Coronavirus: cosa potrebbe cambiare da oggi


Atteso il decreto della Presidenza del Consiglio sulla proroga delle restrizioni per scuole, musei, bar e funzioni religiose.
In giornata, il Governo deciderà se, sull’emergenza coronavirus, prorogare per la prossima settimana i provvedimenti in vigore da sette giorni oppure allentare la morsa delle restrizioni nelle regioni più colpite dai contagi. Le amministrazioni territoriali hanno avanzato le loro richieste, ma sarà il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ad avere l’ultima parola.
Uno dei nodi più importanti è quello dell’eventuale riapertura delle scuole. Secondo gli esperti dell’Istituto superiore di Sanità, sarebbe meglio lasciare le cose come stanno ancora per una settimana, cioè aule deserte e lezioni a distanza in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, le tre regioni con i focolai. Probabile, invece, la riapertura in Liguria e Piemonte, gli altri due territori in cui le scuole sono rimaste chiuse da lunedì scorso in via preventiva.
Il presidente piemontese, Alberto Cirio, propone di riaprire gli istituti lunedì per una pulizia generale e di accogliere gli alunni a metà settimana. Dal canto suo, il governatore ligure, Giovanni Toti, si dice disponibile a riprendere l’attività nelle scuole ma solo se ci sono le condizioni necessarie e la copertura del ministero della Salute.
Tutto dovrebbe tornare alla normalità, invece, a Napoli e a Palermo, dove sono state effettuate delle pulizie straordinarie nei plessi. Ieri, il Consiglio dei ministri ha deciso di ridurre formalmente la durata dell’anno scolastico a 200 giorni nelle scuole interessate dalla chiusura forzata per il coronavirus.
Non c’è nulla di scontato, però, fino all’approvazione del decreto della Presidenza del Consiglio, attesa per oggi. Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha chiesto al Governo di confermare tutte le misure restrittive approvate la scorsa settimana per il suo territorio in modo da «non abbassare la guardia».
Lo ribadisce anche l’assessore regionale al Bilancio, Davide Caparini: «Abbiamo chiesto di continuare la sospensione delle lezioni delle scuole di ogni ordine e grado, è importante per la salute pubblica». Gli studenti, dunque, dovrebbero rimanere a casa ancora per una settimana e seguire le lezioni online o a distanza. Significa che i docenti potrebbero svolgere dalla scuola la loro attività didattica ma con i loro allievi dall’altra parte di uno schermo.
Chiusura confermata fino al 7 marzo, invece, per le università della Lombardia e per alcuni atenei del Veneto, come Ca’ Foscari.
Previsioni più ottimistiche per la riapertura dei musei lombardi che, però, potrebbero limitare il numero dei visitatori da far entrare di volta in volta. Non ci dovrebbero essere dei problemi per togliere le limitazioni orarie ai bar, purché la sera servano soltanto ai tavoli. Richieste arrivano anche dalla Curia: i vescovi della Lombardia chiedono di poter celebrare le messe – compresi i matrimoni ed i funerali – anche durante la settimana. Confermato, per ora, il blocco delle gite scolastiche fino al 15 marzo.