Spid: devo pagare per averlo?


Il Servizio pubblico di identità digitale è gratuito? Lo si può avere anche se si è residenti all’estero? A chi rivolgersi per ottenerlo?
Da quando la Pubblica amministrazione ha avviato il processo di digitalizzazione, i cittadini hanno la possibilità di evitare lunghe code agli sportelli per ottenere un’informazione, un certificato, una visura. Basta collegarsi da casa per accedere ad un qualsiasi portale degli enti pubblici e cercare quello di cui si ha bisogno. Tuttavia, per entrarci ci vogliono delle credenziali particolari. Una di queste è lo Spid, cioè il Sistema pubblico di identità digitale. Un modo per accedere in maniera unica e protetta ai servizi digitali della Pubblica amministrazione. Ma, per una volta, lo Stato ci dà questo servizio in cambio di niente? Non è strano che un cittadino si chieda: se ho bisogno dello Spid, devo pagare per averlo?
Giova ricordare che lo Spid è gestito da operatori privati e pubblici. E che i livelli di accesso sono due, diversi a seconda del grado di sicurezza richiesto. C’è, infatti, chi si accontenta di entrare nel solito modo, scegliendo login e password e basta, e chi vuole ulteriori passaggi, come una password usa e getta che non consenta a qualche indiscreto malintenzionato di memorizzarla per farsi allegramente i cavoli degli altri.
Questa tutela della privacy e della sicurezza ha un prezzo? È, in altre parole, la domanda che si fa chi pensa: «Devo pagare per avere lo Spid?» Su questo punto, alla fine del 2019 c’è stata una novità. Vuoi sapere tutto sullo Spid? Parliamone.
Indice
Spid: che cos’è?
Lo Spid è il Sistema pubblico di identità digitale che consente ad ogni cittadino maggiorenne l’accesso ai servizi digitali della Pubblica amministrazione e dei privati che vi aderiscono. Tanto per fare qualche esempio, lo Spid consente di comunicare con il Comune (pagamento dell’Imu), con l’Inps o con l’Agenzia delle Entrate per recuperare un documento o per fare, tanto per dire, il pagamento del bollo auto.
Un sistema tutt’altro che sconosciuto. Nel solo mese di gennaio 2020, giusto per citare qualche dato, è stato utilizzato quasi sei milioni di volte. E nel 2019 si è arrivati a 55 milioni di accessi, con un tasso di crescita di 50mila identità a settimana.
In termini pratici, lo Spid consente di indentificare un cittadino con la stessa credenziale superando il vecchio concetto delle decine di login e password da memorizzare o da segnare da qualche parte, con il rischio che, se qualcuno ne entrasse in possesso, qualcuno potrebbe farsi gli affari altrui.
Lo Spid è fatto da un nome utente e da una password di un minimo di otto caratteri che abbia almeno un numero e un simbolo speciale e senza due caratteri uguali di seguito. Quindi non vale creare una parola chiave del tipo «password» ma – da evitare perché troppo scontata – «@Pasword1». Questa parola chiave va aggiornata ogni sei mesi, anche se ogni gestore detta le proprie regole.
Spid: come si ottiene?
Lo Spid viene rilasciato da nove diverse società. Tra le più note c’è Poste Italiane, che rilascia l’identità digitale sia per i servizi postali sia per quelli attinenti la Pubblica Amministrazione.
Gli altri soggetti sono:
- Aruba;
- Infocert;
- Intesa;
- Manirial;
- Register;
- Sielte;
- Tim;
- Lepida.
Questi ultimi sono soggetti accreditati dall’Agenzia per l’Italia Digitale (che dipende dal Governo). Gestiscono e forniscono l’identità digitale dei cittadini e dei professionisti.
In qualsiasi momento, si può annullare la procedura di registrazione avviata con un qualsiasi gestore dello Spid senza alcun tipo di obbligo o conseguenza e poi richiedere un’identità digitale nuova. È addirittura possibile avere più di uno Spid rivolgendosi a più di un gestore. Allo stesso modo, è possibile recuperare l’identità digitale dal proprio provider nel caso in cui fosse stata persa.
L’identità digitale non è riservata solo ai privati cittadini o ai professionisti: anche il responsabile legale di una società può richiedere e utilizzare uno Spid per accedere e usare i servizi online dedicati all’impresa.
Da segnalare, infine, che può ottenere l’identità digitale anche il cittadino italiano residente all’estero. Dovrà fornire:
- numero di cellulare (anche se abbonato con un operatore straniero);
- indirizzo e-mail;
- documento di identità italiano (passaporto, carta d’identità o patente);
- documento che certifichi il codice fiscale.
Spid: quali livelli di sicurezza?
Si diceva prima che ci sono diversi livelli di sicurezza dello Spid. In particolare:
- il livello 1: permette di accedere ai servizi della Pubblica amministrazione con una normale combinazione di nome utente-password liberamente scelte dal cittadino;
- il livello 2: garantisce una sicurezza maggiore per l’utente poiché, oltre al login e alla password scelte dal cittadino, c’è bisogno di inserire un codice temporaneo di accesso (la cosiddetta one time password) oppure di utilizzare un’app attraverso un dispositivo come un tablet o uno smartphone;
- il livello 3: richiede, oltre a username e password, anche l’utilizzo della smart card per l’identificazione dell’utente.
Spid: è gratuito?
Dal mese di novembre 2019, l’Agenzia per l’Italia digitale ha invitato i provider che gestiscono e forniscono lo Spid a rilasciare gratis e per sempre l’attivazione dell’identità digitale ai cittadini, rinnovando le convenzioni sottoscritte che scadevano originariamente il 31 dicembre dello stesso anno.
Il rilascio gratuito dello Spid riguarda i primi due livelli di sicurezza sopra citati, quindi i livelli 1 e 2.
Gentile Amico, forse e’ tempo che Lei va in pensione perche’ non ha capito come stanno le cose con SPID. Al contrario ha capito bene come chiedere a noi un aiutino per sostenere le spese del suo giornale. Infocert mi ha chiesto 62.89€ per attivare SPID (Via Web cam). Register.it mi ha detto che non lo fa per i residenti all’estero quale io sono.
Ecco come stanno le cose.
L’Italia ! Che paese di MERDA….
Saluti e rispetto