La proposta del Consiglio Europeo viene bocciata dal Parlamento; contrario anche il premier Conte. L’Italia protesta con una risoluzione di maggioranza in vista del prossimo summit.
Raffica di dissensi alla proposta del nuovo bilancio pluriennale dell’Unione Europea, presentato dal presidente del Consiglio Europeo, il belga Charles Michel, ai 27 Paesi dell’Unione. Oggi arriva anche il netto “no” del presidente del Parlamento Europeo, l’italiano David Sassoli, al termine di una fitta giornata di incontri su cui ci resoconta la nostra agenzia stampa Adnkronos.
Al momento c’è una distanza di 230 miliardi di euro tra la proposta del Consiglio avanzata da Charles Michel sul bilancio 2021-27 (1,074% del reddito nazionale lordo dell’Unione) e quella del Parlamento (1,3% dell’Rnl), spiega Sassoli. Troppo basso, secondo i numerosi critici, il tetto di risorse comunitarie fissato, che non consentirebbe di fronteggiare le spese necessarie per il sostegno dei singoli comparti, a partire dall’agricoltura.
“Nei due incontri avuti oggi con il presidente Charles Michel – continua Sassoli – abbiamo confermato la posizione unanime del Parlamento sulla proposta presentata sabato scorso. Siamo ancora lontani da una proposta accettabile. Ci auguriamo che il Consiglio riformuli una proposta più ambiziosa in grado di iniziare il negoziato”, conclude Sassoli. Infatti, giovedì prossimo il Consiglio Europeo composto dai leader degli Stati membri dovrà decidere le nuove regole di assegnazione e di partecipazione al bilancio europeo, in un summit straordinario appositamente fissato.
Di “bilancio ambizioso” e “all’altezza degli obiettivi che la Commissione Europea si è data, a partire dal Green Deal” aveva parlato anche il nostro presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha anche prefigurato l’ipotesi di un possibile veto dell’Italia nel caso in cui le aspettative non fossero soddisfatte: “Non mi piace ragionare sul veto – ha affermato Conte – perché è una minaccia. In questo momento siamo in una fase di dialogo costruttivo, non ci sono gli estremi per ragionare su una prospettiva simile. Diciamo che l’Italia non rinuncia a far valere le proprie ragioni, a pretendere un piano finanziario che sia ambizioso”.
Il premier Conte, come molti altri, ritiene “più equilibrata la proposta della Commissione Europea” – che ha proposto l’1,11% – proprio perché “fa del Green Deal un pilastro della politica economica e sociale europea, dobbiamo mettere a disposizione un budget adeguato per raggiungere questo obiettivo. Anche utilizzando risorse proprie”.
Ora i 27 Stati membri appaiono spaccati in vista del prossimo summit e sarà difficile riallineare le posizioni. Troppo ampia, infatti la differenza di 230 miliardi di euro tra le rispettive proposte, e non è chiaro come potrebbe essere colmato questo divario. Se la proposta Michel fosse approvata, ci sarebbe un vistoso taglio dei fondi di coesione, che scenderebbero da 379,2 miliardi a 323,2, e dei fondi della Pac, la politica agricola comunitaria, che passerebbero da 410,3 a 329,3.
Il precedente bilancio settennale 2014-2020 valeva 1.136 miliardi, l’1,03% del Reddito nazionale lordo dell’Unione Europea che però era ancora a 28 Stati, comprendendo il Regno Unito ora uscito dall’Unione dal 1° gennaio 2020 a seguito della Brexit.
Intanto il nostro ministro dell’Ue, Enzo Amendola, nel lasciare palazzo Chigi al termine del tavolo del Governo sull’Europa ha spiegato ai giornalisti dell’Adnkronos che “La proposta Michel noi la riteniamo non adeguata, andremo con una posizione non positiva sul bilancio Ue” ed ha anche preannunciato che è pronta “una risoluzione che presentiamo domani in Parlamento definita dai gruppi di maggioranza”, assicurando che c’è una posizione comune tra le varie forze politiche su questo tema.