Una sentenza della Corte costituzionale potrebbe avere effetti dirompenti su molti Comuni e città come Napoli e Torino. Ma il Governo ha pronta una nuova norma.
Una recente sentenza della Corte costituzionale [1] che ha vietato il ricorso alle “anticipazioni di liquidità”, tranne che nei casi in cui servano a pagare le passività accumulate negli esercizi precedenti ed iscritte in bilancio potrebbe comportare il rischio di dissesto per oltre mille Comuni italiani – tra cui grandi città, come Napoli e Torino – che facevano ricorso a questo strumento anche per esigenze ordinarie di cassa e così coprire un gran numero di spese in un modo che ora è diventato illegittimo.
Ma il Governo ha pronta una norma per scongiurare questa eventualità: oggi interviene il vice ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli, annunciando che nel decreto Milleproroghe è pronta una modifica legislativa, predisposta per intervenire su questi aspetti. L’agenzia stampa Adnkronos ci riporta le sue dichiarazioni di oggi.
”Far andare in dissesto 1000 Comuni è un rischio troppo grande per i cittadini che si vedrebbero così tagliati servizi essenziali, come quelli sociali. Il nostro interesse è quello di tutelare i cittadini. Chiedo a tutti di non utilizzare questi temi per fare solo della propaganda. Per noi questa è una norma corretta, che evita ai cittadini di trovarsi in grande difficoltà”, sottolinea in un post su Facebook.
”In sostanza, -spiega Castelli- dice che i Comuni devono velocizzare ed anticipare il processo di restituzione. Questa sentenza ha degli effetti dirompenti sui Comuni, e in alcuni casi potrebbe far andare alcuni Comuni, circa mille, in dissesto. Si tratta per la maggior parte di Comuni tra i 5 ed i 10 mila abitanti, ma anche alcuni Comuni grandi come Napoli e Torino”.
”Qualcuno in queste ore dice che il Governo e la maggioranza stanno facendo una norma ad hoc per il Comune di Napoli, io voglio precisare che la nostra responsabilità politica è quella di interpretare una sentenza molto importante, per la quale ringrazio la Corte Costituzionale, delineando un percorso per i Comuni senza mettere a rischio i cittadini’‘.
note
[1] C.Cost., sent. n. 4/2020 del 28 gennaio 2020, che ha dichiarato costituzionalmente illegittimi gli artt. 2, comma 6, del decreto legge n. 78 del 2015, convertito, con modificazioni, nella legge 6 agosto 2015, n. 125, e 1, comma 814, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, per contrasto con gli articoli 81, 97, primo comma, e 119, sesto comma, della Costituzione.