La Volkswagen restituirà 830 milioni di euro a oltre 400mila consumatori tedeschi rappresentati da un’associazione di categoria.
Il gruppo Volkswagen ha raggiunto un accordo con l’associazione di consumatori tedeschi Vzvb per il risarcimento dei danni ai proprietari di autovetture coinvolte nello scandalo del dieselgate. Si tratta di un risarcimento complessivo di 830 milioni di euro che corrisponde a un valore compreso tra i 1.350 e i 6.257 euro per ciascun consumatore, in base al modello e all’età dell’auto posseduta.
L’associazione Vzvb aveva lanciato una class action contro l’azienda, coinvolgendo circa 400mila proprietari di auto tedeschi. La Volkswagen, per attutire i danni che le sarebbero derivati in caso di condanna, ha scelto la via dell’accordo transattivo con i rappresentanti dei consumatori, che oggi, per come ci informa l’agenzia stampa Adnkronos, ha avuto esito positivo.
“Si tratta di un traguardo particolarmente importante: la Germania è il primo Paese europeo ad aver raggiunto questo risultato”, commenta all’Adnkronos Ivo Tarantino, responsabile delle relazioni esterne Altroconsumo, che però aggiunge: “Esprimiamo il nostro sostegno ai colleghi tedeschi, ma al tempo stesso troviamo sconcertante e ingiusta la disparità di trattamento da parte della casa automobilistica nei confronti delle altre vittime europee dello scandalo Dieselgate. È giunto il momento che tutti gli automobilisti che sono stati lesi da Volkswagen ricevano un giusto risarcimento. Come Altroconsumo diamo voce ad oltre 75mila consumatori che hanno aderito alla nostra class action e che a maggior ragione adesso si aspettano di arrivare il più presto possibile ad una soluzione”.
In Italia la causa promossa da Altroconsumo, con oltre 75mila adesioni, pende davanti al Tribunale di Venezia. L’associazione precisa che “si tratta di un processo lungo e complesso (la prossima udienza è prevista agli inizi di marzo 2020, salvo rinvii), che va avanti a colpi di udienze, atti e perizie tecniche con cui i legali di Altroconsumo stanno rispondendo ai tentativi del gruppo tedesco di contestare la legittima richiesta di risarcimento e il diritto a partecipare degli aderenti”.