Fiat Chrysler pagherà al Fisco italiano 700 milioni usando le perdite pregresse; il debito richiesto con la exit tax era di 2.600 milioni.
La società automobilistica Fiat Chrysler – che da alcuni anni ha la sua sede fiscale a Londra e sede legale ad Amsterdam – pagherà 700 milioni di euro al Fisco italiano, e lo farà utilizzando le perdite fiscali pregresse.
L’accordo tra la società e l’Agenzia delle Entrate è stato siglato e pone termine alle maggiori pretese del Fisco italiano, che aveva rilevato un maggior valore degli asset ai fini della exit tax, la tassa di uscita sulle plusvalenze realizzate quando le società si spostano fuori dall’Italia. Il debito richiesto dall’Agenzia era stato calcolato per 2 miliardi e 600 milioni di euro oltre il dichiarato.
Si chiude così il contenzioso legato alla valutazione del valore di Chrysler al momento della ristrutturazione di ottobre 2014 realizzata dall’allora amministratore delegato Sergio Marchionne, deceduto a luglio 2018. Oggi, l’annuncio dell’accordo raggiunto viene dal suo successore, il Chief Financial Officer Richard Palmer nella conference call sui risultati 2019, seguita dall’agenzia stampa Adnkronos.
Il Ceo Richard Palmer, per rassicurare gli azionisti e gli investitori, ha sottolineato come l’accordo si sia chiuso “senza obblighi in contanti o penalità” per il Gruppo. “In base ai termini dell’accordo – ha spiegato – abbiamo concordato di aumentare l’utile imponibile di 2,5 miliardi. E quell’utile imponibile sarà interamente compensato da perdite fiscali per 400 milioni di euro, che erano state precedentemente incamerate e 2,1 miliardi di perdite fiscali italiane riportate in bilancio che non sono state rilevate in bilancio”.
“Di conseguenza, non abbiamo alcun impatto sulla liquidità o sul conto economico e nessun impatto sul bilancio oltre alla riduzione delle imposte differite attive non rilevate”. “Abbiamo ancora sostanziali perdite fiscali in Italia che saranno riportate dopo il regolamento” ha concluso.