Evitavano la fila e il pagamento del ticket grazie ai favori dei sanitari in servizio all’ospedale; ora sono stati scoperti dalla Finanza e denunciati per truffa.
Avevano trovato il modo per fare le analisi gratis e senza passare attraverso il sistema di prenotazione, il Cup, grazie alla parentela o all’amicizia con qualcuno tra i 141 medici, paramedici e dipendenti di un ospedale di Ostia, il “G.B. Grassi”, che adesso sono stati scoperti e tutti denunciati dalla Guardia di Finanza di Roma.
L’indagine, per come riporta l’agenzia stampa Adnkronos in base alle informazioni fornite dalle Fiamme gialle, è scaturita da una denuncia di un’infermiera e si è presto estesa a macchia d’olio in tutto l’ospedale. I finanzieri hanno così accertato come funzionava il meccanismo illecito: chi aveva bisogno di analisi e di esami diagnostici, anziché prenotarsi regolarmente e attendere il proprio turno, si rivolgeva direttamente ad uno dei sanitari di sua conoscenza in servizio nell’ospedale, che inseriva direttamente la richiesta nel sistema e la trasmetteva al reparto competente.
Così il paziente aveva già risparmiato tempo saltando la fila d’attesa e il meccanismo del Cup (centro unico prenotazione), e poi riusciva anche a risparmiare soldi: infatti, una volta eseguite le analisi o gli altri esami, l’amico o parente in servizio all’ospedale gli consegnava direttamente il referto, evitando ovviamente il pagamento del ticket dovuto alla Regione Lazio.
Sono stati accertati in tutto 523 casi di accertamenti diagnostici e prestazioni sanitarie ottenute in questa maniera da persone indebitamente favorite degli attuali indagati, che ora, in quanto dipendenti pubblici, dovranno rispondere oltre che del reato di truffa aggravata ai danni del Servizio sanitario nazionale, anche davanti alla Corte dei Conti per il danno erariale.
La Guardia di Finanza ricorda nel suo comunicato di essere in prima linea nel contrasto alle frodi sanitarie, garantendo il corretto impiego delle risorse pubbliche a favore di chi ne ha realmente bisogno.