Il leader di Italia Viva a Porta a Porta bastonerà Conte e dirà come si può salvare l’Esecutivo. A cominciare dall’elezione diretta del premier.
Ha sempre detto che i problemi si discutono in Parlamento. Detto e fatto: Matteo Renzi detterà questa sera le sue condizioni per tenere in piedi il Governo Conte bis nella «terza Camera», quella che spesso è stata più ufficiale di quelle ufficiali. Non a Montecitorio, non al Senato ma a Porta a Porta. Il leader di Italia Viva traccerà nel corso della trasmissione di Bruno Vespa il suo itinerario politico. Bastonerà senza troppi complimenti il presidente del Consiglio. Lo accuserà di essere piuttosto immobile davanti ai problemi del Paese, come avrebbe anticipato ieri ai suoi fedelissimi.
Non è solo la riforma Bonafede sulla prescrizione che separa inquilino ed ex inquilino di Palazzo Chigi. Ci sono altri cambiamenti che Renzi mette sul piatto per continuare la sua avventura in questo Esecutivo. O per concluderla tentando – come lui stesso sostiene – di evitare elezioni anticipate e di fare un Conte-ter. Certo, la prescrizione, come avrebbe confidato ieri sera ai suoi non attorno ad un tavolo, ma a tavola in un ristorante di Trastevere, è stata un elemento cruciale per aprire una discussione più ampia. Quello che Renzi ha in mente è un pacchetto di riforme più consistente, un patto di legislatura che comprenda, in primis, l’elezione diretta del premier.
Matteo Renzi è stato sindaco di Firenze e, a quanto pare, il ruolo del primo cittadino gli è rimasto a cuore. Così, vuole abbattere i confini locali e creare la figura del «sindaco d’Italia». Del presidente del Consiglio, appunto, eletto da tutti i cittadini italiani. Quando e come, lo spiegherà questa sera nel dettaglio.
Prescrizione ed elezione diretta del premier dovrebbero essere, comunque, soltanto due delle riforme proposte da Renzi. Quanto basta per far dire all’opposizione (meglio sarebbe precisare «a Salvini») che sarebbe ora di tagliare la corda. «Se Renzi ha dignità – ha chiesto il leader della Lega – sfiduci Conte». Per ora Italia Viva pensa a sfiduciare il ministro della Giustizia Bonafede. Deciderà lui e solo lui, l’eterno imprevedibile, (non certo per fare un favore a Salvini) se e quando sarà il caso di alzare il tiro.