Coronavirus, medici in prima linea e sempre più a rischio


Il coordinatore delle relazioni con gli organismi sanitari internazionali: “Devono tutelarsi”. Il segretario della Federazione medici di Medicina Generale: “Vanno messi in condizione di proteggersi”.
In prima linea e sempre più esposti. Sono già 13 i medici di famiglia in quarantena nelle zone più colpite dal coronavirus: 12 sono in isolamento, uno si è ammalato. È l’agenzia di stampa Adnkronos a metterci al corrente dei rischi che i camici bianchi stanno correndo per cercare di debellare un virus di cui ancora troppo poco si sa.
Professionisti che si prendono cura dei pazienti ‘a mani nude’, spiega l’agenzia, senza che il sistema pubblico li doti di dispositivi di protezione. “Un numero destinato a crescere se gli operatori non verranno dotati di strumenti per tutelarsi”. Risponde così Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di Medicina Generale a Walter
Ricciardi, coordinatore per la task force italiana delle relazioni con gli organismi sanitari internazionali, che durante il punto stampa alla protezione civile a Roma, in merito alle richieste dei medici di essere dotati di strumenti di protezione, ha affermato che anche gli
stessi professionisti “si devono tutelare“.
“È il sistema pubblico che deve provvedere alla protezione dei suoi operatori e dei cittadini – ha ricordato Scotti, sottolineando che le mascherine sono introvabili ed è difficile, per chi cerca di contrastare l’emergenza, autoproteggersi -. Noi siamo e ci sentiamo parte del Sistema sanitario nazionale”.