Che fare se il marito o la moglie non vuole firmare l’atto di separazione? Si può procedere ugualmente?
Tua moglie ha intenzione di chiederti la separazione, ma tu non vuoi. La ami e sei ancora geloso di lei, ma soprattutto temi le conseguenze economiche di un eventuale divorzio dal quale saresti solo tu a perderci: dovrai, infatti, andare via di casa e versarle il mantenimento mensile. Così ti chiedi: si può rifiutare una separazione?
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Chi può chiedere la separazione?
La separazione – gradino necessario per arrivare al successivo divorzio – può essere chiesta tanto dal marito quanto dalla moglie. Non è necessario che la domanda di separazione provenga e sia firmata da entrambi i coniugi. Anche uno dei due può agire per ottenere la separazione dall’altro, nonostante il dissenso di quest’ultimo.
In questo caso, l’avvocato della parte che chiede la separazione deposita un ricorso in tribunale a cui il giudice risponde fissando un’udienza di comparizione delle parti. Tale decreto viene notificato, insieme all’atto di ricorso, all’altro coniuge intimandogli a presentarsi in tribunale all’udienza indicata dal giudice. Viene così instaurata la causa di separazione giudiziale.
Quando si può chiedere la separazione dal coniuge?
La legge stabilisce che la separazione può essere chiesta da ciascun coniuge quando la convivenza diventa intollerabile. Tuttavia, il giudice non chiede le prove di ciò: il semplice fatto che una persona si rivolga in tribunale per ottenere la separazione è indice della cessazione della comunione materiale o materiale e, quindi, dell’intollerabilità della convivenza. Il che basta per pronunciare la separazione.
In un secondo momento – ossia nel corso della causa – spetterà al giudice verificare se l’intollerabilità della convivenza è dipesa dalle condotte colpevoli di uno dei due coniugi (ad esempio, violenze, tradimenti, allontanamento): il che influirà non già sulla separazione – che, come detto, viene concessa a semplice richiesta – ma sulla pronuncia di addebito, ossia sulla responsabilità. Addebito che implica l’impossibilità di chiedere il mantenimento da parte del coniuge colpevole di aver determinato la fine del matrimonio.
In assenza di addebito e di colpe ci può essere separazione?
Da quanto detto, si può comprendere come, per separarsi, non è necessario dimostrare che uno dei due coniugi si sia macchiato di colpe nei confronti dell’altro, né è necessario fornire motivazioni di sorta. Non bisogna cioè spiegare per quali ragioni non si va più d’accordo. Basta dedurre nell’atto di separazione che la convivenza è divenuta intollerabile. La legge sul divorzio ha avuto, infatti, questo merito: consentire di sciogliere il matrimonio a semplice richiesta, visto che non si può imporre a nessuno di vivere con chi non si ama più.
Il giudice prende atto della fine dell’amore tra i coniugi, anche solo su richiesta di uno dei due, e pronuncia la separazione anche a dispetto della volontà dell’altro.
Se la richiesta di separazione viene presentata da entrambi i coniugi, congiuntamente, il procedimento si risolve in una sola udienza: è la cosiddetta separazione consensuale che si distingue dalla separazione giudiziale per il fatto che quest’ultima avviene a seguito di una ordinaria causa.
Dopo quanto tempo dalla separazione si può chiedere il divorzio?
Tra la separazione e il divorzio devono decorrere minimo:
- 6 mesi: se la separazione è stata consensuale;
- 1 anno: se la separazione è stata giudiziale.
Il termine decorre dalla comparsa dei coniugi dinanzi il Presidente del tribunale.
La legge non prescrive, invece, un termine massimo entro cui chiedere il divorzio, ben potendo la coppia procedere al divorzio anche dopo numerosi anni di separazione.
La separazione viene meno se la coppia si riappacifica e torna a convivere (cosiddetta riconciliazione). In quel caso, per divorziare occorre dar vita a una nuova procedura di separazione.
Se la moglie chiede la separazione il marito deve versarle il mantenimento?
L’obbligo a versare il mantenimento non dipende da chi chiede la separazione, ma dalla differenza di reddito tra i due ex coniugi. Così, se la moglie dovesse chiedere la separazione, nonostante la volontà contraria del marito, e questi dovesse possedere uno stipendio più alto, sarà costretto a versare gli alimenti alla donna. Solo in presenza di un addebito a carico del coniuge più povero viene meno il dovere del mantenimento. Così, la moglie che confidi al marito di non amarlo più perché si è innamorata di un altro non ha diritto all’assegno mensile.
Quanto, invece, alla casa coniugale, questa viene affidata al coniuge con cui vanno a vivere i figli, a prescindere dal reddito e dall’eventuale addebito.