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Salvini, nuovo processo in arrivo

13 Febbraio 2020
Salvini, nuovo processo in arrivo

Il Tribunale dei Ministri ha formalizzato la richiesta di autorizzazione a procedere per i reati di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio sulla vicenda della nave Open Arms. 

C’è un secondo processo in vista per l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, che segue a ruota quello avviato ieri quando il Senato ha votato per l’autorizzazione a procedere sulla vicenda dei migranti della nave Gregoretti con l’accusa di sequestro di persona: stavolta riguarda un’altra nave Ong, la Open Arms.

Anche per essa, infatti, nell’agosto scorso l’ex ministro Salvini non concesse prontamente l’autorizzazione allo sbarco in un porto italiano, e così i 164 migranti rimasero a bordo per 6 giorni, dal 14 al 20 agosto. Ora il Tribunale dei ministri ha chiesto il processo per Salvini: i magistrati di Palermo nella richiesta hanno formulato nei suoi confronti le accuse di sequestro di persona – aggravato dalla presenza di 27 minori a bordo – e di rifiuto di atti d’ufficio, con l’aggravante dell’abuso dei poteri di ministro.

La richiesta è già pervenuta alla Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato, che si riunirà il prossimo 27 febbraio per decidere se concedere o meno il via libera al processo a carico di Matteo Salvini per queste ipotesi di reato.

Dunque è trascorso appena un giorno dal sì del Senato al processo a Matteo Salvini e già si prepara un altro duro scontro sul leader della Lega, che potrebbe avere contraccolpi ancora più grossi di quelli registrati in Giunta al momento del voto ristretto, quando meno di un mese fa gli esponenti della Lega votarono a favore, su disposizione del proprio leader che nell’occasione aveva richiesto egli stesso di essere sottoposto a processo.

E, ancora una volta, sarà il tema dell’immigrazione al centro della polemica al Senato. La vicenda riguarda una nave di una Ong spagnola – questa volta, non una nave militare come la Gregoretti o la Diciotti – che nell’agosto 2019 aveva raccolto oltre 160 persone in tre diversi interventi nel Mediterraneo.

La difesa del leader della Lega sostiene innanzitutto che l’allora ministro dell’Interno avrebbe agito con l’assenso del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che era pienamente informato della vicenda, anche se non emise un provvedimento formale; ma al riguardo il Tribunale dei ministri sottolinea che i documenti in suo possesso proverebbero il contrario, e cioè che il premier Conte aveva chiesto, per ben tre volte, con messaggi via e-mail indirizzati all’ex ministro dell’Interno di fare sbarcare almeno i minori a bordo.

Lo scambio di mail tra il presidente del Consiglio ed il suo ministro dell’Interno è documentato nelle pagine dell’atto di accusa: da un lato Conte, che chiedeva “con forza” all’allora capo del Viminale di fare sbarcare i naufraghi, a partire dai minori, dall’altro lato il no deciso di Salvini. Anche per questo all’accusa di sequestro di persona si è aggiunta anche quella per il reato di rifiuto di atti d’ufficio.

In quei giorni la Open Arms rimase in attesa di ricevere l’autorizzazione allo sbarco (i minori non accompagnati furono comunque fatti sbarcare in anticipo rispetto agli altri migranti maggiorenni). La nave era in mare dal 1° agosto e giunse nel porto di sbarco solo il 20 agosto, proprio nei giorni in cui in Italia si manifestava la crisi che in pochi giorni avrebbe posto fine al Governo Conte 1.

Sia l’Italia che Malta avevano negato il porto di approdo, finché la nave si avvicinò a Lampedusa, entrando così nelle acque territoriali italiane. A quel punto, per far sbarcare i profughi fu effettuato un ‘blitz’ a bordo della nave, sulla quale salì il Procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, accompagnato da due medici che constatarono e certificarono la “insostenibile situazione sanitaria”. Scattò, quindi, il sequestro della nave e i migranti furono fatti scendere a terra.

Ora su quegli episodi le tre giudici del Tribunale dei ministri di Palermo formulano un lungo e duro atto di accusa nei confronti dell’ex ministro dell’Interno, ed in particolare si concentrano sul fatto che egli avrebbe “scientemente ignorato l’emergenza sanitaria mettendo veti alle autorità locali”. Ricordano anche che il politico non aveva fatto scendere i minori a bordo “nonostante un provvedimento del Tribunale dei minori”.

Per le giudici avrebbe anche ignorato i provvedimenti emessi dal Tar del Lazio “con interpretazioni giuridiche non valide”, ed aggiungono che Salvini aveva formalizzato il suo diniego al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte assumendosi la responsabilità politica, mentre gli allora ministri Elisabetta Trenta, alla Difesa, e Danilo Toninelli, alle Infrastrutture, non vollero reiterare il divieto di ingresso dopo l’annullamento operato dal Tar.

Già da queste considerazioni emerge dunque come le accuse formulate nei confronti del leader della Lega siano più “pesanti” di quelle rivoltegli per il caso Gregoretti, dove il processo è già stato autorizzato. Reati più gravi e protratti, un atto di accusa ampio ed analitico, e forse anche minori possibilità di difesa nel merito.

Per i fatti della Open Arms Matteo Salvini era stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Agrigento insieme al suo capo di gabinetto al ministero dell’Interno, Matteo Piantedosi. Il fascicolo, per competenza, approdò poi alla Procura di Palermo.

Ma, a differenza di quanto accaduto nel caso Diciotti, questa volta il Procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, ha chiesto al Tribunale dei minori di procedere contro Salvini. Secondo il capo della Procura palermitana Salvini, bloccando la nave al largo, era responsabile del reato di sequestro di persona perché aveva causato la “conseguente privazione della libertà personale in pregiudizio di numerosi migranti giunti nelle acque di Lampedusa”

Il Tribunale dei ministri di Palermo ha accolto la richiesta della Procura, aggiungendovi le sue considerazioni. Per le giudici l’ex titolare del Viminale ha “violato le convenzioni internazionali e le norme interne in materia di soccorso in mare e di tutela dei diritti umani” e ha “abusato dei poteri allo stesso rimessi quale autorità nazionale di pubblica sicurezza”. “Ometteva, senza giustificato motivo” di concedere un porto sicuro alla nave”, si legge nelle oltre cento pagine dell’atto di accusa formalizzata.

Per il Tribunale dei ministri Salvini avrebbe provocato “consapevolmente l’illegittima privazione della libertà personale dei migranti, costringendoli a rimanere a bordo della nave per un tempo giuridicamente apprezzabile, precisamente, dalla notte tra il 14 ed il 15 agosto 2019 sino al 18 agosto 2019″.

Oltre al reato base, vengono inserite anche le circostanze aggravanti; “Fatto aggravato per essere stato commesso da un pubblico ufficiale, con abuso dei poteri inerenti alle sue funzioni, nonché per essere stato commesso anche in danno di soggetti minori di età”, scrivono le giudici.



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