Mevio ha assistito all’aggressione ma, per paura, è andato via. La polizia decide di sentire Mevio in qualità di persona informata sui fatti, visto che ha assistito alla violenza di Tizio. Tuttavia, dal racconto di Mevio la polizia intuisce che anche lui ha una responsabilità penale: quella per omissione di soccorso. Poiché anche Mevio può essere indagato, la polizia deve fermare l’escussione e invitare Mevio a presentarsi di nuovo con l’assistenza di un avvocato.


note

[1] Art. 495 cod. pen.

[2] Art. 651 cod. pen.

[3] Art. 64 cod. proc. pen.

[4] Art. 371-bis cod. pen.

[5] Art. 378 cod. pen.

Autore immagine: Canva.com


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